Trasformazione dell’organo di un ente pubblico in azienda autonoma: le cause pendenti proseguono tra le parti originarie

La soppressione del «Policlinico universitario Umberto I» di Roma e la sua trasformazione in Azienda Policlinico dotata di autonoma personalità giuridica, disposta dall’articolo 1 d.l. 1 ottobre 1999 numero 341, non ha comportato una successione universale del nuovo ente in tutti i rapporti facenti capo a quello disciolto.

Ne consegue che i processi pendenti, tra cui quelli aventi ad oggetto debiti pregressi per l’utilizzazione della struttura sanitaria, proseguono tra le parti originarie ai sensi dell’articolo 111, comma 1, c.p.c In questi termini si espressa la Corte di Cassazione, nella sentenza numero 14851 del 13 giugno 2013. Il caso. La Suprema Corte torna a pronunciarsi sul problema della successione della «Azienda Policlinico Umberto I» ente autonomo al vecchio «Policlinico universitario Umberto I» organo dell’università . È noto, infatti, che l’Università di Roma «La Sapienza», per molti anni, ha gestito il Policlinico universitario in forma di azienda, come tale sprovvista di personalità giuridica. Sennonché, col d.l. 1° ottobre 1999 numero 341 conv. Nella l. 3 dicembre 1999, numero 453 , è stata soppressa l’azienda universitaria «Policlinico Umberto I», ed è stata istituita, in sua vece, la «Azienda Policlinico Umberto I», ente autonomo dotato di personalità giuridica di diritto pubblico. A seguito di tale vicenda, in mancanza di una espressa previsione normativa al riguardo, è scaturito un nutrito contenzioso relativo alle cause pendenti della vecchia azienda universitaria. In questo solco si pone la pronuncia in commento, ove si trattava di accertare quale fosse l’ente tenuto ad adempiere un debito per l’utilizzazione delle strutture sanitarie sorto anteriormente alla costituzione dell’azienda pubblica. Nessuna successione universale tra azienda universitaria ed azienda pubblica. In ordine al fenomeno successorio di cui si discute, si erano già pronunciate le Sezioni Unite, nella nota sentenza numero 584 dell’11 gennaio 2008. Nella specie, i giudici di legittimità avevano chiarito il principio per cui la costituzione dell’Azienda Policlinico Umberto I, avente personalità giuridica di diritto pubblico, non determinava il subentro della stessa in tutti i rapporti derivanti dall’utilizzazione in precedenza della struttura sanitaria. Detti rapporti dovevano ritenersi legittimamente riferiti all’Università La Sapienza di Roma, della quale la vecchia Azienda Universitaria costituiva parte integrante, sebbene dotata di autonomia organizzativa, gestionale e contabile. Il processo esecutivo prosegue nei confronti del debitore originario. Nel caso di specie, oggetto della controversia era un debito pregresso per l’utilizzazione della struttura sanitaria. La domanda monitoria era stata azionata nei confronti dell’Università, oltretutto senza alcun riferimento all’Azienda Universitaria prima esistente che, come già detto, all’epoca costituiva una mera articolazione interna della stessa università. Ebbene, sulla scorta di quanto affermato dalle S.U. del 2008, i giudici di legittimità pervengono alla conclusione che il processo esecutivo avente ad oggetto un titolo esecutivo emesso nei confronti solamente dell’Università, dovesse proseguire nei confronti di quest’ultima, anche a seguito dell’entrata in vigore del d.l. numero 341 del 1999. Temporanea sospensione delle azioni esecutive per la gestione contabile dei rapporti pregressi. D’altra parte, la predetta conclusione non trova smentita nella circostanza per cui l’articolo 2, l. numero 453/1999 avesse previsto un periodo massimo di diciotto mesi nel corso del quale restava esclusa la possibilità di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell’Azienda Policlinico Umberto I e dell’Università La Sapienza per i debiti assunti dall’omonima Azienda universitaria. A giudizio degli Ermellini, tale periodo era da intendersi quale mero iato temporale, volto a consentire l’accertamento della massa attiva e passiva relativa alla gestione dell’assistenza sanitaria da parte dell’Azienda universitaria, in vista dell’attivazione della procedura di liquidazione. Con la conseguenza che, una volta trascorso tale iato temporale, l’Università avrebbe ben potuto essere aggredita esecutivamente per i debiti della cessata azienda universitaria. Inammissibilità del controricorso per carenza di ius postulandi. Degna di nota è, infine, la motivazione con cui la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il controricorso presentato dall’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. In particolare, nel caso di specie, l’Università risultava costituita con controricorso recante a margine procura speciale conferita a difensore del libero foro dal Rettore pro tempore in difetto di delibera preventiva di autorizzazione. Al riguardo, i giudici di legittimità richiamano il principio per cui, a norma dell’articolo 56, r.d. numero 1592/1933, le Università statali hanno la facoltà di farsi assistere in giudizio, in alternativa all’Avvocatura dello Stato, anche da un avvocato del libero foro, a condizione che sussista un’apposita e motivata delibera in tal senso. In tal caso, fermo restando che il mandato deve essere sottoscritto dal Rettore, il difensore ha l’onere di produrre – a pena di inammissibilità conseguente alla carenza dello ius postulandi – la previa delibera di autorizzazione da parte del Consiglio di amministrazione o, qualora il Rettore abbia agito in via di urgenza, la successiva delibera di ratifica cfr. ex multis Cass. 23 marzo 2001, numero 6672 . Nella specie, la mancanza dell’autorizzazione in parola, ha reso inevitabile la pronuncia di inammissibilità del controricorso.

Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza 29 maggio - 13 giugno 2013, numero 14851 Presidente Trifone – Relatore Scarano Svolgimento del processo Con sentenza del 20/12/2007 il Tribunale di Roma, in accoglimento dell'opposizione proposta dall'Università degli Studi omissis , dichiarava la nullità dell'esecuzione nei confronti della medesima promossa dalla società Impianti Generali Odontoiatrici Romani di Pinna Igor s.a.s. in forza di decreto ingiuntivo emesso da Trib. Roma 17/7/1998 numero 3010. Avverso la suindicata pronunzia del Tribunale di Roma la società Impianti Generali Odontoiatrici Romani di Pinna Igor s.a.s. propone ora ricorso per cassazione, affidato a 4 motivi, illustrati da memoria. Resiste con controricorso l'Università, che ha presentato anche memoria. Motivi della decisione Va pregiudizialmente, in accoglimento dell'eccezione della ricorrente, dichiarato inammissibile, per difetto di ius postulandi del difensore, il controricorso dell'Università degli Studi omissis , nonché, per l'effetto, la memoria ex articolo 378 c.p.c. dalla medesima presentata. Come questa Corte ha già avuto modo di affermare, a norma dell'articolo 56 r.d. numero 1592 del 1933 le Università statali hanno la facoltà di farsi assistere in giudizio, in alternativa all'Avvocatura dello Stato, anche da un avvocato del libero foro, a condizione che sussista un'apposita e motivata delibera in tal senso, da sottoporre ai competenti organi di vigilanza. In tal caso, fermo restando che il mandato deve essere sottoscritto dal Rettore, il difensore ha l'onere di produrre - a pena di inammissibilità conseguente alla carenza dello ius postulandi - la previa delibera di autorizzazione da parte del Consiglio di amministrazione o, qualora il Rettore abbia agito in via di urgenza, la successiva delibera di ratifica v. Cass., 23/3/2011, numero 6672 Cass., 28/4/2011, numero 9451 Cass., 9/5/2011, numero 10103 . Orbene, nel presente giudizio l'Università degli Studi omissis risulta costituita con controricorso d.d. 13/1/2009 recante a margine procura speciale conferita a difensore del libero foro dal Rettore pro tempore in difetto di delibera preventiva di autorizzazione, né la prodotta delibera del Consiglio di amministrazione dell'Università a distanza di oltre 2 anni dall'inizio del giudizio di legittimità consente di ritenere sussistenti eventuali ragioni d'urgenza che abbiano nel caso indotto il Rettore ad agire anche senza la preventiva deliberazione del Consiglio di amministrazione dell'Università cfr. Cass., 26/10/2012, numero 18506 Cass., 23/3/2011, numero 6672. Cfr. altresì Cass., 4/11/2009, numero 23419 . Diversamente da quanto affermato dal giudice nell'impugnata sentenza, non vale al riguardo nemmeno evocare l'ipotesi del conflitto di interessi. A parte il rilievo che il mandato al difensore del libero foro deve essere anche in tal caso comunque essere conferito dall'organo a ciò legittimato all'esito dell'accertata sussistenza di detto conflitto, va al riguardo posto in rilievo come nella specie al momento del conferimento del mandato al difensore da parte del Rettore non sussisteva per l'Università alcun conflitto di interessi, né attuale né potenziale, in difetto di concreti rapporti in atto tra la medesima e il Ministero dell'economia e delle finanze. E che un problema di conflitto di interessi, all'esito della citazione da parte dell'Università opponente del suddetto Ministero in sede di opposizione all'esecuzione in ragione della sua tesi difensiva, si sarebbe semmai posto invero per il medesimo laddove l'Università si fosse fatta assistere dall'Avvocatura dello Stato, per esso in tal caso prospettandosi l'esigenza di ovviarvi. Con il 1 ed il 4 motivo la ricorrente denunzia violazione o falsa applicazione dell'articolo 2 D.L. numero 341 del 1999, in relazione all'articolo 360, 1 co. numero 3, c.p.c Lamenta non avere il giudice dell'opposizione considerato che il DL. numero 341 del 1999 conv. in L. numero 453 del 1999 “non ha affatto istituito un nuovo soggetto, distinto tanto dall'Università quanto dalla neo costituita Azienda, ma ha semplicemente dettato una particolare modalità di gestione contabile dei debiti e dei crediti pregressi, che l'Università in precedenza gestiva a mezzo della propria Azienda Universitaria”. Lamenta ulteriormente che “non esiste alcuna norma che impedisca alla Impianti Generali Odontoiatrici Romani di Pinna Igor s.a.s. di porre in esecuzione contro l'Università OMISSIS un decreto ingiuntivo definitivo ed esecutivo, emesso proprio nei confronti della citata Università”. Con il 2 motivo la ricorrente denunzia violazione e/o falsa applicazione degli articolo 75, 77 c.p.c., in relazione all'articolo 360, 1 co. numero 3, c.p.c Si duole che il giudice dell'opposizione non abbia considerato che “la Gestione Liquidatoria dell'Azienda Policlinico OMISSIS è un soggetto di diritto che non esiste, non è mai esistito, in quanto si concreta non in un soggetto di diritto ma in una particolare modalità di gestione contabile dei debiti e dei crediti pregressi, che l'Università in precedenza gestiva a mezzo della propria Azienda Universitaria, secondo le regole dettate dalla legge 45371999”. E che “I soggetti privi di personalità giuridica possono stare in giudizio solo per tramite del soggetto che ne ha la rappresentanza. Pertanto, il giacché l'Azienda Universitaria Policlinico OMISSIS , altro non era che un'articolazione interna dell'università, detta Azienda, o meglio, la sua Gestione Liquidatoria, potrà stare in giudizio solo per tramite dell'Università degli studi di OMISSIS ”. I motivi, che possono congiuntamente esaminarsi in quanto connessi, sono fondati e vanno accolti nei termini e limiti di seguito indicati. Come questa Corte ha già avuto modo di porre in rilievo, la costituzione in ente avente personalità giuridica di diritto pubblico dell'Azienda Policlinico OMISSIS è stata effettuata per la prima volta con il D.L. numero 341 del 1999 conv. con modif. in L. numero 453 del 1999 e, non risultando ivi regolata una successione a carattere universale della neoistituita Azienda rispetto all'omonima Azienda Universitaria, i rapporti derivanti dall'utilizzazione in precedenza di tale struttura sanitaria legittimamente sono riferiti all'Università OMISSIS , della quale il Policlinico costituiva parte integrante, sebbene dotato di autonomia organizzativa, gestionale e contabile v. Cass., Sez. Unumero , 11/1/2008, numero 584, e, conformemente, Cass., 16/11/2010, numero 23098. V. altresì Cass., 26/3/2003, numero 4456 Cass., Sez. Unumero , 22/2/2010, numero 4072 . Si è altresì posto in rilievo che il D.L. numero 341 del 1999 ha costituito l'Azienda Policlinico Umberto I quale ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, precisando che detto ente succede all'omonima azienda universitaria a nei rapporti in corso relativi alla gestione dell'assistenza sanitaria con utenti, autorità competenti e altre amministrazioni b nei contratti in corso per la costruzione di strutture destinate ad attività assistenziali nonché c nei contratti in corso per la fornitura di beni o servizi destinati all'assistenza sanitaria articolo 2, comma 1 v. Cass., 16/11/2010, numero 23098 . La successione in tali termini prevista non è a carattere universale, e non ha pertanto incidenza alcuna sui processi pendenti che, conseguentemente, proseguono tra le parti originarie ex articolo 111, 1 co., c.p.c. v. Cass., Sez. Unumero , 11/1/2008, numero 584 . A tale stregua, trattandosi nella specie di debiti pregressi per l'utilizzazione della struttura sanitaria, ed essendo stata la domanda monitoriamente azionata solamente nei confronti dell'Università degli Studi OMISSIS , senza alcun riferimento all'Azienda universitaria Policlinico OMISSIS , che come detto della detta Università all'epoca costituiva mera articolazione interna v. Cass. 26/3/2003, numero 4456 , il processo esecutivo avente ad oggetto un titolo esecutivo dalla stessa ricorrente nei suoi scritti difensivi indicato come notificato in data 30/7/1998 e reso esecutivo il 3/12/1998, con atto di precetto notificato il 1-2/4/1999 con atto di pignoramento presso terzi notificato dall'odierna ricorrente in data 26-30/4/1999 emesso nei confronti solamente di quest'ultima correttamente è stato quindi proseguito nei confronti dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma anche all'esito dell'entrata in vigore del D.L. numero 341 del 1999 v. Cass., 16/11/2010, numero 23098 . Né al riguardo può in contrario assegnarsi rilievo alcuno al “periodo massimo di diciotto mesi” previsto all'articolo 2, comma 2, L. numero 453 del 1999. Trattasi infatti di periodo nel corso del quale è rimasta esclusa la possibilità di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell'Azienda Policlinico OMISSIS e dell'Università OMISSIS per i debiti, assunti come nella specie dall'omonima Azienda universitaria, relativi alla gestione dell'assistenza sanitaria, da intendersi quale mero iato temporale, volto a consentire l'accertamento della massa attiva e passiva relativa alla gestione dell'assistenza sanitaria da parte dell'Azienda universitaria Policlinico OMISSIS determinatasi alla data di cessazione della medesima, in vista dell'attivazione della procedura amministrativa concorsuale cui è preposto un Commissario di nomina ministeriale cfr. Corte Cost. numero 364 del 2007 . Iato temporale che, una volta decorso, non osta alla possibilità di proseguire l'azione esecutiva individuale come nella specie già anteriormente promossa nei confronti del debitore correttamente individuato. Orbene, il giudice dell'opposizione all'esecuzione ha nell'impugnata sentenza invero disatteso i suindicati principi. In particolare là dove ha ritenuto fondato il “motivo di doglianza con il quale l'Università esecutata afferma di non essere legittimata passivamente a pagare i debiti assunti dalla soppressa Azienda per la gestione dell'assistenza sanitaria e contesta quindi l'avverso diritto di procedere in executivis sulla base di un decreto ingiuntivo emesso contro di essa prima dell'entrata in vigore della l. 453/99”, argomentando dal rilievo che “il pagamento dei debiti della soppressa Azienda deve avvenire con somme messe a disposizione della Regione, sulla base dell'accertamento delle passività effettuato dal commissario liquidatore. E, proprio per permettere tale accertamento, la legge di conversione ha esplicitamente innovato rispetto al decreto legge poi convertito stabilendo che, per il solo termine massimo di diciotto mesi, non potesse esercitarsi l'azione esecutiva nei confronti della Nuova Azienda e dell'Università e che solo per il suddetto periodo i pignoramenti non vincolassero il commissario liquidatore al fine di consentirgli di effettuare gli accertamenti necessari articolo 2 numero 2 lett. C legge citata . Con ciò chiaramente stabilendosi che, trascorso detto termine,il Commissario Liquidatore avrebbe ben potuto essere aggredito esecutivamente per i debiti della cessata azienda Universitaria qualora la struttura liquidatoria fosse ancora in piedi ed i benefici delle rimesse regionali effettivi”. Ulteriormente, là dove ha affermato che “la citata disposizione transitoria trova una sua ragione evidente nell'impossibilità solo temporanea di aggredire la Gestione Liquidatoria. Infatti, se dopo diciotto mesi l'Università OMISSIS avesse dovuto rispondere dei debiti relativi all'assistenza sanitaria, sarebbe stata de tutto inutile la sopravvivenza della gestione liquidatoria ed il suo attuale funzionamento per il ripiano delle passività universitarie”. Ancora, là dove ha quindi concluso che, essendo “il titolo posto in esecuzione . costituito da d.i. emesso per debiti relativi all'assistenza sanitaria di pertinenza della cessata Azienda, titolo emesso nei confronti della ricorrente considerato unicamente che all'epoca il solo soggetto giuridicamente esistente era l'Università, costituendo l'Azienda mera articolazione interna della prima e sfornita di personalità”, il soggetto nei confronti del quale promuovere l'esecuzione “avrebbe dovuto essere la Gestione Liquidatoria ma non in forza di un nuovo titolo già esistente ma dell'applicazione di una norma di legge”. Dell'impugnata sentenza, assorbito il restante 3 motivo, s'impone pertanto la cassazione in relazione, con rinvio al Tribunale di Roma, che in diversa composizione procederà a nuovo esame, facendo dei suindicati disattesi principi applicazione. Il giudice del rinvio provvederà anche in ordine alle spese del giudizio di cassazione. P.Q.M. La Corte accoglie p.q.r. il 1, il 2 ed il 4 motivo, assorbito il 3. Cassa in relazione l'impugnata sentenza e rinvia, anche per le spese del giudizio di cassazione, al Tribunale di Roma, in diversa composizione.