Piano straordinario del Ministero dell’Interno contro lo spaccio nelle scuole

Il Ministero dell’Interno ha presentato l’avvio dell’iniziativa “Scuole sicure”, un piano straordinario per combattere lo spaccio di droga nelle scuole delle principali città italiane. È stato stanziato un fondo di 2,5 milioni di euro per incrementare i controlli, assumere agenti di polizia locale, coprire i costi degli straordinari e installare impianti di videosorveglianza.

In vista dell’ormai imminente riapertura delle scuole, il Ministero dell’Interno ha dato vita ad un piano straordinario contro lo spaccio di droga nelle scuole. “Scuole sicure”. Alcune delle principali città italiane, da Trieste a Catania, passando – tra le altre per Milano, Torino, Firenze, Roma, avranno a disposizione un fondo di 2,5 milioni di euro per incrementare i controlli, assumere agenti di polizia locale, coprire i costi degli straordinari e installare impianti di videosorveglianza. Per accedere ai contributi, i Comuni interessati dovranno produrre istanza entro il 20 settembre, corredata da una scheda progettuale che illustri tutte le iniziative prevista. Il Capo della Polizia Gabrielli ha sottolineato «La gravità del reato in parola che costituisce una delle principali forme di arricchimento della criminalità appare, infatti, con maggior evidenza se consumato nei pressi delle scuole, in quanto determina l'insorgenza nella collettività di giustificati sentimenti di riprovazione ed allarme, fondati sulla considerazione che i più giovani, proprio nei luoghi deputati alla loro realizzazione e crescita socio culturale, possano maturare le prime esperienze di contatto con il mondo delle sostanze psicotrope. [] Si richiamano, infine, le misure previste dal decreto-legge 20 febbraio 2017, numero 14, coordinato con la legge di conversione 18 aprile 2017, numero 48, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, che ha introdotto alcuni importanti strumenti di prevenzione al fenomeno, tra i quali la possibilità, rimessa ai Regolamenti comunali, di inserire le aree urbane su cui insistono le scuole e i plessi scolastici tra i siti sui quali è consentita l’applicazione del “DASPO urbano”».

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