Con una nota di sintesi alla Relazione sull’amministrazione della Giustizia nell’anno 2012 inviata a Camera e Senato, è stato fatto una sorta di “punto della situazione” sui vari interventi del Governo, sia in materia civile che in materia penale. La nota sottolinea che tutti gli interventi volti ad incidere sulle principali aree di criticità nell’ambito della amministrazione della giustizia si sono mossi nel solco delle direttrici d’azione tracciate in occasione della Relazione sulla Amministrazione della Giustizia depositata lo scorso anno, ampliate e rese organiche alla luce di analisi e riflessioni sviluppate nei primi mesi di mandato.
Le principali direttrici sono La questione carceraria e i problemi legati alla tensione detentiva, il tema della efficienza dell’organizzazione giudiziaria sia sotto il profilo della struttura e distribuzione degli uffici giudiziari sia sotto quello della domanda e della offerta di giustizia con la connessa problematica degli strumenti in grado, in particolare modo nel settore civile, di incidere sulla formazione dell’arretrato, infine, la sfida rappresentata dalla utilizzazione e diffusione della tecnologia nel processo. Tensione detentiva. In merito alla delicata questione carceraria, il Ministro della Giustizia, nella piena consapevolezza della complessità ed urgenza delle tematiche da affrontare e anche in considerazione della durata limitata del mandato di Governo, ha sviluppato un’azione su vari fronti quello delle strutture carcerarie, quello dell’introduzione di meccanismi di deflazione, in una prospettiva emergenziale e quello strutturale finalizzato a dotare il nostro ordinamento di istituti volti a favorire modalità di esecuzione della pena diverse dalla detenzione in carcere. L’obiettivo del c.d. “Piano Carceri ed interventi ordinari” è la consegna, entro il 31 dicembre 2014, di 11.700 posti. «Nel 2012 – specifica la relazione - sono stati consegnati 3.178 nuovi posti, ai quali se ne aggiungeranno 2.382 entro giugno 2013». La durata dei processi penali si allunga il “collo di bottiglia” è l’appello. La relazione di sintesi inoltre rileva che l’«incremento delle pendenze nel settore penale incide negativamente sulla durata media prevedibile dei processi che fa registrare un allungamento dei tempi, piuttosto limitato in primo grado 342 giorni nel 2011 contro 326 nel 2010 e in Cassazione 218 giorni nel 2011 contro 204 nel 2010 , più significativo in Corte d'Appello che si conferma il vero “collo di bottiglia” del sistema 947 giorni nel 2011 contro 839 nel 2010 ». Mentre sono in calo i procedimenti civili. L’altra faccia della medaglia, però, è la riduzione dei procedimenti civili. A giugno 2009, infatti, gli affari pendenti presso gli Uffici erano 5.922.674, mentre a giugno 2012 erano 5.488.031. In parte – si legge ancora nella relazione - il calo è dovuto all'introduzione della tanto discussa mediazione civile obbligatoria. Nello specifico, viene sottolineato che «nei 20 mesi di operatività marzo 2010-ottobre 2012 », ci sono state circa 210.000 mediazioni, con una percentuale di accordi raggiunti, quando le parti si sono presentate, intorno al 48%. Tuttavia, viene specificato, «solo nel 31% dei casi in cui era obbligatoria la mediazione, le parti si sono presentate». Risparmi pari a 55mln di euro nel 2012 grazie al taglio dei tribunali. La relazione, come detto, ha affrontato anche la riforma della “geografia giudiziaria” che, si legge, «consentirà risparmi di spesa significativi», stimabili in circa 55 milioni di euro per il 2012 e 95 milioni di euro per gli anni successivi. E, soprattutto, assicurerà «maggiore efficienza ed efficacia degli uffici». Filtro in appello e modifiche alla Legge Pinto Da sottolineare l’introduzione del “filtro”, per un accesso alla giustizia più “fisiologico” ed efficiente in secondo grado d.l. numero 83/2012 . L’istituto, «ispirato ai modelli inglese e tedesco», è volto a limitare l’impugnazione di merito congegnando un meccanismo di inammissibilità dell’impugnazione, centrato su una prognosi di non ragionevole fondatezza del gravame, formulata dal medesimo giudice dell’appello in via preliminare alla trattazione dello stesso. Inoltre, c’è stata la modifica della “legge Pinto”, con la predeterminazione della soglia al di sotto della quale la durata del processo deve ritenersi ragionevole d.l. numero 83/2012 , la predeterminazione dell’ammontare dell’indennizzo spettante per ciascuna anno che eccede il termine di durata ragionevole, l’indicazione dei casi in cui il diritto all’indennizzo è escluso a causa di condotte di abuso del processo da parte di colui che lamenta l’irragionevole durata e la conformazione del procedimento secondo il modello dell’ingiunzione di pagamento. Professioni liberalizzate Da evidenziare, infine, quanto esposto dalla stessa relazione in materia di liberalizzazione in tema di professioni. Con il d.l. numero 1/2012, convertito dalla legge 24 marzo 2012, numero 27, sono state abrogate le tariffe professionali, rimettendo alla normazione secondaria la previsione di parametri. Intervento, questo, completato con l’emanazione del d.m. numero 140/2012, «che ha segnato il definitivo abbandono della rigida predeterminazione di griglie liquidatorie, in favore di parametri di riferimento per forbici di valori medi entro i quali si esplica la discrezionalità liquidatoria del giudice». È stato altresì introdotto l’obbligo di preventivo di massima nella negoziazione del compenso professionale è stata fissata la durata massima del tirocinio per l’accesso alle professioni regolamentate 18 mesi e prevista la possibilità di svolgimento del tirocinio, per i primi sei mesi, in concomitanza con il corso di studio. per una maggiore apertura del mercato. La relazione afferma che tali misure assicurano una maggiore apertura del mercato dei servizi professionali a principi di concorrenza «gli utenti dei servizi beneficeranno sia di minori costi, che di una migliore qualità». Particolare attenzione all’accesso alla professione. L’Esecutivo ha dedicato particolare attenzione al tema dell’accesso alla professione forense, che ha portato alla elaborazione di diverse proposte di intervento normativo, anche se i ristretti tempi a disposizione dell’Esecutivo non hanno consentito di portare all’attenzione del Parlamento. Nel corso dei mesi c’è stato un ampio confronto con i rappresentanti delle associazioni forensi e sono state elaborate possibili ipotesi di intervento, «finalizzate ad individuare meccanismi idonei ad assicurare un accesso più selettivo e qualificante all’esame di avvocato». Si è parlato tanto anche delle società tra professionisti. Queste società sarebbero lo strumento collettivo di esercizio delle professioni, che si ritiene possa portare ad un miglioramento del servizio professionale realizzato attraverso strutture societarie multidisciplinari. Per quanto riguarda gli avvocati, questo tema potrà, poi, trovare specifica declinazione nell’ambito dell’esercizio delle delega prevista nella Legge Forense. Correttivi alla legge fallimentare composizione della crisi da sovraindebitamento più efficace. Con il d.l. numero 179/2012 sono stati introdotti alcuni correttivi alla legge fallimentare, per rendere più efficace l’impiego delle procedure di composizione della crisi. «Sul fronte della tutela del consumatore e dell’imprenditore non fallibile – precisa la relazione - è stata introdotta nell’ordinamento una procedura di “composizione della crisi da sovraindebitamento”, nonché una procedura di liquidazione dei beni dei medesimi soggetti».
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