La Corte Costituzionale ha diffuso un comunicato stampa nel quale dà atto della decisione assunta in merito alla questione discussa nella udienza pubblica di ieri - molto sentita da tutte le parti coinvolte - e, cioè, la costituzionalità della mediazione.
Ebbene, la decisione è stata quella di dichiarare l’illegittimità costituzionale del d.lgs. numero 28/2010 nella parte in cui prevede l’obbligatorietà della mediazione per un certo numero di materie per eccesso di delega. Un silenzio che costa caro. Ed infatti, come si ricorderà, la legge delega nulla diceva in ordine alla scelta astrattamente possibile da parte del legislatore delegato nel disegnare il nuovo istituto della mediazione facoltatività oppure obbligatorietà? Quel silenzio è costato caro all’impianto del decreto legislativo che, quindi, perde il carattere della mediazione intesa come condizione di procedibilità. In attesa di leggere le motivazioni della Corte Costituzionale e posto che a prima vista la soluzione adottata appare giustificata dai precedenti della Corte stessa in materia di controllo di costituzionalità dei decreti legislativi rispetto alle previsioni della legge delega, possiamo comunque svolgere qualche considerazione, ovviamente a caldo sulle conseguenze della sentenza. Certamente i primi commenti di chi aveva protestato contro la mediazione sono già positivi «Abbiamo vinto una grande battaglia» ha dichiarato il presidente dell’OUA Maurizio De Tilla , ma a stretto rigore e in attesa delle motivazioni possiamo dire che l’illegittimità per eccesso di delega potrebbe consentire al legislatore di ripristinare quella scelta con legge, così sanando il vizio di origine. Non so se questa sarà la strada che verrà seguita, anzi forse – a leggere i primi commenti – direi forse di no dal momento che sembra vincente l’opzione certamente condivisibile di favorire la mediazione con incentivi. Certo è che, a mio avviso, l’obbligatorietà era necessaria in un momento di start up per far veicolare quanto più possibile l’idea, ma certo non è l’unica via che può essere percorsa. Spero soltanto che il venir meno dell’obbligatorietà della mediazione non faccia perdere l’opportunità al Sistema Paese di sviluppare il ricorso ad uno strumento fondamentale e con indubbi vantaggi quale la mediazione sicuramente è e come hanno dimostrato i dati che hanno visto chiudere il 20% circa degli incontri con un verbale positivo . Ora, dal momento che la mediazione – salvo modifiche – sarà fondata sulla volontarietà sarà anche vero che gli affari che approderanno alla mediazione saranno qualitativamente più stimolanti perché già indice di una volontà di mediare ad opera delle parti magari anche in esecuzione di una clausola di mediazione o di un’adesione ad un invito dei giudici . La presa d’atto del Ministro Severino. Nell’attesa di conoscere i motivi che hanno spinto la Consulta a dichiarare l’illegittimità costituzionale della mediazione obbligatoria, il Ministro della Giustizia – Paola Severino – fa sapere «Non ho letto le motivazioni ma la valutazione di legittimità è solo su una parte della delega che è stata esercitata dal precedente governo. Non posso che prenderne atto». Il Guardasigilli ha anche aggiunto «Stavamo già ragionando con gli avvocati sul tema della mediazione. Gli istituti funzionano nel tempo, con la pratica, e questo stava iniziando a funzionare. Rimane comunque quella facoltativa, vuol dire che lavoreremo sugli incentivi». Ma per ulteriori approfondimenti, attendiamo le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale per approfondire il tutto.
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