Al via la Corte Nazionale arbitrale: una strada parallela alla giurisdizione statale per una giustizia a misura di cittadino

L’Unione Nazionale Camere Civili lancia la Corte Nazionale Arbitrale una terza via dopo l’arbitrato ad hoc e quello amministrato dalle Camere di Commercio. L’obiettivo è di garantire la risoluzione delle liti attraverso arbitri specializzati, certi e selezionati, con onorari ragionevoli e pubblici in quanto allegati al regolamento arbitrale, con la speranza di porre fine a tariffe alte e poco trasparenti. Con questo auspicio l’istituto è stato presentato ieri a Roma da Renzo Menoni, Presidente dell’UNCC e del Consiglio Nazionale Arbitrale per il biennio 2014/1016.

Costi contenuti, tariffe certe, revisione del lodo. «Garantire l’assoluta terzietà e preparazione degli arbitri, a costi contenuti predeterminati sulla base di tariffe certe e che, in analogia con la parallela giurisdizione statale, possa offrire anche il rimedio alla revisione del lodo» con queste parole Renzo Menoni, Presidente dell’UNCC e del Consiglio Nazionale Arbitrale per il biennio 2014/1016, ha presentato a Roma l’istituto della Corte Nazionale Arbitrale, dinanzi alla platea di professionisti interessati a entrare nell’elenco nazionale degli arbitri che sarà costituito dopo l’avvio dei corsi di formazione organizzati dalla stessa Corte. Arbitri specializzati, certi e selezionati, quindi, con onorari ragionevoli e pubblici in quanto allegati al regolamento arbitrale, con la speranza di porre fine a tariffe alte e poco trasparenti. Interprofessionalità dell’istituto. La vera novità è costituita dalla interprofessionalità di un istituto nazionale aperto non solo all’avvocatura ma anche a commercialisti e notai con almeno 20 anni di iscrizione all’albo, esperienza in procedure arbitrali negli ultimi cinque anni e autori di pubblicazioni e docenze in materia arbitrale. Ammessi a entrare nell’elenco anche professori universitari di prima fascia nelle materie giuridiche con esperienza in procedura arbitrale. Una sfida per l’avvocatura. Una vera sfida per l’avvocatura, dunque, come sottolineato dal sottosegretario alla giustizia Cosimo Maria Ferri, garanzia di imparzialità e rapidità il lodo, infatti, dovrà essere pronunciato entro e non oltre sei mesi dalla costituzione del tribunale arbitrale, con la possibilità di costituire un progetto di lodo soggetto e riesame, purché prima della costituzione del predetto tribunale.