Vigilanza proattiva anche per le casse di previdenza?

Il recente CONSOB DAY, che si è tenuto a Milano l’11 giugno 2018, ha offerto spunti di grande interesse.

Nella sua relazione per l’anno 2017, data in Roma il 07.06.2018, il Presidente della COVIP, alla pag. 13, scrive L’attuale assetto dei controlli sulle Casse professionali è coerente con la natura obbligatoria del risparmio previdenziale che gestiscono. In tale contesto la COVIP, quale autorità tecnica già preordinata alla vigilanza del risparmio previdenziale privato, è chiamata a vigilare anche sulla gestione delle risorse finanziarie delle Casse professionali, in accordo con i Ministeri del Lavoro e dell’Economia, deputati a verificarne anche la complessiva stabilità. Pur in assenza del regolamento, previsto dal d.l. numero 98/2011, che avrebbe dovuto introdurre la disciplina sugli investimenti delle risorse finanziarie, sui conflitti di interesse e sulla banca depositaria, la COVIP ha comunque svolto la propria funzione di vigilanza. Si tratta però di un controllo ex post. Nel suo discorso al CONSOB DAY il Presidente Mario Nava si è speso per una vigilanza proattiva nel senso di anticipare e orientare una vigilanza sostanziale, che aiuta il lato dell’offerta e tutela la domanda, e non una vigilanza solo formale e sanzionatoria. Nel corso del CONSOB DAY la dott.ssa Anna Genovese ha dato enorme importanza alla trasparenza, come ulteriore presidio rafforzato della normativa vigente. La trasparenza svolge, in potenza, un ruolo chiave per migliorare le performance complessive del settore. Non si deve trascurare però il fatto che il contributo che viene dalla trasparenza informativa sulle caratteristiche e anche sui costi dei servizi e dei prodotti finanziari dipende dalla struttura del mercato, dal tasso di differenziazione dell’offerta, e dai complessivi costi di transazione che il singolo risparmiatore decide di accollarsi per reperire molteplici offerte e confrontarle tra loro. Sempre il Presidente della CONSOB ha certificato che il 40% delle persone non sa valutare le proprie conoscenze finanziarie e la ricerca economica dimostra che non c’è peggior investitore di colui che non sa di non sapere il 50% è a disagio con la finanza e il 50% non necessariamente lo stesso non è interessato. Il risultato è un quadro di percezioni soggettive, che riducono la qualità delle scelte e di emotività e sfiducia, che riducono la partecipazione al mercato finanziario. Le rivelazioni CONSOB confermano un dato noto, ossia il livello ancora basso di conoscenze finanziarie, a partire da nozioni base quali inflazione 53% relazione rischio – rendimento 52% e diversificazione di portafoglio 33% , e l’ancora più bassa familiarità con le varie dimensioni di rischio finanziario. La maggior parte degli italiani non ha un piano finanziario né legge l’informativa finanziaria e quasi il 40% investe senza comprendere. Oggi siamo quindi in una situazione davvero paradossale i fondi pensione, che gestiscono la previdenza complementare, che è facoltativa, e che a fine 2017 hanno accumulato risorse per 162,3 miliardi di euro, da anni dispongono del regolamento investimenti, addirittura rivisto in questi ultimi anni, mentre le Casse professionali, che gestiscono la previdenza obbligatoria di primo pilastro, e che alla fine del 2016 assommavano un patrimonio, a valore di mercato, pari a 80 miliardi di euro, sono prive del regolamento investimenti che in forza del d.l. numero 98/2011 è stato predisposto, ma da anni giace nel cassetto del MEF che non lo invia in Gazzetta Ufficiale per la sua pubblicazione. Mi auguro che il nuovo Governo voglia prendere in mano la situazione per far pubblicare al più presto il regolamento investimenti per le Casse di previdenza dei professionisti estendendo la vigilanza della COVIP non solo ex post ma anche ex ante nel senso di una vigilanza proattiva diretta ad anticipare e orientare gli indirizzi.