L’andamento dei tassi di interesse, in rapporto al noto differenziale da prima pagina, non ha nulla a che vedere con gli spot elettorali.
In linea di metodo, i giuristi “puri” hanno poco a che fare con l’economia, almeno fino a quando non si imbattono in temi più specifici, come le problematiche bancarie. Certo, la perizia econometrica chiamata a risolvere molti contenziosi esula dal campo di competenza del giurista, anche quando – conosciamo esempi felici di avvocati e magistrati poliedrici – l’elaborazione dei conti viene fatta già nell’impostazione e sviluppo delle argomentazioni giuridiche. Ora, piaccia o no, bisogna distinguere l’informazione dalla propaganda. Vero è che lo spread – quello più noto è il differenziale rispetto ai Bund tedeschi - indica la fiducia nel sistema Italia, ma farne discendere immediate ed inevitabili ricadute sul sistema bancario nostrano non è operazione intellettualmente onesta. Lo spread, per i più giovani, misura il maggior prezzo al quale siamo costretti a comprare denaro, ovvero il minor prezzo al quale possiamo venderlo sicuramente una diseconomia. Ma le banche non acquistano denaro per poi rivenderlo al cliente misurandolo sul differenziale bot/Bund, bensì sugli indici Euribor, Irs, etc. Lo deve sapere il cittadino, ma lo deve sapere anche l’avvocato, che spesso ha a che fare con le vicende bancarie del cliente, con le sue esigenze di liquidità, etc Veniamo al dunque, le rilevazioni dei tassi di interesse sono pubbliche è pertanto agevole proporne una rapida ricognizione ad uso di noi tutti. Dietro ed oltre il terrore del differenziale ci sono andamenti dei tassi di significato nient’affatto sconfortante, che danno la misura della connotazione propagandistica di taluni messaggi, forse l’ennesimo scoop per tentare di demolire il nostro sistema bancario con nuova paura o forse un grimaldello per sfondare la sfera emozionale dell’elettore . I fatti l’Eurirs è al valore minimo dall’inizio dell’anno, sia parametrato sui 10 anni, sia sui 15, sui 20, sui 25 e sui 30 registra oggi valori estremamente interessanti che consentono di chiedere ed ottenere mutui a tasso fisso molto più convenienti, anche rispetto ad una settimana fa. L’Euribor, invece, pure – la formula linguistica tutt’altro che limpida rende bene – atteso che le quotazioni un mese, tre mesi, sei mesi ed un anno sono inchiodate sugli stessi valori da lungo tempo. Cosa accade? Nessun dubbio che le prime pagine diano un’informazione poco corretta l’accesso ai mutui diventerà più oneroso se e quando le banche recepiranno la sfiducia internazionale modificando lo spread sull’erogazione del singolo prestito, ma i tassi di interesse sono altra cosa. Per i mutui indicizzati nessuna banca prende a riferimento il Bund tedesco, o altro titolo “a fantasia”. Un noto film “Vi presento Joe Black” propone una scena significativa, nella quale la morte nei panni di un giovane avvocato racconta di una storia d’amore con una donna, che tuttavia non conosce la vera identità del proprio innamorato. Chi ascolta il racconto esclama ma che affare è questo? L’omissis è le cose bisogna dirle per quello che sono. Gioco con la parola affare in materia di economia, è spesso – il cinico dirà sempre – una questione di affari al margine la funzione sociale della proprietà e retorica simile le cose vanno sempre dette per quello che sono. I canoni di trasparenza e correttezza articolo 1175 e 1337 c.c. sono sentinelle inamovibili, a partire dall’alto dal legislatore, che non legifera ormai dal dicembre 2017, se non vado errato . Staremo peggio, al di là degli oscuri presagi, se e quando la singola banca dinnanzi al singolo cliente deciderà di assumere una condotta consequenziale alla crisi di fiducia nel sistema Italia un problema delle banche? No, un problema della nostra pessima Italia.