Un mercoledì da leoni: Renzi, i 100 giorni della svolta ed un salto nel vuoto

Mercoledì 12 marzo, al termine di un Consiglio dei Ministri politicamente molto intenso, durato due ore, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato le sue idee per rilanciare l’Italia. Riforme costituzionali, pagamenti dei debiti della P.A., sostegno alle imprese con il taglio dell’IRAP, aumento delle buste paga ed investimenti per i giovani questi alcuni degli interventi che il Governo si è impegnato ad attuare entro i prossimi mesi.

La riunione. Mercoledì pomeriggio si è svolto il Consiglio dei Ministri, in un clima politico molto teso, in seguito all’approvazione della nuova legge elettorale alla Camera. Incassato il sostegno del Parlamento, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha deciso di mettere il turbo e, al termine della riunione, durata un paio d’ore, ha presentato le sue proposte di riforma per far ripartire il Paese. Sembra essere finalmente arrivato lo shock, o meglio, «la svolta buona» come da lui ribattezzata negli ultimi giorni , che aveva promesso nel momento in cui ha preso il posto di Letta. Ma quali sono state, nel concreto, le promesse fatte? Innanzitutto, sono state poste delle scadenze temporali. Aprile sarà il mese della riforma della Pubblica Amministrazione, maggio sarà dedicato al fisco, mentre la Giustizia sarà al centro del dibattito a giugno. Gli interventi costituzionali. Il primo punto affrontato da Renzi ha riguardato le riforme strutturali, che non si fermeranno all’Italicum. Dietro l’angolo, infatti, ci saranno la modifica o cancellazione? del Senato e un cambiamento drastico del Titolo V della Costituzione, che prevederà un ruolo molto più attivo delle Regioni, mentre, al contrario, verranno privati di fondamento istituti come Province e CNEL. Verrà creata, inoltre, una nuova Autorità per la Corruzione, che il desiderio del Governo vorrebbe vedere guidata da Raffaele Cantone, importante magistrato antimafia. La P.A. pagherà i suoi debiti. Avvicinandoci, invece, di più ai cittadini, un argomento importante affrontato ha riguardato il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione. Il Premier ha promesso lo «sblocco immediato e totale del pagamento dei debiti della P.A. 22 miliardi già pagati, 68 miliardi entro luglio». Inoltre, per evitare che si crei nuovamente questo tipo di disagi, l’intenzione è quella di rafforzare il Fondo di Garanzia del Credito. Altro nodo centrale è stato il via libera all’«unità di missione» per l’edilizia scolastica 3,5 miliardi, a disposizione degli enti locali, da utilizzare per rimettere a norma gli edifici scolastici. Il sostegno alle imprese. Ma il vero banco di prova del Governo riguarda gli aiuti alle imprese ed ai lavoratori. Dopo le invocazioni di Confindustria ad un aiuto urgente ed importante, Renzi ha risposto con la promessa di un taglio del 10% dell’IRAP, il quale verrà finanziato tramite l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, che passerà dal 20% al 26% rimangono esclusi, però, i titoli di Stato . In più, il costo dell’energia, per le piccole e medie imprese, verrà diminuito del 10% «attraverso una rimodulazione del paniere della bolletta energetica». Infine, verrà creato un Fondo da 500 milioni di euro per le imprese sociali, che partirà dal 1° giugno 2014. Una busta paga più corposa. La vera bomba consiste, però, nell’aiuto ai lavoratori. Matteo Renzi si è impegnato a garantire 1000 euro netti in più all’anno a chi ne guadagna meno di 1500 al mese tradotto, significa all’incirca 85-90 euro in più in busta paga ogni mese . I destinatari di questo provvedimento sono, all’incirca, 10 milioni di italiani, tra dipendenti e co.co.co, appartenenti non solo ai ceti più poveri, ma anche a parte del ceto medio. L’intervento del Governo non si limiterà, però, ad un mero aiuto passivo nei confronti di chi guadagna poco. L’obiettivo è quello di attivarsi per fornire un lavoro a chi ne è sprovvisto. L’aiuto ai giovani. Per questo, verranno promossi degli incentivi per aiutare disoccupati ed inoccupati, soprattutto tra i più giovani 1,7 miliardi di euro per garantire ai giovani, entro 4 mesi dall’ottenimento del titolo di studio, il lavoro o il proseguimento degli studi. Questo provvedimento va anche oltre a quanto richiesto dall’Europa, che fissava il tetto massimo di tutela ai 25enni, mentre il Governo intende fornire un sostentamento anche ai 29enni. Il Governo prevede, inoltre, un aumento del credito d’imposta per i ricercatori, con l’intenzione, entro il 2018, di creare 100.000 posti di lavoro. Viene anche smantellato un pezzo della Riforma Fornero il Governo ha varato un decreto-legge, con cui viene fissata a 3 anni la durata massima dei contratti a termine, con l’ulteriore vincolo del 20% dei lavoratori a termine sul totale dell’azienda. Il permesso del Parlamento. Ulteriori misure per l’occupazione non verranno previste a colpi di decreti-legge, come sembrava stesse per accadere durante i dibattiti sul Jobs Act. Invece, scopo del Governo è di andare in Parlamento a chiedere una delega per introdurre drastici cambiamenti, tra cui l’introduzione dell’assegno unico di disoccupazione che comporterà la soppressione della Cassa Integrazione in deroga , il reddito minimo e la tutela delle donne in maternità anche con l’introduzione di contratti atipici . Arriverà anche l’Agenzia unica del lavoro, che coordinerà le attività di INPS e centri di collocamento. E i soldi? Queste idee sono molto ambiziose, ma anche veramente costose. Il Presidente del Consiglio ha voluto fugare ogni dubbio al riguardo, garantendo la copertura economica per le riforme in itinere. I 10 miliardi necessari ci sono. Nonostante il commissario straordinario per la spending review Carlo Cottarelli, solo pochi giorni fa, parlasse di 3 miliardi di risparmi possibili per il 2014, Matteo Renzi ha ribattuto che si tratti di una stima prudenziale. A suo parere i risparmi possibili complessivamente potrebbero arrivare fino a 7 miliardi. A questi se ne aggiungono altri 6, previsti dalla possibilità di ampliare il deficit pubblico, attualmente al 2,6%, mentre il limite stabilito in sede europea è il 3%. Finanze aggiuntive dovrebbero essere ricavate dai ricavi legati ad un ulteriore calo dello spread. Insomma, i castelli per aria ora ci sono. A Renzi e ai suoi Ministri il compito di costruirci sotto le fondamenta.