Dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega al Governo, recante disposizioni per l’efficienza del processo civile, l’OUA ha subito parlato di un intervento che dimostra la «assenza di una strategia di riforma efficace del processo civile e una totale ‘ignoranza’ sui reali problemi che investono imprese e cittadini» da parte del Governo. Ma a non farsi attendere è stata anche la reazione del Consiglio Nazionale Forense
Il Consiglio Nazionale Forense, in relazione allo schema di disegno di legge che delega il Governo all'emanazione di disposizioni riguardanti il processo civile approvato nel corso del Consiglio dei Ministri dello scorso 17 dicembre, esprime il proprio «radicale dissenso sul provvedimento in generale e la ferma riprovazione per taluni dei suoi contenuti». Avvocati disponibili all’interlocuzione con il Ministro Per il CNF, lo schema di ddl delega, «deliberatamente elaborato ancora una volta senza tener conto dell'avvocatura in contrasto con l'articolo 35, comma 1, lett. q legge numero 247/2012 legge di riforma dell’ordinamento forense », rappresenta un «pregiudizio infondato e sgradevole nei confronti della categoria degli avvocati» visti come causa prima delle lungaggini del processo. ma il CNF ritiene che l’azione governativa è estemporanea. «Desta sconcerto» – conclude il Consiglio - «la previsione per cui il giudice motiva la sentenza solo se chi lo richiede paga prima un nuovo balzello pari alla metà del contributo unificato previsto per l'appello».