Nuovo cassetto fiscale telematico

L’Amministrazione finanziaria loda la novità del Cassetto fiscale telematico, strumento utile per ridurre le code agli sportelli e per rendere più immediati il rapporto Fisco-contribuente. Ma non mancano le critiche dei professionisti l’adesione alla nuova procedura sarebbe un ulteriore adempimento, macchinoso, a carico degli intermediari telematici.

In un momento di forte tensione, come quello che stanno vivendo gli intermediari telematici esasperati da proroghe, rinvii ed incertezza della norma, l’Agenzia delle Entrate coglie l’occasione, con il comunicato stampa del 29 novembre 2013, di esaltare la procedura del Cassetto fiscale telematico, sottovalutando la mole di lavoro che dovrà essere gestita, in conseguenza di ciò, dagli intermediari medesimi. Più facile delegare il professionista alla consultazione del cassetto fiscale. Per l’Amministrazione Finanziaria la nuova procedura consentirà al contribuente di delegare più facilmente il proprio professionista alla consultazione del cassetto fiscale, riducendo i tempi di consultazione delle informazioni tributarie in possesso dell’Ufficio. Questo sicuramente l’obiettivo da raggiungere a regime, ma nell’immediato la procedura operativa non appare così snella come dovrebbe. Ogni contribuente può delegare fino ad un massimo di due intermediari e la durata del servizio di consultazione durerà quattro anni, in luogo dei precedenti due dopodiché occorrerà rinnovare la richiesta. Il mandato può essere revocato in qualunque momento sia da parte dell’intermediario che da parte del contribuente. Niente code con la delega via web. Il contribuente può conferire la suddetta delega online, in luogo della tradizionale consegna del modulo cartaceo agli Uffici, e in entrambi i casi, il conferimento si considera immediato, ma non può dirsi altrettanto dell’accesso al Cassetto fiscale. Infatti, nel caso in cui la delega fosse inviata dall’intermediario, ovvero nella maggior parte dei casi in cui si utilizzi la procedura online per accorciare i tempi di attivazione, l’Agenzia invierà, tramite la posta tradizionale, un ulteriore codice per renderla attiva. Questo passaggio, motivato da una maggiore protezione sia della volontà che della privacy del contribuente, non fa altro che rallentare l’attivazione della Cassetto fiscale, obbligando ad attendere i tempi di ricevimento del codice e impedendo per alcuni giorni l’accesso alla banca dati in oggetto, con notevoli disagi per le ordinarie attività di studio. La modalità architettata dall’Amministrazione finanziaria va ancora una volta nella direzione opposta della semplificazione, costringendo gli intermediari ad un lavoro extra di gestione burocratico-amministrativa che peserà completamente sui bilanci di fine anno degli studi, già fortemente provati dalle difficoltà di incasso dei crediti verso clienti. Questo, ovviamente, non è il punto di vista del Comunicato stampa che invece segnala tutte le modalità di consultazione dei dati da parte del contribuente e dei suoi consulenti. fonte www.fiscopiù.it