Il Tribunale di Roma con due ordinanze di data 6 settembre 2013 ha rigettato i ricorsi Aiga e Agifor che chiedevano il blocco delle elezioni per il rinnovo del comitato dei delegati di cassa forense al fine di ricomprendere anche i 56mila avvocati che si ritenevano iscritti ope legis 247/2012.
Ricorso bocciato. Nella sostanza il Tribunale di Roma ha respinto la tesi della iscrizione ope legis in cassa forense riconfermando la iscrizione a domanda o d’ufficio una volta emanato il regolamento di attuazione. Decisione, per chi scrive, ineccepibile. Agifor ha comunicato però di avere proposto reclamo. Nel frattempo però si potranno tenere le elezioni a partire dal 9 settembre 2013. Sabato scorso il comitato dei delegati in prorogatio illegittima si è riunito per approvare il regolamento di attuazione. Sono stati approvati però solo i primi sette articoli rimettendo ogni decisione al nuovo comitato dei delegati che uscirà dalla tornata elettorale l’articolato con tutti gli emendamenti proposti è consultabile cliccando lo allegato . Elezioni importanti per Cassa Forense. Siamo arrivati quindi alle elezioni che assumono per il futuro di Cassa Forense un significato molto importante. Invito tutti i Colleghi iscritti in Cassa Forense a non trascurare questo passaggio elettorale perché il prossimo comitato dei delegati sarà chiamato ad assumere decisioni molto delicate al fine di assicurare a tutti gli avvocati, a prescindere dal reddito, un futuro previdenziale e assistenziale equo e sostenibile. Equità e sostenibilità richiedono uno stretto collegamento tra la contribuzione versata e la rendita previdenziale che si maturerà al termine del percorso lavorativo. Oggi, perdurando il sistema di calcolo retributivo, tale collegamento è sfilacciato, spesso carente e la conseguenza è lo aumento progressivo del debito previdenziale maturato che pende, come un macigno, sulla testa delle generazioni più giovani. Il mio pensiero è noto e privilegia l’opzione al sistema di calcolo contributivo calibrato sulla realtà e sulle dinamiche della professione forense. Il comitato dei delegati uscente ha difeso il privilegio del sistema di calcolo retributivo anche se negli emendamenti proposti che ho pubblicato delegati lungimiranti hanno proposto la opzione per tutti al sistema di calcolo contributivo avviando contestualmente un piano di ammortamento del debito previdenziale già maturato con contribuzione proporzionale al beneficio ricevuto o ricevendo nel rispetto del pro rata temporis. Invito quindi i Colleghi a farsi parte diligente per informarsi sui programmi presentati dalle varie liste in competizione tra loro, programmi che debbono essere chiari sulla visione previdenziale e assistenziale complessiva senza perdere di vista la tenuta economico-finanziaria del sistema previdenziale forense nel tempo. Chi è già stato in Cassa Forense per tre mandati ha già dato e non può essere spremuto oltre chi è pensionato - come il sottoscritto - deve lasciare spazio ai giovani va premiata la professionalità specifica in previdenza e finanza al di là delle sponsorizzazioni di ordini e associazioni. Cassa Forense è una fondazione patrimonio di tutta la avvocatura e ad essa vanno riservate le forze intellettuali migliori. L’avvocato deve pensare al suo futuro previdenziale e mandare in comitato dei delegati non amici o gli amici degli amici ma Colleghi in grado di gestire una sfida molto ardua e piena di incognite. Se il 50 per cento dei nostri iscritti è donna, di uguale peso dovrà essere la rappresentanza in Cassa Forense. Io sono fiducioso perché l’Avvocatura deve iniziare un processo di riscatto che non a caso si avvia proprio dalla previdenza che è l’arcobaleno del nostro futuro.
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