Una riforma per una maggiore equità, meno burocrazia e più controlli

Il Consiglio dei Ministri del 3 dicembre ha approvato la riforma dell’ISEE - Indicatore della situazione economica equivalente - utilizzato per l'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali. Questo per garantire maggiore equità ed efficacia nella valutazione della condizione economica delle famiglie, meno burocrazia e più controlli.

Il Consiglio dei Ministri di ieri ha approvato la riforma dell’ISEE - Indicatore della situazione economica equivalente utilizzato per l'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali – improntata ad una maggiore equità. Sono previsti meno burocrazia e più controlli per stanare i ‘falsi poveri’. Criteri definiti univocamente su tutto il territorio nazionale. La riforma, indicata nel documento dei ‘saggi’ nominati da Giorgio Napolitano come uno degli obiettivi prioritari del futuro Governo, e prevista dall'art. 5 del decreto n. 201/2011 c.d. Salva Italia , è finalizzata a riconoscere l’accesso a tariffe agevolate alle prestazioni sociali a chi ne ha maggiormente bisogno, rafforzando, allo stesso tempo, la lotta contro gli abusi, come quelli che ha recentemente segnalato la Guardia di Finanza. Come funziona il nuovo ISEE? Al fine di valutare al meglio la condizione economica delle famiglie, con il nuovo ISEE verranno incrociate le diverse banche dati fiscali e contributive, integrando i dati a livello nazionale, e saranno ridotte le aree dell’autodichiarazione. Quali sono le novità della riforma? Vengono prese in considerazione tutte le forme di reddito, anche quelle fiscalmente esenti maggior peso alla componente di reddito patrimoniale particolare attenzione per i nuclei familiari con carichi gravosi es. famiglie con 3 o più figli e quelle con disabili differenziazione dell’indicatore in base al tipo di prestazione richiesta riduzione delle autocertificazioni, con conseguente rafforzamento dei controlli. Le novità nel calcolo del reddito. Per quanto riguarda la determinazione del reddito, l’ISEE riformato consente di tenere conto di variazioni del reddito corrente superiori al 25% inoltre, vengono sottratti dalla nozione di reddito alcune entrate quali gli assegni di mantenimento i redditi da lavoro dipendente quota del 20% fino a un massimo di 3.000 euro pensioni quota del 20% fino a 1.000 euro costo dell’abitazione da 5.165 a 7.000 euro all’anno spese effettuate da persone disabili o non autosufficienti. Valorizzazione del patrimonio e abbattimenti per la prima casa. Con riferimento agli immobili, invece, si considera patrimonio solo il valore della casa che eccede il valore del mutuo ancora in essere , mentre per tenere conto dei costi dell'abitare viene riservato un trattamento particolare alla prima casa. Il valore IMU è calcolato al netto del mutuo e di una franchigia di 52.500 euro, incrementata di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo. Il valore residuo dell'abitazione, così calcolato, viene abbattuto a due terzi. Uno strumento più corretto per valutare le condizioni delle famiglie. Con la riforma che abbiamo predisposto – ha commentato il Ministro Giovannini – intendiamo non solo disporre di uno strumento più corretto per valutare le condizioni relative tra persone e famiglie con diverse possibilità economiche, ma anche restringere gli spazi all'evasione, ricordando che ogni presunta furberia, in effetti una vera e propria ruberia, toglie un'opportunità a coloro che ne hanno diritto .

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