AIGA vs. CNF: terreno di scontro l’accesso delle nuove leve “nell’alta società”

In un comunicato stampa del 25 luglio scorso, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati ha criticato duramente i nuovi regolamenti varati dal CNF. Nel mirino, soprattutto, la nuova disciplina del patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, che, secondo l’AIGA, mira a bloccare i giovani legali.

Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il CNF ha annunciato il completamento dei regolamenti di attuazione della l. numero 247/2012 di sua competenza, ma non tutti si sono dimostrati soddisfatti. Pesanti critiche. Arriva, infatti, dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati «una sonora bocciatura» per «un sistema ben congegnato per bloccare i giovani». Nel mirino, in modo particolare, la nuova disciplina per l’iscrizione all’albo per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori. I punti contestati. «E’ inaccettabile, contesteremo il regolamento nelle sedi opportune» sono state le prime parole della Presidente dell’AIGA Nicoletta Giorgi diffuse in un comunicato stampa, che poi continua «chi non maturerà i requisiti per l’iscrizione all’albo speciale secondo la normativa ante 247/2012 e comunque entro il 2016», tra cui «la maturazione di un’anzianità di iscrizione all’albo di 12 anni e pochi altri requisiti per dimostrare l’esercizio effettivo» dovrà «maturati 8 anni di iscrizione all’albo e dimostrato di aver patrocinato ben 10 giudizi in Corte d’Appello negli ultimi 4 anni, frequentare proficuamente un corso organizzato dalla Scuola superiore dell’avvocatura. A tale corso, che verrà svolto per la maggior parte a Roma, si accederà dopo aver prima superato un test di ammissione, valutato da una commissione la cui composizione è decisa dal CNF». «Superato il test di accesso l’aspirante cassazionista dovrà pagare un contributo, sempre deciso dal CNF, il cui ammontare ha portato persino a prevedere che vi siano apposite borse di studio per farvi fronte. Borse i cui requisiti per di assegnazione sono sempre previsti dal CNF». Inoltre, «una volta che è stata possibile l’iscrizione alla Scuola il candidato dovrà frequentare almeno 140 ore di corso a Roma e altre 20 ore forse presso la propria corte distrettuale. Dovrà poi tornare a Roma in una data individuata dal CNF per svolgere la verifica finale di idoneità. Qui la commissione indicata dal CNF non solo valuterà con una prova scritta e una prova orale le conoscenze giuridiche del candidato ma ne valuterà persino, parole testuali, “la maturità”!». La polemica finale. Secondo l’AIGA, quindi, il CNF ha trovato il modo per impedire l’accesso alle giurisdizioni superiori alla maggioranza dell’avvocatura. «E come si inquadra questo percorso ad ostacoli con il fatto che per essere eletti al CNF, ossia nell’organismo che con la legge 247/2012 gestisce interamente la vita dell’avvocatura, si deve essere iscritti all’albo delle giurisdizioni superiori?» è la domanda che polemicamente si pone l’Associazione in chiusura.