Primo, secondo e ora terzo grado: definitiva la condanna di Berlusconi per frode fiscale. Ora i fronti dell’incandidabilità e della decadenza da senatore

Aperto solo il fronte dell’interdizione dai pubblici uffici, su cui dovrà nuovamente pronunciarsi la Corte d’Appello. Condanna a quattro anni di reclusione, ma tre sono già coperti da indulto e ne resta uno da scontare due le ipotesi, o l’affidamento ai Servizi sociali o la detenzione agli arresti domiciliari.

Pura cronaca solo per pochi secondi, giusto il tempo utile ai giudici della Corte di Cassazione – sezione feriale – di leggere, dopo una lunga riflessione in Camera di Consiglio, il dispositivo, ‘sigillando’ così – ecco il dato di fatto – la condanna a quattro anni di reclusione di Silvio Berlusconi per il reato di frode fiscale in merito alla gestione dei diritti televisivi Mediaset. Eppoi, ancora, qualche minuto dedicato ai fatti Giusto lo spazio ulteriore, una volta conclusa la lettura del dispositivo, di ricordare che identica condanna era stata comminata sia in primo che in secondo grado, e di annotare che unica vittoria per i difensori di Berlusconi – Coppi in testa – è stata la messa in discussione del quantum dell’interdizione dai pubblici uffici, su cui dovrà nuovamente pronunciarsi la Corte d’Appello. Opinioni, interpretazioni, riflessioni, polemiche Subito dopo, è scattata la fase delle opinioni, delle interpretazioni, delle riflessioni, delle polemiche, dei commenti – imparziali e, spesso, parziali –, tutto legato a doppio filo ai destini dell’attuale governo e al futuro del Popolo della Libertà e della rediviva, forse, Forza Italia . Così, i dati di cronaca sono stati messi subito in un cantuccio, ignorati completamente. Eppure, sarebbe il caso di aspettare le motivazioni della sentenza – ieri, come detto, è stato letto solo uno stringato dispositivo –, e magari di andare a rileggere la pronunzia emessa dai giudici secondo grado per meglio ricostruire la vicenda. E invece da oggi, anzi da ieri sera, spazio solo a prese di posizione pro domo sua! Ma cosa rimane sul tavolo dopo la decisione dei giudici del Palazzaccio? Senza alcun dubbio, innanzitutto, la condanna definitiva per uno dei personaggi politici, imprenditoriali e mediatici più rilevanti degli ultimi 30 anni in Italia. Già ieri, per la verità, è circolata l’ipotesi di un ricorso addirittura alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma, per ora, la pronunzia della Cassazione è come il triplice fischio finale in una partita di calcio! Però ancor più rilevanti sono le conseguenze parlamentari della condanna. Detto più chiaramente, dando per ancora aperto il fronte dell’interdizione dai pubblici uffici, il riferimento è alla legge anticorruzione, meglio ancora alla incandidabilità e, ancor di più, alla ipotesi di decadenza da senatore. Su quest’ultimo punto, in particolare, è prevista una istruttoria da parte della Giunta per le elezioni e poi il voto di convalida da parte dell’aula. Per completare il quadro, infine, le conseguenze per l’uomo Berlusconi, a cui, per la verità, resta da scontare solo un anno di reclusione, essendo stati già coperti gli altri tre anni di condanna sui quattro complessivi dall’indulto. Ovviamente Berlusconi, anche tenendo presente l’età, non andrà in carcere, e potrà optare tra l’affidamento ai Servizi sociali o la detenzione agli arresti domiciliari.