Manualetto di campagna elettorale per Cassa Forense

Corre l’anno 2013 d.C. e Giulio Nevi, homo novus , è candidato alla presidenza di Cassa Forense. Concorrente è Nunzio Luciano. Nel 63 a.C. è Marco Tullio Cicerone candidato al Consolato. Concorrenti sono, con altri, Gaio Antonio Ibrida e Lucio Sergio Catilina. È probabilmente in questo contesto che il fratello minore di Cicerone, Quinto, scrive il commentariolum petitionis , un vero e proprio vademecum elettorale che prescrive all’illustre oratore una serie di norme di comportamento mirate a creare le condizioni per la non facile elezione. Marco Tullio Cicerone fu eletto console

A distanza di più di venti secoli, questa testimonianza offre uno sconcertante confronto fra le tecniche di conquista del consenso praticate nell’Antica Roma e quelle in uso oggi. Ambitus andare intorno prensatio stretta di mano ormai però passata di mano scriptores , oggi soppiantati dai fax e dalle e-mail oltre che dalle telefonate. La parola d’ordine è però sempre la stesso OVF – oro vos faciatis – spero che votiate per me . I commentatori ci tramandano che diffusa e lecita al tempo di Roma era la pratica del voto di scambio inteso come promessa di favori fatta dal candidato dalla tunica immacolata nei confronti dell’elettore, sia dell’appoggio tra candidati per cariche diverse. Oggi il voto di scambio è una pratica illecita ma è largamente diffusa. Per l’elezione del presidente di Cassa Forense, come ho già avuto modo di scrivere, si formano delle cordate fra gli 80 delegati, molti dei quali sono interessati al rinnovo parziale del Consiglio di Amministrazione, in ragione di 5 poltrone. Poiché per l’elezione dei componenti del CdA ogni elettore, quindi ognuno degli 80 candidati, può scrivere sulla scheda soltanto 3 nomi, ne consegue che ogni cordata può fare affidamento su 3 componenti per il Consiglio di Amministrazione salvo distribuire tra i componenti la cordata stessa, con un algoritmo, le preferenze di voto in modo da far aumentare il numero da 3, sicuri, a 4 o magari anche l’en plein di 5, storicamente improbabile per non dire impossibile. Di qui la pratica del voto di scambio. Ti voto come presidente se appoggi la mia candidatura al CdA o quale coordinatore di questa o quella commissione istituzionale, già perché ci sono anche quelle in giuoco. Il tutto mentre Cassa Forense avrebbe urgentissimi problemi da affrontare e risolvere quali, a mero titolo di esempio, la verifica di tenuta del bilancio attuariale con i dati reali che vedono la continua e progressiva contrazione sia del reddito che del volume d’affari dell’Avvocatura italiana la predisposizione del regolamento di cui all’art. 21 legge 247/2012 la soluzione al problema portato in sede giurisdizionale dai 56.095 avvocati iscritti all’Ordine ma non iscritti o iscritti d’ufficio, secondo una interpretazione giurisprudenziale del Tribunale di Roma, in Cassa Forense e che non hanno partecipato alla recente tornata elettorale per il rinnovo del Comitato dei Delegati. Tornano invece di attualità i comportamenti descritti nel commentariolum come la stessa atmosfera psicologica che precede il voto e quindi la sospensione della routine e del buonsenso lo sfruttamento impudico dei rapporti umani l’alterazione del vero la deriva fantasiosa dell’ora o mai più! il gossip che in Cassa Forense non subisce sfratti! E infine Roma, una città sempre bellissima ma piena di tranelli, di inganni, di vizi di ogni genere così la presenta Cicerone junior, la città che proprio allora comincia a farsi eterna con i suoi banchetti, i suoi portaborse, le sue meretrici, i suoi servi, la sua arte di costruire lusinghe risolvendole in promesse e menzogne . Con il che non appare strambo che proprio il divino Giulio Andreotti, dall’alto della sua esperienza di popolano romano divenuto uomo di Stato, abbia colto la più netta incompatibilità tra l’uomo onesto e il candidato. Resta da chiedersi come mai, fra ombre e retaggi, riemersioni e rifioriture, sempre più spesso la vita politica vada a battere sempre sulla Roma Antica. E la risposta è che forse lì dentro, oltre al passato, si rischia di trovarsi un pezzetto di futuro. dalla recensione di Filippo Ceccarelli, La Repubblica, 08.04.2006 . In questo particolare momento storico, senza nulla togliere all’altro candidato, Cassa Forense ha bisogno di un presidente di garanzia, di un presidente che conosca sia la materia previdenziale che quella della finanza previdenziale e che sia in grado di portare fuori la Fondazione dalle secche in cui è finita a causa di una politica miope e assai poco lungimirante. Il personaggio c’è e credo sia noto a tutti i Delegati di buona volontà. Sapranno i Delegati di Cassa Forense privilegiare la competenza e la professionalità prima di ogni altra considerazione? Ciò che è proprio dell’uomo è la ragione. Per essa l’uomo precede gli animali e viene subito dopo gli dei. E la perfezione della ragione si chiama virtù e in ciò appunto consiste l’onestà dal De vita beata di Seneca .