Mercoledì 16 luglio si è svolta l’inaugurazione dell’anno giudiziario forense 2014. Si è trattato di un momento in cui il Presidente del CNF Guido Alpa ha sottolineato la conclusione di un anno proficuo per l’Avvocatura ed ha espresso le proprie speranze in vista della prossima riforma della Giustizia direttamente al Guardasigilli Andrea Orlando, presente all’evento.
Il CNF fa il punto. Mercoledì 16 luglio è stato inaugurato l’anno giudiziario forense del 2014 si è trattato di un momento per analizzare l’anno trascorso e riflettere sui prossimi passi da compiere. Il Presidente del CNF, Guido Alpa, ha aperto la cerimonia con una relazione dedicata all’attività compiuta ed alle riforme in corso. Società tra avvocati. Innanzitutto, vengono rivendicati i meriti il CNF ha completato il percorso di approvazione dei regolamenti attuativi della riforma forense. «Ora si tratta di portare a compimento la svolta approvando i regolamenti di competenza ministeriale» ha sottolineato il Presidente Alpa, rivolgendosi direttamente al Ministero della Giustizia Andrea Orlando, presente all’evento. In particolare, è stata segnalata l’esigenza di riaprire i termini della delega per la disciplina delle società tra avvocati, lasciati cadere dal precedente Esecutivo «con una scelta non condivisibile e che deve essere rimediata nel più breve tempo possibile per garantire agli avvocati questa nuova opportunità». Si precisa, inoltre, che la possibilità di scelta tra diversi tipi societari con cui organizzare la propria attività non implica la costituzione di un nuovo status di imprenditore all’avvocato. Viene, inoltre, sottolineata la positività della scelta di non prevedere soci di puro capitale, «a presidio dei valori di libertà ed autonomia dell’avvocato nell’esercizio della sua preziosa e delicata attività», che potrebbero risultare compromessi dalla presenza di un socio non iscritto all’albo, anche se in posizione minoritaria e privo di poteri gestori. Un altro successo conseguito consiste nell’approvazione da parte del CNF in consultazione con le altre componenti dell’avvocatura, dei 14 regolamenti attuativi della riforma forense. In più, è stato dato il via libera definitivo anche ai regolamenti sulla formazione continua e sui corsi per i Cassazionisti. Le riforme in corso d’opera. È stato poi dato uno sguardo sulle proposte dell’attuale Governo alla nuova riforma della Giustizia «I dodici punti esposti dal Presidente del Consiglio, e le linee programmatiche illustrate dal Ministro, ci trovano consenzienti siamo in attesa di leggere i testi normativi per poter riflettere e formulare, ove necessario, i suggerimenti e le integrazioni che fossero utili». Sul punto, Guido Alpa ha fatto i complimenti ad Orlando «per il nuovo metodo introdotto per risolvere i problemi ascolto, interlocuzione e verifica delle iniziative». E proprio il Ministro ha precisato, sul tema della riforma della giustizia, che i principi stanno per essere trasformati in provvedimenti «la riforma più vicina al traguardo è quella civile di cui presto avremo gli articolati che affronteranno i temi più importanti, arretrato, funzionamento del processo e riforma della magistratura onoraria. Tuttavia, il Presidente del CNF si è doluto della mancata considerazione delle segnalazioni, delle urgenze e delle richieste arrivate dalle sedi soppresse durante la riforma della geografia giudiziaria, accusando il Governo di aver applicato un metodo astratto ed irrazionale, oltre che inefficiente, di sistemazione degli uffici giudiziari e di accorpamento delle sedi. Orlando ha però risposto prontamente «i vuoti si possono colmare se saremo in grado di fare ulteriori interventi di razionalizzazione». All’evento ha partecipato, a distanza, anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha inviato un telegramma di auguri di buon lavoro, riconoscendo, inoltre, al CNF e all’intera Avvocatura «di aver condiviso l’esigenza di promuovere il massimo di competenza e rigore nell’esercizio di una professione con rilevanza sociale e che concorre alla funzione costituzionale di garantire il rispetto dei diritti fondamentali e la corretta applicazione della legge».