La Consulta boccia il referendum sul taglio dei tribunali

La Corte Costituzionale, con un comunicato stampa apparso sul sito mercoledì 15 gennaio 2014, ha fatto sapere di aver dichiarato inammissibile la richiesta, presentata da 9 Regioni, di referendum abrogativo della riforma della geografia giudiziaria. Una riforma che ha sempre diviso, e che continua a dividere, gli addetti ai lavori. Il Ministro della Giustizia, da una parte, esprime soddisfazione, l’OUA, dall’altra, prospetta iniziative di protesta.

Una riforma che ha sempre diviso La Riforma della geografia giudiziaria - che prevede il taglio di circa 1.000 tribunali minori, sezioni distaccate di Corte d'appello e uffici del giudice di pace - ha sempre diviso gli addetti ai lavori e nonumero Divisi a tal punto che 9 Regioni avevano chiesto il referendum sulla riforma. Insomma, per Abruzzo, Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia,Campania, Liguria, Basilicata e Calabria, la riforma, più che efficienza e risparmi, crea disservizi e penalizza i cittadini. Oggi, con un comunicato stampa, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo, precisando che la sentenza sarà depositata entro i termini previsti dalla legge. Entrando nello specifico, la richiesta, ritenuta inammissibile, riguardava l’articolo 1, commi 2, 3, 4, 5, 5-bis legge numero 148/2011 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge numero 13/2011, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari l’intero d.lgs. numero 155/2012 Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, legge numero 148/2011 l’intero d.lgs. numero 156/2012 Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici dei giudici di pace, a norma dell’articolo 1, comma 2, legge numero 148/2011 . Cancellieri «la Consulta ci dà ragione». Le prime parole del Ministro della Giustizia sono state «ci fa piacere, vuol dire che la nostra linea è giusta e che dobbiamo andare avanti su questa strada». Non è dello stesso avviso l’OUA. «Uno scontro frontale con la volontà popolare espressa dai Consigli Regionali». È questa la prima reazione dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, che contesta la bocciatura da parte della Consulta del referendum sull'abrogazione della riforma della geografia giudiziaria. Si prospettano, dunque, iniziative di protesta da parte dell’Organismo. Il presidente Nicola Marino ha ricordato che «oltre 9 Regioni si erano espresse a favore della convocazione di un referendum contro la pseudo riforma della geografia giudiziaria un provvedimento che sta producendo solo confusione, enormi ritardi nei processi e ulteriori sprechi economici». Le motivazioni, ovviamente, saranno note solo a deposito avvenuto, ma l'OUA, intanto, ha deciso la convocazione straordinaria per domani mattina, 16 gennaio 2014, a Napoli degli stati generali della categoria per decidere «eventuali proteste».