La “mission” di tutti dovrà essere la messa in campo di ogni sforzo per far aumentare il PIL della avvocatura italiana senza il quale dopo il tramonto non ci sarà l’alba di un nuovo giorno.
La grandezza fondamentale della macroeconomia è il PIL. Il PIL è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un Paese in un dato periodo di tempo. Il PIL include ciò che è prodotto da soggetti esteri in Italia ed esclude ciò che è prodotto da soggetti italiani all’estero. Il PIL non misura la salute dei cittadini, ma Paesi con un PIL elevato possono permettersi una migliore assistenza sanitaria. Il PIL non misura la qualità dell’istruzione, ma Paesi con PIL più elevato hanno generalmente istruzione di qualità più elevata. Il PIL non misura il grado di Welfare dei cittadini, ma paesi con un PIL più elevato hanno generalmente un maggior grado di protezione previdenziale ed assistenziale. D’altra parte la crescita del PIL può comportare una riduzione del tempo libero, della qualità dell’ambiente e non comprende le attività svolte all’interno della famiglia. Quindi il PIL è solo una misura approssimativa del benessere di un Paese, ma si tratta di un’approssimazione accettabile e, di fatto, accettata. In un precedente articolo, pubblicato su questo quotidiano, abbiamo dato conto delle conclusioni della dott.ssa Giovanna Biancofiore, attuario interno di Cassa Forense, per la quale dopo anni di flessione del reddito medio dell’Avvocatura italiana ora è in flessione anche il PIL dell’Avvocatura stessa. Nel suo articolo “La situazione dell’Avvocatura italiana nella fase di crisi economica globale” del 04.12.2013 il prof. Guido Alpa, Presidente del CNF, scriveva che «Un nuovo modello di avvocato per un nuovo modello di società è quindi la prossima sfida che ci apprestiamo a sostenere. Ma non possiamo procedere da soli ci occorre l’aiuto delle istituzioni, in primis del Parlamento e del Governo. Altrimenti dovremo rivolgere il nostro impegno e le nostre risorse a combattere solo per la sopravvivenza, sciupando irrimediabilmente il patrimonio acquisito nel corso degli anni e deludendo così, involontariamente, le attese dei cittadini». Il Parlamento italiano, sia pure nell’ultimo giorno utile della precedente legislatura, ha approvato la legge numero 247/2012 che ha aperto però uno scenario devastante per l’Avvocatura italiana dato che si sono susseguiti una serie di regolamenti, ora al vaglio della Magistratura, che hanno l’unico scopo di incentivare il PIL sfoltendo i ranghi, lo stesso che dire, la torta è piccola, non si riesce a farla stratificare e quindi bisogna ridurre i commensali. Crisi economica e forte concorrenza non aiutano i giovani. Per dirla sempre con le parole del prof. Guido Alpa «ai giovani che hanno conseguito l’abilitazione si apre un futuro non semplice, reso più difficoltoso dalla crisi economica e dalla forte concorrenza». «Ci si deve opporre alla mercificazione delle vere e proprie professioni intellettuali e la Corte di Giustizia vi si è opposta riguardo agli avvocati , cioè alla loro parificazione a qualsiasi attività di produzione di servizi. La professione di avvocato tocca il superiore interesse all’amministrazione della giustizia. Non la si può parificare a qualsiasi industria. Richiede una particolare disciplina dell’accesso alla professione, esige il rispetto di un rigoroso codice etico, la sottoposizione ad un superiore potere disciplinare. Molte cose sono cambiate nella moderna organizzazione della professione legale ma altre cose, retaggio del passato, debbono restare, a presidio della corretta amministrazione della giustizia» Francesco Galgano in L’avvocato fra libera professione e impresa, negli scritti in onore di Massimo di Lauro, Padova, 2012, pag. 192 . Il PIL deve ripartire. Una cosa è certa così come il Jobs act da solo non può risolvere i problemi italiani, così per l’Avvocatura italiana è imprescindibile far ripartire il PIL, unico modo per contrastare la crescita illimitata delle disuguaglianze, le quali, oggi, aumentano ad un ritmo che diverrebbe insostenibile sul lungo periodo. Siamo ad un passo dal rinnovo del CNF prima e dei Coa dopo la “mission” di tutti dovrà essere la messa in campo di ogni sforzo per far aumentare il PIL della avvocatura italiana senza il quale dopo il tramonto non ci sarà l’alba di un nuovo giorno.