In questi giorni è scoppiata la vicenda dei Fratelli Magnoni, arrestati a Milano per la presunta truffa di 79 milioni di euro alle Casse di Previdenza dei Ragionieri, Medici e Giornalisti. La vicenda, come sempre, è molto complicata perché riguarda la società Sopaf dei Fratelli Magnoni la quale a sua volta controllava al 100% la Adenium Sicav
Adenium Sicav è una società di diritto lussemburghese che propone una gestione del risparmio non orientata alla speculazione, ma finalizzata all’equilibrata rivalutazione del patrimonio e all’efficienza del portafoglio. Adenium Sicav adotta strategie di investimento che puntano a contenere il rischio a parità di performance. 630 milioni da gestire. Sembrerebbe che Adenium, a fine 2012, gestisse un patrimonio di 630 milioni di euro di cui 600 facevano capo alla Cassa dei Ragionieri. 52 milioni della Cassa dei Ragionieri, attraverso una società off shore, sarebbero stati trasferiti alle Isole Bermuda e Mauritius per poi rientrare in Italia a disposizione di alcuni degli arrestati. Diverso il meccanismo attraverso il quale sarebbero stati truffati i giornalisti per 7 milioni di euro e i medici per 20 milioni di euro la Sopaf, che gestiva parte del patrimonio delle due Casse di previdenza, avrebbe acquistato quote del Fondo Immobili Pubblici FIP e li avrebbe rivenduti dopo alcuni giorni a giornalisti e medici realizzando in tal modo un profitto ritenuto illecito. Sin qui le notizie di stampa. Vedremo che cosa succederà. Nel frattempo, con il consueto ritardo, si è messa in moto anche la Commissione bicamerale di controllo sugli Enti previdenziali pubblici e privati che sottoporrà a nuovi accertamenti tutte le Casse di previdenza dei professionisti. L’occasione è utile per ritornare su un mio vecchio cavallo di battaglia che mette sotto esame la realtà che vede operare 21 Casse di previdenza per circa 3 milioni di professionisti italiani. In precedenti analisi abbiamo già portato all’attenzione dei nostri lettori gli ingenti costi che 21 Casse di previdenza autonome comportano. Unirsi per fare sistema È mia ferma convinzione che le Casse dei professionisti debbano unirsi per fare sistema, per realizzare economie di scala e per dotarsi di un front office finanziario di livello europeo. Solo con questo saldo di qualità potranno avere un futuro nell’interesse esclusivo dei propri iscritti. Per arrivarci bisogna però avere a cuore il futuro pensionistico degli iscritti superando tutti gli egoismi della specificità. La Cassa unica per i professionisti italiani è basata sull’esaltazione delle specificità e per molti versi rappresenta un sistema nel quale l’egoismo della singola comunità rende la stessa più efficiente e più produttiva e la somma degli egoismi concorrerà a rendere più efficiente l’intero sistema della previdenza dei professionisti. Le condizioni economiche e sociali che nei secoli scorsi hanno sostenuto il sistema di finanziamento della ripartizione stanno venendo meno e nei prossimi decenni continueranno a deteriorarsi se non si interverrà con dei cambiamenti nella struttura delle economie, dei sistemi sociali e dei criteri per il loro finanziamento. Credo che la vicenda Sopaf sia più che un campanello d’allarme perché 79 milioni di euro sottratti ai risparmi pensionistici dei professionisti italiani non sono proprio bruscolini. O si potenzia la competenza professionale o si finirà sempre nelle fauci degli squali che scorrazzano, impuniti, nel sistema finanziario mondiale.