Riforme statali invadenti? Ecco i risarcimenti …

Italia condannata a risarcire i pensionati degli istituti di credito privatizzati in seguito alla riforma Amato del 1990.

Due sono le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 15 ottobre 2013 che hanno avuto come protagonista l’Italia. Due i casi. Nel caso Casaccia e altri c. Italia, i ricorrenti sono 15 cittadini italiani nati tra il 1922 e il 1974, residenti in diverse città italiane nel caso Natale e altri c. Italia, i 16 ricorrenti, tutti italiani, sono nati tra il 1913 e il 1969. In particolare, alcuni emendamenti legislativi hanno inciso su un processo civile in corso, che i ricorrenti, pensionati o ex dipendenti del Banco di Napoli originariamente ente pubblico, in seguito privatizzato , avevano intrapreso riguardo l’adeguamento delle loro pensioni dopo la privatizzazione delle banche pubbliche come il Banco di Napoli nel 1990. Infatti, nel 1990, la riforma Amato privatizzò le banche pubbliche e soppresse il loro regime pensionistico favorevole basato su un meccanismo di perequazione aziendale. Violazione del diritto a un equo processo. Invocando, nello specifico, l’art. 6, paragrafo 1 diritto a un equo processo , della CEDU, i ricorrenti hanno sostenuto che gli emendamenti in questione rappresentavano un’ingerenza legislativa nelle loro liti in corso davanti ai tribunali italiani, a discapito del principio di uguaglianza. Tesi, questa, accolta dalla CEDU. Tant’è che, nel primo caso, la Corte ha concesso singolarmente, a ogni ricorrente, una somma compresa tra 5.500 e 15.000 euro a titolo di pregiudizio materiale e morale, nonché, su richiesta, una somma compresa tra 15.000 e 28.000 euro per spese e tasse, mentre, nel secondo , più cospicui sono stati i risarcimenti, a ugual titolo, oscillanti tra i 6.500 e i 20.500 euro.

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