Confermato l'ergastolo per Olindo e Rosa: uccisero mossi dall'odio

Le prove che collegano i coniugi Romano alla strage sono inconfutabili esclusa l'incapacità di intendere e volere.

Nessun vizio di mente per i coniugi di Erba l'omicidio fu pianificato da entrambi ed è riconducibile a un meccanismo reattivo generato da sentimenti di odio, grettezza e individualismo covati per lungo tempo. L'omicidio fu pianificato e motivato dall'odio per i vicini. Depositate il 5 settembre le motivazioni della sentenza numero 33070 del 3 maggio scorso, con la quale la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo, inflitta dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano ai coniugi Olindo Romano e Rosa Brazzi per l'omicidio di quattro persone, tra cui un bambino, avvenuto l'11 dicembre 2006. Per gli Ermellini il movente del delitto va individuato nel sentimento di odio che i Romano provavano nei confronti dei vicini, dopo una lunga serie di litigi e dissidi.Respinti i 40 motivi di ricorso delle difese. Piena responsabilità per i Romano inconfutabili le prove a loro carico, tra le quali una macchia di sangue rinvenuta nella macchina di Romano, ma anche il comportamento che i due hanno tenuto dopo l'omicidio e l'arresto. Comprese la confessione e successiva ritrattazione. La sentenza della S.C. respinge tutti i motivi di ricorso presentati dalle difese, che non si sono rivelati in grado di intaccare la solidità dello zoccolo su cui è stata ricostruita la dolorosissima vicenda .Esclusa l'incapacità di intendere e volere. I numerosi colloqui psichiatrici, circa quaranta per ciascuno, hanno permesso di escludere qualsiasi vizio di mente. Ed anzi, osserva il Collegio, il comportamento tenuto sin dalle prime fasi del delitto risultava ampiamente espressivo non solo di capacità di orientarsi nel tempo e nello spazio, ma di perfetta padronanza della realtà . Fu un gesto efferato, causato non da malattia mentale ma da un meccanismo reattivo generato da sentimenti di odio, grettezza e individualismo. Fondamentale la testimonianza oculare. Pienamente attendibile il testimone oculare, unico sopravvissuto della strage. Anche in questo caso inaccettabili le eccezioni sollevate dalla difesa e volte a far sorgere dubbi sulla validità della testimonianza nonostante le prime difficoltà nel ricordare lo svolgimento dei fatti, il suo racconto appare solido ed esente da qualsivoglia censura di implausibilità .