Passa alla Camera la responsabilità civile dei magistrati

Governo battuto la Camera approva l’emendamento del leghista Pini sulla responsabilità dei magistrati. Sarà possibile chiedere il risarcimento anche ai giudici, non solo allo Stato. L’Anm in agitazione è una «mostruosità giuridica» che non ha pari in Europa.

Via libera dalla Camera all’emendamento che introduce la responsabilità civile diretta dei magistrati. Governo battuto il peso di un voto segreto e politico. Il Governo, che aveva espresso un parere negativo, incassa una pesante sconfitta, complice anche lo scrutinio segreto i voti a favore sono stati 264, quelli contrari 211. Il peso di questa votazione, però, sembra essere soprattutto politico se la vecchia maggioranza del precedente governo si è ricompattata per l’occasione, dalla conta dei voti a favore ne emergono almeno 50 con una paternità sconosciuta. Traditori, secondo l’Idv. Il Pd, invece, esclude franchi tiratori all’interno del suo gruppo e accusa gli avversari del Pdl di aver votato sì nonostante l’impegno in senso contrario. Esulta, ovviamente, la Lega, che alla fine ottiene il risultato inseguito da tempo otto mesi fa, nel pieno dello scontro con opposizione e magistratura, era stata costretta a rinunciare all’emendamento. Oggi, invece, quasi a sorpresa, si porta a casa il via libera di un Parlamento costretto a fare i conti con i fragili equilibri di un Governo tecnico. In ogni caso, a questo punto, la parola passa al Senato. Cosa cambia scompare il filtro dello Stato, i magistrati che sbagliano pagano. L’emendamento Pini alla legge comunitaria prevede che «chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento o di un atto di un magistrato, in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni o per diniego di giustizia», possa chiedere direttamente al magistrato il risarcimento dei danni, patrimoniali e nonumero Scompare, insomma, il filtro dello Stato fino ad oggi, per effetto della legge numero 117/88, il cittadino poteva fare causa allo Stato, che poi si rivaleva sul magistrato. Come avviene in molti paesi europei. Il Governo prende atto, ma “contesta” il modo. Le reazioni dell’Esecutivo sono caratterizzate dal massimo aplomb. Il Parlamento è sovrano e non si discute un suo voto, è il senso delle parole del ministro Severino, «ma confidiamo che in seconda lettura si possa discutere qualche miglioramento perché interventi spot su questa materia possono rendere poco armonioso il quadro complessivo». Sembra, quindi, che non ci sia l’intenzione di cancellare, in Senato, questa norma, ma eventualmente solo di migliorarla. Certo, il ministro della Giustizia si aggiunge a tutti quegli osservatori che hanno già fatto notare come lo strumento dell’emendamento a una legge comunitaria probabilmente non sia il più idoneo per intervenire su una materia delicata come quella della responsabilità dei magistrati materia che, forse, avrebbe meritato un intervento organico. L’Anm insorge «è un atto intimidatorio, pronti a mobilitarci». Molto più dura la reazione dei magistrati, che parlano di intimidazione, ritorsione, attacco ingiustificato. L’Associazione nazionale prenderà in considerazione ogni iniziativa «per contrastare questa mostruosità giuridica». La norma, infatti, rischia di diventare uno strumento di pressione sui giudici e sulle loro decisioni, e potrebbe, quindi, comprometterne l’autonomia e indipendenza ma sarebbe a rischio anche la difesa della libertà dei cittadini. Sono al vaglio dell’Anm forme di protesta anche estreme come lo sciopero il comitato direttivo centrale è stato convocato con urgenza per martedì prossimo. In quella data si conosceranno le risposte ufficiali dell’Anm. Un unicum in Europa. Per la magistratura, in ogni caso, si tratta di una norma che non ha paragoni in nessun paese europeo. Un unicum non solo nella legislazione europea, ma anche nella giurisprudenza la magistratura ritiene che dalla Corte di Giustizia Ue non sia mai arrivata la richiesta di modificare la legge numero 117/88, nel senso di introdurre la responsabilità diretta di magistrati, come invece sostengono i leghisti, ma semplicemente quella di uniformare la normativa interna a una recente sentenza comunitaria, introducendo la possibilità di risarcimento per il cittadino anche in caso di manifesta violazione del diritto europeo, indipendentemente dal dolo o dalla colpa grave del magistrato. Fermo restando, però, che il soggetto obbligato al risarcimento deve essere sempre lo Stato, perché, come ha osservato anche il Csm che sulla norma Pini si era già espressa negativamente , «il diritto dell’Unione europea conosce un solo responsabile, lo Stato», mai i privati cittadini. Norma che fa discutere. La discussione, intanto, proseguirà in Senato. Ma anche sui giornali, nelle piazze, nei Tribunali. L’emendamento Pini, insomma, è già al centro di accese polemiche.