di Attilio Ievolella
di Attilio IevolellaLa sentenza pronunciata dalla Corte d'Appello di Milano ha confermato il danno subito dalla Cir per la mancata acquisizione del gruppo editoriale più importante d'Italia. La Fininvest ricorrerà al Palazzaccio, ma intanto ha già versato oltre 560milioni di euro.La vicenda. Dalla 'guerra di Segrate' al 'lodo Mondadori', da un gruppo Mondadori, appunto che comprendeva, tra gli altri, 'La Repubblica', 'L'Espresso', 'Panorama' ed 'Epoca' a uno 'spacchettamento' razionale per accontentare tutti o, forse, nessuno . Oltre venti anni di battaglia, economica prima, giudiziaria poi, col coinvolgimento di due colossi economici, Fininvest - Finanziaria di investimento spa da un lato, Cir - Compagnie industriali riunite spa dall'altro, e con lo scontro diretto tra due personaggi di spicco dell'Italia a cavallo tra Ventesimo e Ventunesimo secolo Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti. E oggi la battaglia è destinata a protrarsi ancora, con nuovi colpi e, forse, con nuovi aggiornamenti.L'ultima puntata della querelle, ovvero la pronuncia della seconda sezione civile della Corte d'Appello di Milano, difatti, ha sì confermato il danno subito dalla Cir di De Benedetti, riconoscendo un risarcimento milionario, ma ha, ovviamente, spalancato le porte alla Cassazione. Il Palazzaccio, difatti, sarà il nuovo ring dello scontro. Perché ai giudici di piazza Cavour i legali della Fininvest sono intenzionati a chiedere un pronunciamento obiettivo, è logico, rivedere la sentenza ultima che ha condannato l'azienda di Berlusconi.Non sarà un compito semplice, quello della Cassazione. Per ragioni molteplici.Innanzitutto, per l'enorme impatto economico della vicenda. Di questi giorni è, infatti, la notizia del versamento effettuato dalla Fininvest a favore della Cir 560milioni e 200mila euro. Cifra che comprende il conteggio del danno, delle spese legali e degli interessi dalla sentenza di primo grado 3 ottobre 2009 , confermata, come detto, dalla Corte d'Appello di Milano all'inizio di questo mese di luglio. Cifra che ha avuto ripercussioni anche sul valore delle due società, entrambe quotate in Borsa.Eppoi, non si può dimenticare il 'peso' di una storia che coinvolge anche la giustizia. È doveroso ricordare che la querelle è nata per la pronuncia della Corte d'Appello di Roma, datata gennaio 1991 e considerata 'tarata', quindi non imparziale, pronuncia che aveva respinto, all'epoca, le richieste avanzate dalla Cir e riconosciute come legittime rispetto all'acquisizione del gruppo Mondadori.A questo quadro, bisogna aggiungere anche la corposità dell'ultima sentenza milanese. Oltre 100 pagine per riassumere la vicenda e per prendere in esame i ricorsi presentati dalla Fininvest e dalla Cir. E per motivare, alla fine, la conferma della pronuncia di primo grado, prendendo in esame aspetti fondamentali per sostanziare il riconoscimento del danno subito dalla società di De Benedetti, ovvero, tra l'altro, spese legali, danno patrimoniale e non patrimoniale, lesione dell'immagine imprenditoriale. Senza dimenticare, peraltro, nodi quali quello relativo alla rivalutazione monetaria e agli interessi compensativi.Alla fine di una lunga e complessa valutazione, la Corte d'Appello ha, come detto, riconosciuto le ragioni della Cir. Unico punto favorevole per la Fininvest è stata la rivisitazione, in basso - sempre relativamente -, del risarcimento da quasi 750milioni di euro, come fissato dal Tribunale di Milano, a 540milioni di euro cifra 'gonfiatasi' poi anche per il calcolo degli interessi .E ora la palla è destinata ad arrivare nel campo della Cassazione