I derivati previdenziali, le illusioni del bilancio tecnico e la realtà dei numeri

Alla luce del bilancio di previsione per l’esercizio 2014 di Cassa Forense, formato dal Consiglio di Amministrazione l’11 ottobre 2013 e non ancora approvato dal Comitato dei Delegati, risultano confermate integralmente le mie anticipazioni.

Com’è noto la sostenibilità economico finanziaria di lungo periodo di Cassa Forense si fonda sul bilancio tecnico. Un bilancio tecnico troppo fantasioso? Il bilancio tecnico proietta nel tempo 50 anni tutta una serie di grandezze legate alle basi demografiche per le previsioni sull’andamento del fondo che gestisca trattamenti di previdenza alle basi finanziarie ed economiche che attengono alla previsione di inflazione, all’incremento del PIL e dei redditi dei prossimi anni. Cassa Forense, come tutte le altre Casse professionali, si è uniformata ai dati forniti dalla Conferenza dei servizi per il 2012 che predetermina i dati da proiettare per i prossimi 50 anni. La proiezione dei dati si basa sul metodo matematico probabilistico. Nel caso di specie Cassa Forense per quanto riguarda le basi finanziarie ed economiche ha proiettato redditi e volume d’affari in costante aumento mentre la realtà ha dimostrato che l’Avvocatura italiana, quanto a reddito e volume d’affari, è regredita a livello degli anni 90. È di oggi nella rassegna stampa dell’ANAI il grido di allarme sulla drastica riduzione dei redditi dell’Avvocatura italiana Un terzo degli avvocati rientra nella categoria dei disoccupati o dei precari, mentre il reddito medio non è aumentato anzi è sceso negli ultimi venti anni . Ne consegue che le conclusioni del bilancio tecnico, in termini di sostenibilità di lungo periodo, sono fantasiose e tali da creare soltanto delle pericolosissime illusioni. Come ha certificato lo stesso attuario di Cassa Forense le valutazioni attuariali, riferendosi a periodi di tempo molto lunghi, producono infatti risultati da interpretarsi con estrema cautela, poiché l’andamento demografico ed economico della gestione si manifesterà nella misura descritta se, e solo se, le ipotesi demografiche e finanziarie poste a base delle elaborazioni troveranno integrale conferma nella realtà con la conseguenza che scostamenti anche di modesta entità rispetto alle ipotesi fatte possono produrre forti differenze sui risultati. Il bilancio di previsione per l’esercizio 2014 confronta su un arco temporale di tre anni le risultanze tra bilancio consuntivo 2012 e quindi su dati reali , preventivi 2013 e 2014 e bilancio tecnico redatto al 31.12.2011 e predisposto in osservanza del comma 24, art. 24 della legge 214/2011. Gli oneri pensionistici dati in migliaia di euro nel bilancio tecnico risultano pari a 717.996 mentre il valore di bilancio a preventivo è di 739.440 con una variazione in più rispetto al bilancio tecnico del 2,99%. Le entrate contributive nel bilancio tecnico risultano pari a 1.566.371 mentre a valore di bilancio preventivo 2014 sono pari a 1.448.809 quindi con una differenza in meno del 7,51%. Tale diminuzione nella previsione reale di cui al preventivo 2014 è la ovvia conseguenza del perdurare della contrazione dei proventi professionali dichiarati dagli iscritti alla Cassa e agli Albi che si traduce inevitabilmente in una flessione del gettito contributivo. Il trend era negativo anche nel 2013. Un campanello d’allarme. La conseguenza è che se si dovesse proiettare per 50 anni questo dato negativo ma reale almeno per questi ultimi anni, la stabilità economico finanziaria di lungo periodo verrebbe ad essere fortemente compromessa così da richiedere immediati interventi di stabilizzazione, vuoi sul fronte delle entrate contributive, vuoi sul fronte delle uscite previdenziali. Nulla di allarmante nel breve periodo ma un sicuro campanello di allarme per il legislatore previdenziale forense che deve saper guardare lontano. Del resto il Consiglio Nazionale degli Attuari nel fissare le linee guida per i fondi che gestiscono la previdenza complementare a capitalizzazione Cassa Forense com’è noto realizza un mix tra ripartizione e capitalizzazione , da anni va affermando che per quanto riguarda gli sviluppi dei redditi da lavoro autonomo, giova ricordare che essi dipendono sia da fattori di carattere generale, riconducibili alla naturale dinamica del quadro politico, sociale ed economico, sia da vicende individuali per i lavoratori dipendenti promozioni a gradi, qualifiche e categorie superiori per i lavoratori autonomi allargamento ovvero contrazione della sfera di attività professionale queste ultime danno luogo, distintamente per categoria o gruppo omogeneo di partecipanti ed eventualmente per sesso, a linee evolutive medie in funzione dell'anzianità lavorativa e/o dell'età. Generalmente, com'è noto, dette linee vengono desunte dai valori retributivi o reddituali rilevati alla data della valutazione, previa classificazione, perequazione e interpolazione degli stessi ma sarà anche opportuno fare riferimento, quando possibile, alle serie storiche disponibili e, per i lavoratori dipendenti, alle previsioni contrattuali. La scelta delle linee dovrà essere comunque confortata da test che comprovino l'aderenza delle stesse ai dati retributivi o reddituali rilevati . Alla luce del differenziale negativo tra bilancio tecnico e consuntivo 2012 e preventivi 2013 e 2014 che cosa sarà necessario fare? Poiché il dato reddituale dell’Avvocatura italiana è in decremento da anni e non si vedono, allo stato, inversioni positive di rotta sarà necessario ritarare il bilancio tecnico con questo dato reale e vedere quali saranno i risultati in termini di sostenibilità di lungo periodo e, una volta acquisito tale dato, intervenire sull’assetto normativo al fine di rientrare nei termini di sostenibilità cinquantennale di cui alla legge 214/2011. L’unica cosa che il lungimirante legislatore previdenziale non può fare è minimizzare tali differenze e chiudere gli occhi sperando nello stellone. Cosi in previdenza si va a sbattere e , considerato che per noi non c’è il paracadute dello Stato ovverosia di pantalone ,è bene non farsi trovare impreparati.