Vittoria parziale per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Normativa illegittima, quella che ha ‘congelato’ gli stipendi, ma solo per il futuro. Nessun ‘recupero’ per il periodo 2010-2014. E ora la palla passa al governo Renzi
Illegittimità, ma Vittoria beffarda per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Perché la Corte Costituzionale ha sì dichiarato sì «l’illegittimità del regime del ‘blocco’ della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico», ma solo a partire da oggi Ciò significa, per i lavoratori pubblici, dire ‘addio’ all’ipotesi di recupero, a livello stipendiale, per il periodo 2010-2014. Inequivocabile il comunicato della Consulta – in attesa delle motivazioni della decisione – «la Corte Costituzionale ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del ‘blocco’ della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico», quale risultante dal provvedimento del governo Berlusconi, prorogato poi dal governo Monti, dal governo Letta, e, per il 2015, dal governo Renzi. Conti salvi. Allo stesso tempo, però, la decisione della Consulta – frutto, è bene ricordarlo, della causa promossa dal personale del Tribunale di Ravenna nei confronti del Ministero della Giustizia, e finalizzata a sostenere «l’incostituzionalità del ‘blocco’ degli stipendi» – rappresenta anche una ‘boccata d’ossigeno’ per lo Stato italiano. Calcolatrice alla mano, difatti, era stato ipotizzata una cifra pari ad almeno 35miliardi di euro per l’‘aggiornamento’ economico della «contrattazione per il personale pubblico». Ora, però, si pone, in maniera pressante, il tema della “contrattazione pubblica”, tema che diventa ora prioritario per il governo Renzi