Dopo che il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, durante le annuali comunicazioni sull'amministrazione della Giustizia, ha fatto il punto sullo stato della giustizia in Italia nell'anno 2013, non si è fatto attendere il duro giudizio dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura. In più, l’Organismo ha fatto un appello ai due presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato e Camera per una rapida trattazione del decreto governativo per i parametri dei compensi forensi.
Duro il giudizio dell’OUA sulle dichiarazioni del Ministro Cancellieri sullo stato della giustizia. «È sempre emergenza». Per Nicola Marino è totalmente inutile la linea seguita dagli ultimi Governi per la riduzione della lunghezza dei processi e la diminuzione delle pendenze. «I numeri di quest’anno» – afferma - «sono, purtroppo, coerenti con quelli degli anni scorsi, seppur con qualche miglioramento sul civile. È sempre emergenza». «Ancor più grave» – ha aggiunto il presidente OUA – «è che in una situazione del genere, il Ministro insista con il pontificare sulla riforma della geografia giudiziaria, un provvedimento che in molte realtà sta contribuendo all’aumento dei rinvii dei processi e alla dilatazione ulteriore dei tempi della giustizia». L’OUA chiede dialogo e vere riforme Infine, Marino dice «basta con gli sprechi come avvenuto con i braccialetti elettronici o come continua ad avvenire con l’eccessivo ricorso alle costose intercettazioni» e chiede vere riforme e dialogo. Via libera urgente al decreto governativo con i nuovi parametri dei compensi. L’OUA, poi, ha rivolto un appello ai 2 presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato e Camera, Francesco Nitto Palma e Donatella Ferranti, per una rapida trattazione del decreto governativo per i parametri dei compensi forensi, «da non confondere» – viene precisato nel comunicato del 22 gennaio 2014 - «con le tariffe, che sono state abolite». I compensi ora vigenti vengono definiti «irrisori» dal presidente OUA, per questo si pensa che i nuovi parametri potranno dare una risposta alle difficoltà dell’avvocatura. «Non è pensabile» – ha concluso il presidente - «che i giudici continuino nei tribunali a liquidare delle cause con cifre da fame».