Il deposito telematico di un atto giudiziario si considera perfezionato al momento della ricezione della seconda PEC, ovvero della ricevuta di avvenuta consegna da parte del gestore di posta elettronica certificata del Ministero della Giustizia.
Sul tema l’ordinanza della Suprema Corte numero 23771/19, depositata il 24 settembre. Deposito telematico del provvedimento e tempestività dell’impugnazione. La Corte d’Appello de L’Aquila veniva investita dell’impugnazione dell’ordinanza con cui il Tribunale, confermando la decisione della Commissione territoriale, respingeva la richiesta di riconoscimento della protezione internazionale di un cittadino bengalese. L’impugnazione veniva dichiarata inammissibilità per tardività in quanto il ricorso risultava depositato in cancelleria oltre il trentesimo giorno il 31° dalla comunicazione dell’ordinanza ex articolo 702-bis. Il cittadino straniero ha presentato ricorso in Cassazione contestando l’affermazione di tardività dell’impugnazione avendo la Corte territoriale erroneamente ritenuto rilevante, ai fini della decorrenza del termine, il momento di deposito della pronuncia di primo grado in cancelleria tramite PCT. Il ricorso risulta fondato posto che, secondo la consolidata giurisprudenza, il deposito telematico di un atto giudiziario si considera perfezionato al momento della ricezione della seconda PEC, ovvero della ricevuta di avvenuta consegna da parte del gestore di posta elettronica certificata del Ministero della Giustizia ex articolo 16-bis, comma 7, d.l. numero 179/2012, conv. in l. numero 221/2012. Il ricorso risulta dunque fondato. La controversia viene rinviata alla Corte d’Appello per un nuovo esame in diversa composizione.
Corte di Cassazione, sez. I Civile, ordinanza 28 maggio – 24 settembre 2019, numero 23771 Presidente De Chiara – Relatore Dolmetta Fatti di causa 1.- R.F. , cittadino bengalese, ha proposto ricorso avanti alla Corte di Appello di L’Aquila avverso l’ordinanza ex articolo 702 bis c.p.c. del Tribunale di L’Aquila, comunicata in data 4 maggio 2016, che, confermando la decisione della Commissione territoriale di Ancona, ha respinto la richiesta di riconoscimento della protezione internazionale status di rifugiato protezione sussidiaria , come pure quella relativa al permesso per ragioni umanitarie. Con sentenza pubblicata il 22 marzo 2017, l’adita Corte territoriale ha dichiarato inammissibile l’impugnazione così presentata, ritenendo la tardività della medesima. Ad avviso della pronuncia, l’appello, pure correttamente proposto con atto di ricorso ritualmente notificato al Ministero dell’Interno presso gli uffici dell’Avvocatura distrettuale dello Stato di L’Aquila , come dispone il D.Lgs. numero 150 del 2011, articolo 19, comma 9, come modificato dal D.Lgs. numero 142 del 2015, articolo 27 comma 1, risulta depositato in cancelleria il 7 giugno 2016, oltre il trentesimo giorno dalla comunicazione dell’ordinanza ex articolo 702 bis che ha definito il processo di primo grado e in particolare il 31 giorno. La comunicazione del provvedimento impugnato, per espressa dichiarazione dell’appellante, è infatti avvenuta il 4 maggio 2016, cosicché appare evidente come fosse già intervenuta il giorno 7 giugno la decadenza dal potere di impugnare l’ordinanza ai sensi della norma applicabile . 2.- Contro tale pronuncia ricorre R.F. , promuovendo un motivo di cassazione. Non ha svolto difese nella presente sede il Ministero, già non costituitosi nel grado di appello. Ragioni della decisione 3.- Il motivo di ricorso è intestato violazione e falsa applicazione del D.L. 18 ottobre 2012, numero 179, articolo 16 bis, comma 7, convertito con modificazioni dalla L. 17 dicembre 2012, numero 221 , introdotto dalla L. 24 dicembre 2012, numero 228, articolo 1 comma 19, nonché dal D.M. numero 44 del 2011, articolo 13 in relazione all’articolo 360 c.p.c., numero 3 . Lo stesso contesta, in particolare, l’affermazione di tardività della proposta impugnazione, che è stata formulata dalla Corte abruzzese. Questa ha errato - si assume - nel ritenere determinante, per la valutazione di tempestività dell’appello, il momento del deposito dell’atto in cancelleria. Dalla normativa di riferimento si desume invece - specifica il ricorrente - che il deposito di un atto giudiziario tramite PCT si considera perfezionato al momento della ricezione della seconda pec i.e. della ricevuta di avvenuta consegna . Con la conseguenza che il ricorso risulta in effetti tempestivo, posto che lo stesso risulta depositato in data 2.6.2016, come dimostrato dalle ricevute pec, nonché dalla certificazione della Corte di Appello di L’Aquila del 14.4.2017, in uno con il documento del servizio polisweb della Ministero della Giustizia che, per l’appunto, indica la data del 2 giugno 2016 come quella di avvenuto deposito . 4.- Il motivo è fondato. Secondo la giurisprudenza di questa Corte, infatti, in caso di deposito telematico, ai fini della verifica della tempestività il ricorso deve intendersi proposto nel momento in cui viene generata la ricevuta di consegna da parte del gestore di posta elettronica certificata del Ministero della giustizia, ai sensi del D.L. numero 179 del 2012, articolo 16 bis comma 7, conv. con modifiche in L. numero 221 del 2012 cfr. Cass., 1 marzo 2018, numero 4787 . 5.- Il ricorso va quindi accolto e la controversia rinviata alla Corte di Appello di L’Aquila, che la esaminerà in diversa composizione. P.Q.M. La Corte accoglie il ricorso. Rinvia la controversia alla Corte di Appello di L’Aquila che la esaminerà in diversa composizione e provvederà anche nelle spese del giudizio di legittimità.