Le due manifestazioni che si terranno a Roma il 21 aprile e il 13 maggio prossimi vedranno i protagonisti, in parte diversi, concordare almeno su un tema puntando ad una previdenza sostenibile ed equa.
Sostenibile significa che ci deve essere una corrispondenza attuariale tra il montante contributivo versato e la rendita cosi abbattendo il privilegio che è la parte di rendita non finanziata dalla contribuzione e che per essere strettamente legata alle condizioni economico-finanziarie del sistema non può costituire mai un diritto acquisito. Equa significa che i carichi contributivi vanno equamente distribuiti fra le generazioni mentre oggi chi sta contribuendo deve pagare pensioni che risultano superiori a quelle che lui stesso percepirà pagando, peraltro, una contribuzione superiore a quella versata dall’attuale pensionato. Nel suo libro del 1994, L’intelligenza collettiva, Pierre Levy scriveva «Muoversi non è più spostarsi da un punto all'altro della superficie terrestre, ma attraversare universi di problemi, mondi vissuti, paesaggi di senso. Il nomadismo odierno dipende principalmente dalla trasformazione continua e rapida dei paesaggi, scientifico, tecnico, economico, professionale, mentale. Anche se non ci spostassimo, il mondo cambierebbe intorno a noi. Ma siamo in movimento». Ciò che è bene ricordare - L’Italia ha un avanzo primario ininterrottamente da 21 anni è l’unico Paese che può vantare tale dato. L’avanzo primario del bilancio statale altro non è che la differenza tra le spesa pubblica e le entrate tributarie ed extra tributaria esclusi gli interessi da pagare sul debito. - Il nostro deficit è prodotto dal pagamento degli interessi sul debito circa 80 miliardi di euro all’anno. - Il nostro debito è tra i più elevati al mondo ma a fronte di un risparmio privato rispetto al PIL tra i più alti al mondo. I buchi neri sono - il sommerso vale 540 miliardi annui, circa 1/3 del PIL e genera un mancato introito di oltre 100 miliardi di euro evasi all’anno tra contributi, imposte dirette e IVA - le decine di miliardi di euro almeno 60 l’anno che si perdono in sprechi e ruberie. Anche le professioni hanno bisogno di - una vera riforma fiscale che riduca drasticamente la piaga sociale dell’evasione - una seria politica per favorire occupazione e crescita e garantire la sostenibilità del nostro welfare - meno leggi con regole chiare e durature per dare certezza ai cittadini e agli operatori economici e favorire gli investimenti italiani ed esteri. da FEDERMANAGER, Welfare previdenziale tra sostenibilità ed equità, Milano 12 dicembre 2016 . Non si può usare la leva previdenziale per sfoltire il numero dei professionisti il contenimento va iniziato alla fonte. Ormai tutto è velocità, abilità, flessibilità nel mondo delle istituzioni, del lavoro, delle imprese, e anche negli altri mondi, non ci sono limiti di velocità chi non segue il ritmo delle diverse trasformazioni rimane indietro, aumenta la sua distanza dagli altri, fino a non vederli più Il presente e il futuro delle professioni, analisi delle trasformazioni dei mestieri tradizionali e delle competenze professionali, dicembre 2013, prof. Francesco Schianchi . Che sia anche per le professioni una Pasqua di resurrezione, rapidi e flessibili ma insieme perché insieme si può!