Cosa ci aspettiamo da Visco, Governatore riconfermato di Banca d’Italia

E’ una figura indebolita dopo la mozione parlamentare di ispirazione renziana ma da lui, proprio per recuperare prestigio, ci aspettiamo tre cose

E’ una figura indebolita dopo la mozione parlamentare di ispirazione renziana ma da lui, proprio per recuperare prestigio, ci aspettiamo tre cose prima di tutto la divisione nel sistema bancario tra trading e risparmio. Secondo il rapporto LIIKANEN pubblicato nel 2012, una netta separazione tra trading e risparmio è indispensabile per prevenire terremoti finanziari come quelli che hanno scosso la Europa negli ultimi anni. Secondo le 150 pag. del dossier dal titolo mai più crisi”, una separazione legale tra attività di credito e di trading finanziario è fondamentale perché sarebbe ora di porre fine al sistema in cui si privatizzano i profitti e si socializzano le perdite. Mi auguro che il riconfermato Governatore si muova in questa direzione di intesa con la UE. Occorrerà poi implementare il sistema della vigilanza con il completamento delle regole. Come ha scritto recentemente il capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, dott. Carmelo Barbagallo , Pisa 25 ottobre 2017 Il nuovo sistema di regole non risulta ancora pienamente attuato. Occorre finalizzare i negoziati in corso presso il Consiglio dell’Unione per completare il recepimento degli standard di Basilea leverage ratio, fundamental review of trading book, net stable funding ratio e per recepire i principi del Financial Stability Board in materia di capacità totale di assorbimento delle perdite in risoluzione Total Loss Absorbing Capacity, TLAC . Chiarezza, certezza e completezza dell’assetto regolamentare e istituzionale della vigilanza bancaria europea sono obiettivi non ancora raggiunti e che vanno ancora attivamente perseguiti, con l’impegno di tutti. È necessario definire le questioni irrisolte e intervenire tempestivamente sulle criticità che si sono manifestate in sede applicativa. Bisogna affrontare la complessità e la stratificazione delle regole e delle autorità, specialmente nel campo ancora giovane della risoluzione, e fare chiarezza su competenze e processi, per evitare che si percepisca di volta in volta un gioco alla caccia dei poteri impliciti, una fuga dalle responsabilità, un esercizio di veti per la tutela di interessi altri da quelli in gioco , come efficacemente affermato nella Relazione del professor Bassan. Ciò va assolutamente evitato. Ne va della credibilità delle norme e delle istituzioni. Il lavoro che resta da fare è ancora molto. Ma oggi possiamo affrontarlo nella consapevolezza di avere la crisi alle spalle, come confermano i più recenti indicatori congiunturali. Gli effetti delle norme potranno comunque essere compiutamente valutati solo con la stabilizzazione del quadro normativo, che consentirà l’adattamento di tutti i soggetti al nuovo sistema. Una pausa nella produzione delle norme è quindi auspicabile, anche nell’ottica di evitare che il rapido susseguirsi e modificarsi delle regole divenga esso stesso fonte di incertezza e di freno per l’attività bancaria. Le banche italiane si trovano davanti a sfide impegnative, non dissimili ma più pressanti rispetto a quelle fronteggiate da altri paesi. La redditività rimane bassa. Un aumento dell’avversione al rischio degli investitori, in un contesto caratterizzato da elevata incertezza, potrebbe rendere più difficile e oneroso l’accesso al mercato dei capitali, proprio nel momento in cui viene richiesta la costruzione di una significativa capacità di assorbimento delle perdite, a tutela della stabilità dei singoli intermediari e del sistema nel suo complesso. È quindi essenziale che le banche sfruttino l’attuale contesto macroeconomico favorevole ponendosi obiettivi lungimiranti non solo quello di cancellare l’eredità” della crisi, ma anche quello di recuperare un adeguato livello di redditività per remunerare adeguatamente il capitale. Ciò potrà avvenire proseguendo e intensificando le azioni volte a ridurre i costi operativi e ad innalzare i livelli di efficienza e di produttività rafforzando le strutture aziendali e adottando forme efficaci di governo societario ricercando le aggregazioni necessarie per superare i vincoli posti dalle dimensioni investendo nelle nuove tecnologie, anche per affrontare le sfide connesse con i forti cambiamenti in atto nella struttura del mercato e nelle esigenze della clientela . Da ultimo maggiore trasparenza nel rendere pubblica tutta la attività di vigilanza bancaria. La trasparenza è l’unico antidoto preventivo al malaffare. Nel suo intervento alla giornata del risparmio Visco ha dichiarato che si muoverà in quella direzione affermando che La tutela del risparmio richiede stabilità monetaria e stabilità finanziaria le decisioni e gli interventi di banca centrale e di vigilanza le perseguono con determinazione sui comportamenti delle singole banche la supervisione è ferma e intensa. Del nostro operato non esitiamo a dare conto alle Istituzioni e al Paese . La supervisione sulle banche riduce significativamente le probabilità che si verifichino crisi bancarie ma non può annullarla , afferma Visco, secondo cui gli accertamenti di vigilanza richiedono analisi accurate e complesse e non possono far ricorso ai poteri che la legge riserva all'autorità giudiziaria e alle forze di polizia . Le banche, aggiunge Visco sono imprese e anche in presenza di difficoltà la vigilanza non può sostituirsi agli amministratori . L’art. 7 del TUB per il quale Art. 7 - Segreto d'ufficio e collaborazione tra autorità [1] 1. Tutte le notizie, le informazioni e i dati in possesso della Banca d'Italia in ragione della sua attività di vigilanza sono coperti da segreto d'ufficio anche nei confronti delle pubbliche amministrazioni, a eccezione del Ministro del tesoro, Presidente del CICR. Il segreto non può essere opposto all'autorità giudiziaria quando le informazioni richieste siano necessarie per le indagini, o i procedimenti relativi a violazioni sanzionate penalmente VA CAMBIATO.