Tempo determinato: la formula matematica per il computo dei lavoratori

L’interpello n. 30/2013 risponde ad un quesito afferente al criterio per il computo dei rapporti di lavoro a tempo determinato, ai fini dell’applicazione di specifiche previsioni di legge. Occorre fare la somma di tutti i periodi di rapporto di lavoro a tempo determinato, svolti a favore del datore nell’ultimo biennio, e poi dividere il totale per 24 mesi.

Il quesito di Confindustria. L’istanza di interpello ruota attorno al criterio utile per il computo dei rapporti di lavoro a tempo determinato, ai fini dell’applicazione di specifiche previsioni di legge. In particolare, l’istante si riferisce alla corretta interpretazione dell’art. 8, d.lgs. n. 368/2001 ai fini del riconoscimento dei diritti sindacali di cui all’art. 35, L. n. 300/1970 del d.lgs. n. 25/2007, sulla disciplina dell’informazione e della consultazione dei lavoratori dell’art. 2, comma 2, d.lgs. n. 113/2012 concernente i CAE Comitati Aziendali Europei . Soglia numerica occupazionale. Alla luce delle modifiche ex L. n. 97/2013, a decorrere dal prossimo 31 dicembre, i limiti prescritti dal primo e dal secondo comma dell'art. 35 legge n. 300/1970, per il computo dei dipendenti si basano sul numero medio mensile di lavoratori a tempo determinato impiegati negli ultimi 2 anni, calcolata sull'effettiva durata dei loro rapporti di lavoro . Analogamente l’art. 3, d.lgs. n. 25/2007 prevede che la soglia numerica occupazionale è definita nel rispetto delle norme di legge e si basa sul numero medio mensile dei lavoratori subordinati, a tempo determinato ed indeterminato, impiegati negli ultimi 2 anni, sulla base dell’effettiva durata dei loro rapporti di lavoro. La formula e l’esempio pratico. Dalla lettura delle disposizioni si capisce che, ai fini della corretta determinazione della base di computo, occorre effettuare la somma di tutti i periodi di rapporto di lavoro a tempo determinato, svolti a favore del datore di lavoro nell’ultimo biennio e successivamente dividere il totale per 24 mesi. Il risultato consente infatti di determinare, così come richiesto dal Legislatore, il numero medio mensile dei lavoratori subordinati impiegati nell’arco di 24 mesi. Ad esempio, in presenza di due lavoratori a termine con rapporti di lavoro rispettivamente pari a 12 e 16 mesi, si dovrà effettuare la somma di 12 mesi + 16 mesi = 28 mesi e divedere il totale sempre per 24 mesi 28 24 = 1,16 arrotondando – in questo frangente per difetto essendo la soglia inferiore allo 0,50 – il risultato ad una unità lavorativa. fonte www.fiscopiu.it

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