Nel pieno ossequio a canoni formali, qualunque giurista deve porre in primo piano la comprensione, rendendosi co protagonista del collante essenziale della società civile il linguaggio.
La quotidianità di qualsiasi atto giuridico vive della corrispondenza, intesa anche come passaggio, tra quello che si vuole e che si pensa e quello che si dice e che si scrive. Si rende necessario, prima o poi, l’apporto specialistico di chi è chiamato ad oliare gli ingranaggi dei vari istituti, diritto sostanziale e diritto processuale, secondo le convenzioni proprie della materia non diversamente da qualsiasi sapere e qualsiasi fenomeno . A volte si muove da un “parlare con i gesti”, perché la richiesta di giustizia non sempre nasce incasellata nelle formule artificiali del processo né della contrattualistica, né dell’azione amministrativa, etc. altre volte l’incipit è nelle forme esoteriche delle norme giuridiche, non sempre un bene. Pertanto, al primo momento, vario, imprevedibile, deve spesso seguire uno sforzo di interpretazione e reinterpretazione dei bisogni della persona che implica una vera e propria traduzione della vita “laica” nel linguaggio del diritto. Spesso il percorso è lungo buoni obiettivi vanno costruiti su buone premesse un giudice penale cronicamente oscuro nelle sentenze aprirà un varco per spazi “random” di inesigibilità a là articolo 5 c.p. nella lettura post sentenza Corte Costituzionale 364/1988 più in piccolo, il singolo provvedimento giurisdizionale mal rappresentativo dei fatti, foriero di equivoci e fraintendimenti, subirà valanghe di contestazioni, con inevitabile dilatarsi dei tempi del processo, inaccettabile perché la giustizia in ritardo è sempre inopinabilmente ingiusta. Il provvedimento della PA involuto, analogamente, difficilmente riuscirà a bilanciare gli interessi pubblici, e in ogni caso, ove ci riuscisse, non renderà adeguatamente ragione delle scelte connesse, con un deficit di trasparenza che difficilmente è controbilanciato da buone opzioni di merito. Caio litiga con il vicino Tizio per il rumore prodotto in orari sconvenienti. Andrà da un avvocato a spiegare cosa sia accaduto il professionista assumerà la difesa traducendo il fatto dal racconto di Caio in una lettera di diffida e contestazione, per mettere a conoscenza Tizio dell’accaduto e del disagio vissuto dal proprio cliente, nonché dell’esigenza che vi si ponga rimedio. Si tratta della prima di una lunga serie di traduzioni, da svolgersi con massima attenzione e con non minore preparazione. Gli esempi potrebbero continuare a lungo, riempire numerose pagine di voluminosi libri. Oltre a responsabilizzare il modo di tradurre – unicuique suum – bisogna condividere gli obiettivi della comunicazione – unicuique suum – se si vuol costruire un miglior funzionamento del sistema. Tutta la vita del diritto, nelle sentenze e negli atti di parte, nelle norme, nelle consuetudini, in ogni rivolo del quotidiano, chiama gli operatori a snellire le forme, esprimere con rigore le posizioni un esempio quanto mai utile per i giovani apprendisti premessa, fatto e diritto sono caselle ormai recepite come sezioni di modelli standard per elaborare atti giudiziari al pc, ma sono ben altro. La geometria è anche logica forse i meno giovani ricorderanno i famigerati “quadernetti rosa” per l’analisi logica e grammaticale delle versioni dal latino all’italiano tante colonne, ognuna per un’indicazione di dettaglio, servivano per estrapolare informazioni, con ordine, da poter impiegare nel successivo compito del dare significato incasellare serviva a capire. Il giurista decodifica quotidianamente, puntando alla miglior comprensione possibile dei contenuti, a vantaggio del proprio interlocutore, singolo o collettivo che sia. Breve, cosa è chiamato a fare un giurista, se non tradurre? In latino e greco – riprendo l’esperienza comune dello studente di liceo classico – il patema d’animo della versione compito in classe o interrogazione che fosse nasceva proprio dall’insidia del “vertere”. Anzitutto la traduzione letterale, primo momento è un insegnamento per la vita da allora approcciamo le cose per quello che sono in superficie, ben sapendo che non è tutto lì. Il testo va riletto tante volte e rifinito per cogliere il giusto senso, così come la sua conversione va riformulata più volte, fino a quando lo spirito dell’autore e della sua narrazione non emerga in modo limpido, attingendo la profondità del pensiero e le sfumature del linguaggio come dire, oltre le apparenze . Ineguagliabile il fascino del metodo nel percorso, innumerevoli passaggi dell’esperienza giuridica chiedono/impongono traduzioni, verbali o scritte, affidate ad avvocati, magistrati, politici etc. . Nell’approccio al caso, l’avvocato come idealtipo della categoria più consistente, per numero, tra i giuristi sale e scende, dalla terra degli uomini al cielo delle idee. Il collegamento non è mai facile, raramente immediato, anche perché si trova sempre a trasferire nozioni in persone in carne ed ossa ed esigenze umane in categorie astratte. A partire dalla lettura dei fatti secondo il lessico delle norme. “Chiunque cagiona la morte di un uomo” vedo una sagoma indistinta impugnare una rivoltella e colpire a morte un uomo, proprio un uomo, magari con la barba e la pancetta degli over. Interpretazione letterale. Ma, se mi fermo un attimo, l’immagine ai miei occhi può cambiare, anche sensibilmente magari la pistola è impugnata da una persona con volto definito – potrebbe assomigliare a qualcuno che conosco – e magari la vittima è una donna, con gonna e decolleté. Sempre interpretazione e traduzione, c.d. estensiva volendo . Allora comprendo che l’importante non è cosa leggere ma come, non è cosa scrivere ma come. Del come non si può fare a meno. Torno al tema di questo intervento, al senso delle cose, e della vita, che non si esaurisce nel testo degli enunciati normativi ma che indefettibilmente muove da esso, traduzione. Nel fare diritto bisogna partire con il piede giusto, perché la giustizia richiede l’essenziale, né più, né meno, e del linguaggio non può farsi a meno, archè. Pronti. Via.