Se oggi il bilancio tecnico redatto dall’attuario è basato su un sistema di ipotesi, è necessario effettuare con attenzione la sensitività dei risultati al variare delle ipotesi. Piccole variazioni di ipotesi portano a risultati molto diversi in ragione della lunghezza temporale delle proiezioni, e con Solvency II le proiezioni incideranno notevolmente anche sulla quantificazione dei rischi rientranti nel calcolo del Solvency Capital Requirement.
Il dott. Domenico Cupido, attuario in Trento, mi manda questo approfondimento che qui trascrivo. Posticipata l’entrata in vigore di Solvency II per le pensioni. Il 22 maggio scorso è stato deciso di posticipare l’entrata in vigore di Solvency II per le pensioni Michel Barnier, Commissario per i mercati interni presso la Commissione Europea, ha affermato che il ruolo di Solvency II deve essere di incentivo alla crescita del settore piuttosto che un ostacolo. Il Commissario ha affermato che data la differenza dei sistemi pensionistici presenti nel vecchio continente sono necessarie delle ulteriori ricerche per l’applicazione di stessi requisiti quantitativi ad impostazioni sostanzialmente diverse. Di conseguenza la Commissione Europea proporrà a breve entro l’autunno 2013 - soltanto quelle regole relative alla trasparenza ed alla governance. Nella Memo pubblicata dalla Commissione, si ravvisano, però, tre aree sulle quali è necessario agire solvibilità, governance e trasparenza. Le ultime due aree saranno, come detto, affrontate subito, mentre la prima necessita di maggior tempo per la sua messa in opera. Perche? Il sistema risk based di monitoraggio della solvibilità è inadeguato o ci sono altri problemi? Certo è che, se Solvency II stenta a partire nel settore assicurativo, per i Fondi pensioni un regime di solvibilità risk based sembra essere una meta ancora più lontana. E questo è dovuto probabilmente al noto problema che, quasi ovunque, i fondi pensione e soprattutto quelli a prestazione definita, sono in difficoltà, visto che l’economia europea non cresce e non crescerà almeno nel medio periodo. Secondo le previsioni demografiche, occupazionali e finanziarie la forza delle contribuzioni, che dipende essenzialmente dall’occupazione, dal PIL e dalla struttura demografica della popolazione, farà molta fatica a sopportare il peso delle prestazioni pensionistiche se non si ricorrerà a riforme strutturali sia delle regole dei fondi che di quelle macroeconomiche in generale. Da un altro punto di vista, la messa a regime di Solvency II per Assicurazioni e Fondi pensione sono collegate. Innanzi tutto l’Authority europea è unica European Insurance and Occupational Pensions Authority EIOPA e questo influisce sulla scelta degli approcci di calcolo della solvibilità. Inoltre la giusta competizione tra chi esercita l’attività di gestire le pensioni occupazionali o supplementari necessita di un’uguaglianza regolamentare lo stesso livello minimo di solvibilità deve essere presente a prescindere dalla natura di chi esercita l’attività, visto che le prestazioni ed i rischi sono sostanzialmente gli stessi. Allora se gli assicuratori prestano questo tipo di attività e per essa dovrebbero costituire dei fondi a copertura di rischi è difficile pensare che altri soggetti possano farlo in modo troppo diverso. Probabilmente anche in virtù di questo principio è difficile che si possa partire in tempi brevi con Solvency II per i fondi pensione ed anche per le assicurazioni. Si omette di parlare dei problemi legati ai rischi di mercato in primis quelli legati allo spread. Il merito di credito di titoli corporate e governativi è estremamente diverso e ciò incide sulle politiche di investimento di tutti, fondi pensione compresi. Lo slittamento sarà, come detto, parziale per i problemi meno gravi e comunque importanti legati alla governance, alla trasparenza e al sistema di reporting ovvero secondo e terzo pilastro si arriverà prima. Ciò premesso si esamina l’impostazione generale del primo pilastro il quantitativo. Esso vuole verificare che gli attivi siano in grado di coprire sia le prestazioni e le spese di gestione che una quantità di rischi. Il report che riporta l’overview è lo stato patrimoniale olistico. E’ interessante vederne almeno la struttura per capire cosa si dovrebbe avere per garantire gli impegni previdenziali anche in presenza di scenari avversi. Queste le regole più importanti. Il principio generale per le valutazioni degli attivi e dei passivi è che venga effettuata una valutazione market consistent gli importi devono rappresentare nel caso degli attivi il valore di mercato o, in mancanza, una valutazione che meglio catturi tale valore dal lato passivo le riserve tecniche, vanno calcolate alla best estimate cioè in base ad un sistema di ipotesi più veritiere ed aggiornate possibili e che soprattutto si ritengano valide per il futuro. Sul lato delle passività va considerato anche un margine per il rischio Risk Margin . La differenza tra le attività e passività costituisce il patrimonio netto o Net AssetValue NAV . Esso non costituisce un fondo libero, ma deve essere in grado di coprire il requisito di capitale minimo Minimun Capital Requirement - MCR ed una serie di rischi derivanti da scenari avversi. Quest’ultima grandezza si chiama Solvency Capital Requirement SCR e rappresenta il requisito di capitale target. Infine, la differenza tra l’attivo ed il passivo maggiorato dell’SCR costituisce il Capitale libero o free surplus. L’attivo dello stato patrimoniale, colonna a sinistra del grafico, è di facile interpretazione anche se restano di non facile soluzione le valutazioni relative ad alcune tipologie assets come quelli non presenti su mercati regolamentati ed acquistati per motivi strategici il caso più evidente riguarda le partecipazioni. Ovviamente presenta non poche difficoltà la valutazione di titoli strutturati soprattutto se non quotati. La valutazione degli immobili, infine, deve anch’essa essere effettuata a valore di mercato e non a valore di libro. Il passivo a destra del grafico comprende la best estimate delle riserve e il risk margin. La best estimate delle riserve deve essere calcolata come la miglior stima dei cash flows generati fino all’estinzione completa degli iscritti. E qui va sottolineato che la best estimate vuole significare la miglior stima e non un’ipotesi più o meno veritiera o comoda. Le ipotesi su cui si basano le proiezioni di lungo-lunghissimo periodo incidono in modo significativo sul risultato. Ad esempio la curva dei tassi di attualizzazione dei cash flows incide in modo rilevante sul risultato generale. Più bassa è la curva di attualizzazione più alte risulteranno le riserve. La curva dei tassi privi di rischio rappresenta una prassi prudente di attualizzazione ed è quella raccomandata da EIOPA. A volte la curva di attualizzazione fa riferimento alla redditività attesa futura dei titoli, ma quando lo si fa, a torto o a ragione, si riducono le riserve, visto che tali ultime curve sono più alte di quelle prive di rischio. Il Risk Margin che va aggiunto alle best estimate delle riserve è basato sul costo del capitale. Ma non lo affrontiamo in questa sede. La best estimate delle riserve ed il risk margin devono essere in grado di coprire gli impegni per prestazioni fino all’estinzione del fondo. Il Solvency Capital Requirement è il requisito di capitale richiesto per fronteggiare l’eventuale avverarsi di scenari avversi. E’ tarato sull’orizzonte temporale di un anno e la probabilità di rovina è pari allo 0,5%. Il Free Surplus è quello che effettivamente resta libero dagli impegni derivanti dalle prestazioni e dalla copertura dei rischi insiti nell’attività previdenziale. Valutazioni olistiche. Sempre più le valutazioni saranno effettuate in modo olistico e i risultati dipenderanno maggiormente dal sistema di ipotesi adottate. Le metodologie di calcolo se derivano da standard internazionali i.e. Standard Formula di EIOPA influenzeranno in modo minore . Se oggi il bilancio tecnico redatto dall’attuario è basato su un sistema di ipotesi è necessario effettuare con attenzione la sensitività dei risultati al variare delle ipotesi. Delle piccole variazioni di ipotesi portano a risultati molto diversi in ragione della lunghezza temporale delle proiezioni. E con Solvency II le proiezioni riguarderanno non solo le voci di stato patrimoniale, ma incideranno notevolmente anche sulla quantificazione dei rischi rientranti nel calcolo del Solvency Capital Requirement SCR .
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