Come di consueto, nel mese di agosto il Ministro dell’Interno ha diramato e commentato i dati statistici sulle violenze sulle donne. A 5 anni dall’approvazione della legge antistalking e a 1 anno dalla legge sul contrasto alla violenza di genere, calano gli omicidi volontari commessi in Italia e, in particolare, quelli nei confronti delle donne rispetto al periodo agosto 2012-luglio 2013, dallo scorso agosto sono infatti scesi del 13,86% da 505 a 435 . Inoltre quelli con vittime di sesso femminile calano del 5,26% da 152 a 144 , come anche scendono del 3,68% gli omicidi in ambito familiare/affettivo da 163 a 157 e del 3,81% quelli in ambito familiare/affettivo con vittime di sesso femminile da 105 a 101 .
Secondo i dati forniti dal Ministro Alfano da agosto 2013 cala l'incidenza in percentuale di vittime di sesso femminile per quanto riguarda i reati di lesioni dolose -11,29%, da 64.340 a 57.077 , percosse -11,88%, da 15.005 a 13.222 , minacce -11,03%, da 82.528 a 73.426 , violenze sessuali -15,71%, da 4.423 a 3.728 , atti persecutori -10,58%, da 11.458 a 10.246 . In aumento invece i maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli 10,36%, da 10.295 a 11.362 . In verità, la lettura di quest’ultimo dato può essere diversa. Proprio la predisposizione di nuovi e più efficaci strumenti normativi di tutela delle vittime di maltrattamenti spingono queste ultime a denunciare maggiormente le violenze subite all’interno delle mura domestica, facendo emergere il sommerso. Ne è una riprova anche il fatto che, nello stesso periodo e sempre rispetto a agosto 2012-giugno 2013, crescono gli ammonimenti del Questore e i divieti di avvicinamento rispettivamente del 21,62% da 925 a 1.125 e del 24,92% da 4.715 a 5.890 . Tra l'agosto 2013 e giugno 2014, inoltre, sono stati 271 gli ammonimenti in base alla nuova legge sul c.d. femminicidio e 189 gli allontanamenti d'urgenza articolo 384- bis c.p.p. . Tali dati «sono la prova – ha detto Alfano – che il meccanismo sta funzionando. Nessuno giri la testa dall’altra parte», ha inoltre esortato il Ministro, assicurando che le forze dell’ordine sono pronte a correre in aiuto e che esiste la possibilità di anonimato per chi è testimone e denuncia una violenza. Anche il trend delle denunce, infatti, è in crescita più 20% per le segnalazioni di stalking negli ultimi due anni, ma nel solo 2013 arriva al 25% e nei primi sette mesi del 2014 cresce ancora del 2%. «È un cambio di passo culturale», ha osservato Alfano ricordando di aver inserito nel provvedimento sul femminicidio l’irrevocabilità della querela in verità poi attenuata in sede di conversione, dalle legge numero 119 del 15.10.2014 . «Dobbiamo fare ancora di più e ancora meglio. – ha concluso – Per questo abbiamo messo il tema della violenza di genere come priorità nel semestre europeo. Non si abbassa l'attenzione e chiediamo a tutti gli italiani di stare dalla parte delle donne». I dati del Viminale vanno letti anche alla luce del quadro europeo. In tal senso, dal rapporto della Commissione dei diritti umani del Consiglio d’Europa ha recentemente fotografato la situazione della violenza sulle donne in Europa. Ebbene, ogni giorno 12 donne muoiono a causa di violenze domestiche nei 47 Paesi del Consiglio d’Europa e nei 28 dell’Ue e quasi una su due il 45% ha subito molestie sessuali, una su 5 violenza fisica e il 18% è stata vittima di stalking . Come ha sottolineato il Commissario per i diritti umani Nils Muiznieks, «La violenza subita da un partner è ancora una delle prime cause di morte non accidentale tra le donne. Mentre il 18% degli uomini è assassinato dal partner o da un familiare, per le donne la media è del 55%. Tali dati mostrano quanto sia urgente agire». Per combattere questo grave fenomeno il primo agosto 2014 è entrata in vigore la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla «prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e contro la violenza domestica», approvata nel 2011 ad Istanbul, firmata da 32 Paesi e ratificata da 13. Mancava, infatti, uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per gli Stati, che affrontasse il fenomeno della violenza nelle sue molteplici forme su donne e bambine in quanto appartenenti al genere femminile. La Convenzione è chiara sulle strategie da adottare, riassunte nelle 3 P Prevenzione, Protezione, Punizione, per raggiungere un unico grande obbiettivo,eliminare ogni forma di violenza e sopraffazione nelle relazioni di genere. A ricordare che non bisogna abbassare la guardia sulla violenza sulle donne, è arrivato il richiamo dell’ONU al governo. Nel presentare il Rapporto tematico annuale sugli omicidi basati sul genere e il Rapporto sulla violenza sulla scorta delle missione in Italia nel gennaio di quest’anno sono stati presentati, durante la ventesima sessione del Consiglio per i diritti umani, svoltosi a Ginevra, Rashida Manjoo, Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne, ha affermato che «in Italia resta un problema grave, risolverlo è un obbligo internazionale. «Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita. In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche in tale direzione, per la Corte europea dei diritti dell’uomo, nella sentenza 27 maggio 2014, Rumor contro Italia, le leggi sulla violenza domestica rispettano le linee guida internazionali e non violano, perciò, gli articolo 3 e 14 Cedu , incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza”, riconosce, “questi risultati non hanno però portato a una diminuzione di femmicidi anche se, come visto supra , una piccola diminuzione c’è stata o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine».
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