Omicidio stradale: una “battaglia di civiltà” per una misura “per la gente”

Introdurre il reato di omicidio stradale il Pd ci riprova con un’altra proposta illustrata ieri alla stampa e presentata oggi a Palazzo Madama dal Sen. Claudio Moscardelli, la quale prevede il carcere fino a 16 anni per gli ubriachi alla guida e i pirati della strada, 21 in caso di morte di più persone e la pena accessoria del ritiro a vita della patente. Contrariamente alle tante presentate in Parlamento fino ad oggi, questa sembra avere buone possibilità di andare in porto, godendo dell’appoggio del premier, Matteo Renzi. Non resta che auspicare un iter parlamentare rapido, magari attraverso un provvedimento autonomo dell’esecutivo, come un decreto legge.

Nuova “chance” per l’omicidio stradale. Lavori in corso dopo anni di tentativi a riportare l'attenzione sul problema delle morti stradali ci ha pensato il premier Renzi. Già nel suo discorso di insediamento, egli ha auspicato un inasprimento delle pene in materia, attraverso misure «per la gente», che il Governo intende perseguire. In quest’ottica, al pacchetto delle proposte di legge in materia giacenti in Parlamento, si aggiunge un ddl promosso dal Pd per introdurre l'omicidio stradale nel codice penale la proposta è stata presentata ieri alla stampa dal sen Claudio Moscardelli. Un impegno certo. L’attenzione del Governo a questo tema è stata confermata anche dal Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri nella conferenza stampa che ha visto la partecipazione di molti familiari vittime di incidenti stradali, ha auspicato «un iter parlamentare rapido delle proposte presentate», magari attraverso un provvedimento autonomo dell’esecutivo, come un decreto legge. Potrebbe essere la volta buona, quindi «il cittadino deve sapere che esiste una norma severa e precisa» e l’impegno del Governo su questo fronte è certo. Effetto deterrente. Occorre un effetto deterrente chiaro e netto ma è anche importante «puntare molto sulla prevenzione, sull’educazione al rispetto delle regole, a cominciare dalla scuola». Proprio per questi motivi, il testo depositato oggi dal senatore Moscardelli prevede pene molto alte, a metà tra l'omicidio volontario e quello colposo carcere tra i 6 e 16 anni, per chi provochi la morte di una persona mettendosi alla guida in stato di ebbrezza alcolico, sotto stupefacenti, con un limite velocità superiore al doppio del limite, o si dia alla fuga dopo l'incidente. Nel caso di morte di più persone, la pena potrà essere aumentata fino a 21 anni. Quando la condanna diviene definitiva scatta anche l’“ergastolo della patente”, ossia il suo ritiro a vita. Il ddl prevede anche il reato di lesioni personali stradali, con pene da 2 a 18 mesi, e la punibilità con querela di parte nel caso. Finora pene troppo tenui. Tali previsioni mirano a adeguare la sanzione effettiva alla gravità del fatto «Anche dopo la modifica del 2008, che ha introdotto delle aggravanti al reato di omicidio colposo con pene dai 3 ai 12 anni - ha spiegato il senatore primo firmatario del ddl - viene quasi sempre applicato il minimo di pena». Non solo per effetto delle attenuanti, la pena effettiva scende spesso sotto i tre anni, «una sanzione sproporzionata rispetto alla gravità del fatto». Moscardelli, convinto che il reato autonomo favorisca la reale deterrenza, si è detto fiducioso sull'approvazione, mentre Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, ha preso l'impegno di «premere perché il provvedimento venga immediatamente calendarizzato è una norma di equità e di giustizia».