Per potenziare il contrasto dell'evasione fiscale gli organi di polizia dovranno comunicare formalmente alla Guardia di Finanza tutte le notizie che possono essere valorizzate in ambito fiscale. Non deve però trattarsi di semplici elementi indiziari o di analisi ma di evidenze probatorie acquisite nel corso di attività di indagine penale o amministrativa.
Lo ha chiarito il Ministero dell'Interno con la circolare n. 558/a/415.1/0/315858 del 30 maggio 2017, diramata dal comando generale della Guardia di Finanza il 15 giugno 2017. L'art. 36 d.P.R. n. 600/1973 specifica che tutti gli organi di vigilanza che vengono a conoscenza di fatti che possono configurarsi come violazioni tributarie devono comunicarli al comando della guardia di finanza. Contrasto all’evasione. Lo scopo della norma, specifica la nota del Viminale, è quello di rendere più efficace il contrasto del fenomeno dell'evasione fiscale, consentendo alla Guardia di Finanza, secondo le proprie attribuzioni e prerogative, di orientare le attività di accertamento, utilizzando e valorizzando i dati, le notizie e i documenti di cui altri organi, tra i quali le forze di polizia e la polizia locale, siano venuti in possesso nell'esercizio della funzioni di rispettiva competenza . Per potenziare questo scambio informativo, ferma restando l'attività incentivata dei comuni in tema di partecipazione all'accertamento fiscale ex d.l. n. 203/2005 , il Ministero dell'interno, in accordo con il comando generale della Guardia di Finanza, ha fornito indicazioni precise con modulistica ad hoc. Potranno essere comunicate le evidenze probatorie emerse in sede di indagine penale previa autorizzazione specifica della procura , oppure amministrativa, con una descrizione sintetica e circostanziata dei fatti e degli illeciti accertati. La segnalazione dovrà essere trasmessa al comando provinciale della Guardia di Finanza territorialmente competente sulla base della residenza anagrafica o fiscale del soggetto interessato dalla segnalazione.
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