Il taglio dei tribunali è una sfida da raccogliere

La riforma della geografia giudiziaria è in vigore, le critiche e le polemiche sul taglio dei tribunali sono all’ordine del giorno, ma non tutti sono scontenti del restyling della giustizia. Una voce fuori dal coro, infatti, è sicuramente quella di M.G.A. - Mobilitazione Generale degli Avvocati – la quale ritiene che si dovrebbe accantonare i «campanilismi» e raccogliere «le sfide della società globalizzata».

Il taglio dei tribunali crea un pregiudizio irrilevante per i cittadini. Non tutti, quindi, sono sfavorevoli al riordino della geografia giudiziaria. M.G.A., infatti, «è da sempre favorevole alla soppressione delle sezioni distaccate dei Tribunali, perché vediamo – afferma - nella centralizzazione delle strutture e delle funzioni, nonché nella riduzione delle distanze geografiche tra controllori e controllati per quanto riguarda i dipendenti pubblici , uno strumento utile proprio ai fini del miglioramento delle attività giudiziarie, con benefici diffusi sia per i cittadini che per gli avvocati, oltre al fatto, di primo rilievo, che non poche sezioni d’Italia sono ormai da tempo ridotte a delle consorterie locali». Anche perché il pregiudizio per i cittadini conseguente alla soppressione della sezione distaccata «è tanto irrisorio da essere praticamente irrilevante, considerando che di certo non la frequentano con l’assiduità dei propri avvocati». Gli avvocati trarranno dei vantaggi. Gli avvocati, in realtà, riceveranno dei significativi vantaggi dall’accorpamento, tra cui quello di «poter trattare presso il Tribunale accorpante, tutti gli affari giudiziari per i quali, prima, avrebbero dovuto spostarsi nelle varie sezioni distaccate, con non pochi disagi, soprattutto in caso di concomitanza di udienze». Anche un altro argomento che i sostenitori della protesta utilizzano è – sempre a parere di M.G.A. – infondato «quello dell’eradicamento del ‘presidio di legalità’ conseguente alla soppressione delle sezioni distaccate, come quella di Barletta». «Roma locuta, causa finita est». Ad ogni modo – si legge nel comunicato - «come in altri tempi si direbbe ‘Roma locuta, causa finita est’, ‘Roma ha parlato, e la questione è chiusa’, senza però che questo impedisca di evidenziare che ogni azione di contrasto politico, avrebbe dovuto essere proposta per tempo». Infatti, «c'è stato tutto il tempo per poter intervenire con emendamenti mirati e magari con un serio progetto di riforma alternativo, scevro da campanilismi ed anacronismi, e rafforzato dal giusto ed indispensabile sostegno politico da parte dei rappresentanti eletti dal popolo». Una lezione da imparare per il futuro? Mobilitazione Generale degli Avvocati, tuttavia, fa anche dell’autocritica, ritenendo «fuori luogo chiedere o addirittura pretendere un risultato diverso dall’attuale, perché questo risultato consegue giustamente alla nostra degli avvocati incapacità organizzativa e/o all'inadeguatezza, all’inefficacia o all'inefficienza della rappresentanza politica». «Questa è la democrazia» – continua - «rimane solo una lezione da imparare per il futuro, che è la stessa che agli avvocati è stata severamente impartita dal Legislatore, con la riforma dell'ordinamento professionale attuata con la Legge 247/12». La lezione finale – viene precisato - «è che dobbiamo imparare ad aggregarci e ad organizzarci, e soprattutto dobbiamo imparare a votare, sia come cittadini, che come avvocati». La protesta non serve. L’obiettivo di una sana, responsabile, e lungimirante attività politica, soprattutto forense, non è la protesta - secondo Mobilitazione Generale - ma «la pretesa di strutture quanto più possibili idonee a garantire la migliore prosecuzione delle attività del Tribunale, impegnandoci tutti ad una fattiva collaborazione, finalizzata alla migliore e celere risoluzione dei vari problemi funzionali e/o organizzativi». È il momento politico giusto ed opportuno per riprendere gli anziani progetti delle «Cittadelle Giudiziarie». «L'accorpamento e la centralizzazione delle strutture, delle funzioni e delle attività giudiziarie è certamente un primo passo in quella direzione, dobbiamo saper vedere e cogliere i vantaggi anche in situazioni che sembrano non poterne avere, ed i vantaggi, in queste circostanze, sono visibili solo guardando oltre l'orizzonte del campanilismo e dell’anacronismo», sostiene M.G.A È necessario, in pratica, «premere per l’accelerazione del processo telematico, e per l’adozione delle migliori tecnologie informatiche» bisogna evolversi, e bisogna raccogliere le «sfide della società globalizzata», individuare i vantaggi e convertire gli svantaggi in crediti politici, «esattamente quello che fino ad oggi non siamo mai riusciti a fare».