Dopo il primo scossone inferto alla categoria dei farmacisti dal d.l. numero 223/2006 legge conv. numero 248/2006 che ha consentito la vendita dei cosiddetti farmaci da banco o da automedicazione al di fuori delle farmacie, inventando una tipologia di negozio precedentemente sconosciuta - le parafarmacie - ecco che un’ulteriore spinta sta portando ad ipotesi di apertura del mercato prima d’ora inimmaginabili.
L’ulteriore spallata è intervenuta con il decreto legge 24 gennaio 2012, numero 1 Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività , convertito con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012, numero 27, pubblicata nel supplemento ordinario relativo alla G.U. del 24 marzo scorso numero 71. Con la legge di conversione e sulla base di un emendamento del Governo, è stato completamente riscritto l’articolo 11 del decreto legge che introduceva le nuove disposizioni per il comparto collegato alla diffusione del farmaco, anche se la sostanza non è cambiata rispetto al testo originario contenuto nel decreto del Governo. Le indicazioni dell’Antitrust. Relativamente alla distribuzione dei farmaci ci sono tre questioni sul tappeto. E’ quanto in sintesi afferma l’Autorità garante della concorrenza e del mercato nella segnalazione presentata il 5 gennaio scorso, ai sensi degli articolo 21 e 22 della legge 10 ed inviata ai presidenti di Camera e Senato, nonché al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per lo sviluppo economico e infrastrutture e trasporti. La prima questione riguarda la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C argomento trattato nell’approfondimento sulle parafarmacie di questa rivista . Gli altri due nodi da sciogliere, secondo il Garante, sono l’ampliamento della pianta organica e l’estensione della multi-titolarità. In sostanza, a prescindere dai farmaci di tipo C l’Autorità ritiene necessario rimuovere gli ostacoli all’apertura di nuove farmacie, aumentando la pianta organica della stessa mediante la modifica dell’articolo 1 della L. 2 aprile 1968 numero 475, e ampliare la possibilità della multi-titolarità. L’articolo 5, comma 10, del d.l. del 4 luglio 2006, numero 223, convertito in legge dalla L. 4 agosto 2006, numero 248, integra l'articolo 7 della legge 8 novembre 1991, numero 362, prevede, peraltro, che un unico soggetto possa essere titolare al massimo di 4 farmacie. Tale vincolo, ove non completamente rimosso, andrebbe reso meno stringente così da poter cogliere i benefici derivanti dalle economie di scala. In questa prospettiva il numero massimo potrebbe essere aumentato fino ad almeno il doppio dell’attuale limite. Le nuove disposizioni del d.l. numero 1/2012 o meglio della legge di conversione numero 27/2012 . L’articolo 11 della legge di conversione che sostituisce integralmente il corrispondente articolo del decreto legge, innova complessivamente il quadro di riferimento normativo per le farmacie. Anche la rubrica di tale articolo è stata integrata con il riferimento alle disposizioni in materia sanitaria Potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica, accesso alla titolarità delle farmacie, modifica alla disciplina della somministrazione dei farmaci e altre disposizioni in materia sanitaria, con ciò già anticipando l’ampio spettro delle questioni trattate. «1. Al fine di favorire l'accesso alla titolarita' delle farmacie da parte di un piu' ampio numero di aspiranti, aventi i requisiti di legge, nonche' di favorire le procedure per l'apertura di nuove sedi farmaceutiche garantendo al contempo una piu' capillare presenza sul territorio del servizio farmaceutico, alla legge 2 aprile 1968, numero 475, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni a all'articolo 1, il secondo e il terzo comma sono sostituiti dai seguenti Il numero delle autorizzazioni e' stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 3.300 abitanti. La popolazione eccedente, rispetto al parametro di cui al secondo comma, consente l'apertura di una ulteriore farmacia, qualora sia superiore al 50 per cento del parametro stesso b dopo l'articolo 1 e' inserito il seguente articolo 1-bis. - 1. In aggiunta alle sedi farmaceutiche spettanti in base al criterio di cui all'articolo 1 ed entro il limite del 5per cento delle sedi, comprese le nuove, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentita l'azienda sanitaria locale competente per territorio, possono istituire una farmacia a nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti civili a traffico internazionale, nelle stazioni marittime e nelle aree di servizio autostradali ad alta intensita' di traffico, dotate di servizi alberghieri o di ristorazione, purche' non sia gia' aperta una farmacia a una distanza inferiore a 400 metri b nei centri commerciali e nelle grandi strutture con superficie di vendita superiore a 10.000 metri quadrati, purche' non sia gia' aperta una farmacia a una distanza inferiore a 1.500 metri c l'articolo 2 e' sostituito dal seguente articolo 2. - 1. Ogni comune deve avere un numero di farmacie in rapporto a quanto disposto dall'articolo 1. Al fine di assicurare una maggiore accessibilita' al servizio farmaceutico, il comune, sentiti l'azienda sanitaria e l'Ordine provinciale dei farmacisti competente per territorio, identifica le zone nelle quali collocare le nuove farmacie, al fine di assicurare un'equa distribuzione sul territorio, tenendo altresi' conto dell'esigenza di garantire l'accessibilita' del servizio farmaceutico anche a quei cittadini residenti in aree scarsamente abitate. 2. Il numero di farmacie spettanti a ciascun comune e' sottoposto a revisione entro il mese di dicembre di ogni anno pari, in base alle rilevazioni della popolazione residente nel comune, pubblicate dall'Istituto nazionale di statistica . 2. Ciascun comune, sulla base dei dati ISTAT sulla popolazione residente al 31 dicembre 2010 e dei parametri di cui al comma 1, individua le nuove sedi farmaceutiche disponibili nel proprio territorio e invia i dati alla regione entro e non oltre trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. 3. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono ad assicurare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, la conclusione del concorso straordinario e l'assegnazione delle sedi farmaceutiche disponibili di cui al comma 2 e di quelle vacanti. In deroga a quanto previsto dall'articolo 9 della legge 2 aprile 1968, numero 475, sulle sedi farmaceutiche istituite in attuazione del comma 1 o comunque vacanti non puo' essere esercitato il diritto di prelazione da parte del comune. Entro sessanta giorni dall'invio dei dati di cui al comma 2, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano bandiscono il concorso straordinario per soli titoli per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e per quelle vacanti, fatte salve quelle per la cui assegnazione, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, la procedura concorsuale sia stata gia' espletata o siano state gia' fissate le date delle prove. Al concorso straordinario possono partecipare i farmacisti, cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea, iscritti all'albo professionale a non titolari di farmacia, in qualunque condizione professionale si trovino b titolari di farmacia rurale sussidiata c titolari di farmacia soprannumeraria d titolari di esercizio di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, numero 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, numero 248. Non possono partecipare al concorso straordinario i farmacisti titolari, compresi i soci di societa' titolari, di farmacia diversa da quelle di cui alle lettere b e c . 4. Ai fini dell'assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche messe a concorso, ciascuna regione e le province autonome di Trento e di Bolzano istituiscono, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione del relativo bando di concorso, una commissione esaminatrice regionale o provinciale per le province autonome di Trento e di Bolzano. Al concorso straordinario si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni vigenti sui concorsi per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione o vacanti, nonche' le disposizioni del presente articolo. 5. Ciascun candidato puo' partecipare al concorso per l'assegnazione di farmacia in non piu' di due regioni o province autonome, e non deve aver compiuto i 65 anni di eta' alla data di scadenza del termine per la partecipazione al concorso prevista dal bando. Ai fini della valutazione dell'esercizio professionale nel concorso straordinario per il conferimento di nuove sedi farmaceutiche di cui al comma 3, in deroga al regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 marzo 1994, numero 298 a l'attivita' svolta dal farmacista titolare di farmacia rurale sussidiata, dal farmacista titolare di farmacia soprannumeraria e dal farmacista titolare di esercizio di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, numero 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, numero 248, e' equiparata, ivi comprese le maggiorazioni b l'attivita' svolta da farmacisti collaboratori di farmacia e da farmacisti collaboratori negli esercizi di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, numero 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, numero 248, e' equiparata, ivi comprese le maggiorazioni. 6. In ciascuna regione e nelle province autonome di Trento e di Bolzano, la commissione esaminatrice, sulla base della valutazione dei titoli in possesso dei candidati, determina una graduatoria unica. A parita' di punteggio, prevale il candidato piu' giovane. Le regioni o le province autonome di Trento e di Bolzano, approvata la graduatoria, convocano i vincitori del concorso i quali entro quindici giorni devono dichiarare se accettano o meno la sede, pena la decadenza della stessa. Tale graduatoria, valida per due anni dalla data della sua pubblicazione, deve essere utilizzata con il criterio dello scorrimento per la copertura delle sedi farmaceutiche eventualmente resesi vacanti a seguito delle scelte effettuate dai vincitori di concorso. 7. Ai concorsi per il conferimento di sedi farmaceutiche gli interessati, di eta' non superiore ai 40 anni, in possesso dei requisiti di legge possono concorrere per la gestione associata, sommando i titoli posseduti. In tale caso, ai soli fini della preferenza a parita' di punteggio, si considera la media dell'eta' dei candidati che concorrono per la gestione associata. Ove i candidati che concorrono per la gestione associata risultino vincitori, la titolarita' della farmacia assegnata e' condizionata al mantenimento della gestione associata da parte degli stessi vincitori, su base paritaria, per un periodo di dieci anni, fatta salva la premorienza o sopravvenuta incapacita'. 8. I turni e gli orari di farmacia stabiliti dalle autorita' competenti in base alla vigente normativa non impediscono l'apertura della farmacia in orari diversi da quelli obbligatori. Le farmacie possono praticare sconti sui prezzi di tutti i tipi di farmaci e prodotti venduti pagati direttamente dai clienti, dandone adeguata informazione alla clientela. 9. Qualora il comune non provveda a comunicare alla regione o alla provincia autonoma di Trento e di Bolzano l'individuazione delle nuove sedi disponibili entro il termine di cui al comma 2 del presente articolo, la regione provvede con proprio atto a tale individuazione entro i successivi sessanta giorni. Nel caso in cui le regioni o le province autonome di Trento e di Bolzano non provvedano nel senso indicato ovvero non provvedano a bandire il concorso straordinario e a concluderlo entro i termini di cui al comma 3, il Consiglio dei ministri esercita i poteri sostitutivi di cui all'articolo 120 della Costituzione con la nomina di un apposito commissario che provvede in sostituzione dell'amministrazione inadempiente anche espletando le procedure concorsuali ai sensi del presente articolo. 10. Fino al 2022, tutte le farmacie istituite ai sensi del comma 1, lettera b , sono offerte in prelazione ai comuni in cui le stesse hanno sede. I comuni non possono cedere la titolarita' o la gestione delle farmacie per le quali hanno esercitato il diritto di prelazione ai sensi del presente comma. In caso di rinuncia alla titolarita' di una di dette farmacie da parte del comune, la sede farmaceutica e' dichiarata vacante. 11. Al comma 9 dell'articolo 7 della legge 8 novembre 1991, numero 362, e successive modificazioni, le parole due anni dall'acquisto medesimo sono sostituite dalle seguenti sei mesi dalla presentazione della dichiarazione di successione . 12. Il medico, nel prescrivere un farmaco, e' tenuto, sulla base della sua specifica competenza professionale, ad informare il paziente dell'eventuale presenza in commercio di medicinali aventi uguale composizione in principi attivi, nonche' forma farmaceutica, via di somministrazione, modalita' di rilascio e dosaggio unitario uguali. Il farmacista, qualora sulla ricetta non risulti apposta dal medico l'indicazione della non sostituibilita' del farmaco prescritto, dopo aver informato il cliente e salvo diversa richiesta di quest'ultimo, e' tenuto a fornire il medicinale prescritto quando nessun medicinale fra quelli indicati nel primo periodo del presente comma abbia prezzo piu' basso ovvero, in caso di esistenza in commercio di medicinali a minor prezzo rispetto a quello del medicinale prescritto, a fornire il medicinale avente prezzo piu' basso. All'articolo 11, comma 9, del decreto-legge 31 maggio 2010, numero 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, numero 122, nel secondo periodo, dopo le parole e' possibile sono inserite le seguenti solo su espressa richiesta dell'assistito e . Al fine di razionalizzare il sistema distributivo del farmaco, anche a tutela della persona, nonche' al fine di rendere maggiormente efficiente la spesa farmaceutica pubblica, l'AIFA, con propria delibera da adottare entro il 31 dicembre 2012 e pubblicizzare adeguatamente anche sul sito istituzionale del Ministero della salute, revisiona le attuali modalita' di confezionamento dei farmaci a dispensazione territoriale per identificare confezioni ottimali, anche di tipo monodose, in funzione delle patologie da trattare. Conseguentemente, il medico nella propria prescrizione tiene conto delle diverse tipologie di confezione. 13. Al comma 1 dell'articolo 32 del decreto-legge 6 dicembre 2011, numero 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, numero 214, le parole che ricadono nel territorio di comuni aventi popolazione superiore a 12.500 abitanti e, comunque, al di fuori delle aree rurali come individuate dai piani sanitari regionali, sono soppresse. 14. Il comma 1 dell'articolo 70 del decreto legislativo 6 aprile 2006, numero 193, e' sostituito dal seguente 1. La vendita al dettaglio dei medicinali veterinari e' effettuata soltanto dal farmacista in farmacia e negli esercizi commerciali di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, numero 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, numero 248, ancorche' dietro presentazione di ricetta medica, se prevista come obbligatoria. La vendita nei predetti esercizi commerciali e' esclusa per i medicinali richiamati dall'articolo 45 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, numero 309, e successive modificazioni . 15. Gli esercizi commerciali di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, numero 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, numero 248, in possesso dei requisiti vigenti, sono autorizzati, sulla base dei requisiti prescritti dal decreto del Ministro della salute previsto dall'articolo 32, comma 1, del decreto-legge 6 dicembre 2011, numero 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, numero 214, ad allestire preparazioni galeniche officinali che non prevedono la presentazione di ricetta medica, anche in multipli, in base a quanto previsto nella farmacopea ufficiale italiana o nella farmacopea europea. 16. In sede di rinnovo dell'accordo collettivo nazionale con le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative, ai sensi dell'articolo 4, comma 9, della legge 30 dicembre 1991, numero 412, e successive modificazioni, e' stabilita, in relazione al fatturato della farmacia a carico del Servizio sanitario nazionale, nonche' ai nuovi servizi che la farmacia assicura ai sensi del decreto legislativo 3 ottobre 2009, numero 153, la dotazione minima di personale di cui la farmacia deve disporre ai fini del mantenimento della convenzione con il Servizio sanitario nazionale. 17. La direzione della farmacia privata, ai sensi dell'articolo 7 della legge 8 novembre 1991, numero 362, e dell'articolo 11 della legge 2 aprile 1968, numero 475, puo' essere mantenuta fino al raggiungimento del requisito di eta' pensionabile da parte del farmacista iscritto all'albo professionale». Relativamente ai contenuti del corposo articolato normativo, degno di nota è quanto previsto al comma 8, il quale si pone come misura indispensabile al potenziamento del servizio farmaceutico a vantaggio dei consumatori, prevedendo che le farmacie possono svolgere la propria attività anche oltre gli orari ed i turni di apertura. Ciò evidentemente in coerenza con la liberalizzazione degli orari per il settore del commercio in senso stretto. Il decreto legge, inoltre, prevede agevolazioni per gli under 40 che decideranno di partecipare al concorso per le nuove farmacie in forma associata. Il numero di nuove sedi sarà determinato ogni due anni, sulla base dei dati della popolazione rilevati dall’Istat e sarà il Comune, sentita l’Asl e l’ordine professionale, ad individuare la zona più idonea ad ospitare l’eventuale nuova farmacia. La prossima verifica dovrà essere fatta entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del dl 1/2012 e, quindi, entro il 23 aprile prossimo. Relativamente al rapporto farmacia/utenti, la rilevante novità è che si passa da 5000 a 3300 abitanti il rapporto ottimale tra la popolazione di un comune ed una farmacia, anche se, a dire il vero, la Commissione Senato ha ritoccato del 10 per cento la scelta del Governo che aveva originariamente previsto il rapporto ottimale di uno a tremila. Tale proposta è stata fatta poi propria dal Governo con il maxi-emendamento. Ma una delle novità più rilevanti, è indubbiamente quella che riguarda il settore delle parafarmacie istituite con il decreto legge 223/2006. Per queste, infatti, sarà d’ora innanzi consentito l’allestimento di preparazioni galeniche officinali, anche se limitatamente a sostanze che non prevedono la presentazione di ricetta medica e previo adeguamento dei locali alle prescrizioni tecniche che saranno individuate da un decreto ministeriale. La prossima ipotetica spallata. Come se non bastasse, il settore della vendita dei farmaci sarà molto probabilmente destinato ad un ulteriore nuovo scossone, in conseguenza dell’ordinanza del Tribunale amministrativo per la regione Lombardia, sezione III che, con ordinanza numero 896 del 22 marzo 2012, ha rimesso alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee la questione connessa ai vincoli per la vendita dei farmaci di tipo C. Secondo il Collegio lombardo, il regime di contingentamento vigente in Italia con riguardo alla vendita dei farmaci di fascia C, non sembra giustificato né da ragioni di controllo della salute pubblica, né di ordine economico pianificazione di spesa , né per evitare gli eccessi socialmente indesiderati della concorrenza. Con ciò si verrebbe a determinare una ingiustificata discriminazione a danno delle parafarmacie anche in relazione al fatto che «in base alla normativa vigente in materia, la parafarmacia analogamente alla farmacia garantisce la tracciabilità del farmaco venduto grazie al codice unico attribuitogli dal Ministero della Salute si avvale dei medesimi canali di rifornimento delle farmacie con tutte le garanzie di qualità e sicurezza che ciò comporta utilizza per la gestione della propria attività gli stessi sistemi informatici delle farmacie ed è quindi costantemente aggiornata su tutte le problematiche che possono riguardare i farmaci ritiri, cautele, ect. ». Oltre al fatto che, precisa l’ordinanza, si avvale di farmacisti abilitati tenuti all'aggiornamento costante tramite ECM, come i farmacisti che operano nelle farmacie.