La Cassa di Previdenza dei ragionieri batte Cassa Forense 2 a 0

Un tempo la produzione normativa in campo previdenziale degli avvocati era considerata la stella polare da imitare per tutte le altre professioni, riprova ne sia che molti regolamenti si sono conformati alla riforma del 1980 di Cassa Forense.

Da qualche tempo però gli avvocati sono rimasti indietro in una sorta di «ossessione crepuscolare» di conservazione dello esistente che non porterà da nessuna parte salvo che un nuovo movimento neo futurista non imprima la spinta necessaria al cambiamento. Confido molto su Lucia Taormina che si candida alla presidenza di Cassa Forense. Presentata la riforma previdenziale dei ragionieri. In questi giorni i Ministeri vigilanti hanno approvato la riforma previdenziale dei ragionieri e il suo Presidente così può presentarla sul sito istituzionale «I ministeri vigilanti hanno approvato la riforma della Cassa Ragionieri. Si conclude così un iter iniziato a novembre 2012, quando il Comitato dei delegati dell'Associazione aveva varato una articolata riforma della previdenza, in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 24, comma 24, del decreto-legge 6 dicembre 2011, numero 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, numero 214, cosiddetto “Salva-Italia». Lo ha detto Paolo Saltarelli, presidente della Cassa. «Gli uffici tecnici ministeriali avevano sollevato una serie di rilievi sulla prima stesura del testo, oggetto in questi mesi di un confronto con gli amministratori dell'ente previdenziale. Con le delibere del 28 febbraio 2013 e del 9 settembre 2013 - continua Saltarelli - la Cassa è riuscita a recepire pressoché integralmente tutte le indicazioni ministeriali e finalmente è arrivata l'approvazione. Si tratta di una riforma “dura” che prevede un aumento dei contributi e una contrazione dei trattamenti pensionistici, 'medicina amara' ma necessaria a garantire la solvibilità dell'ente nel tempo e le pensioni alle nuove generazioni». Saltarelli sottolinea che i ministeri hanno osservato che «le simulazioni attuariali elaborate a supporto del progetto di riforma indicano che le leve previdenziali variate nel complesso permettono di conseguire il risultato di sostenibilità di lungo periodo del fondo«. «Accolgo con favore la conferma da parte dei ministeri della prospettiva di ascrivere gli esperti contabili nell'alveo previdenziale della Cnpr - conclude il numero uno della Cassa - mediante un'espressa disposizione normativa di rango primario». La situazione economico-finanziaria della Cassa dei Ragionieri era infatti la più deficitaria, tant’è vero che non ebbe a superare lo scoglio della sostenibilità cinquantennale di cui al famoso articolo 24, comma 24, legge 214/2011. Il management della Cassa dei Ragionieri non si è perso d’animo, ha sopportato contestazioni di ogni genere, ma si è messo al lavoro ponendo mano ad una riforma che, come detto più sopra, è stata approvata dai Ministeri vigilanti perché le simulazioni attuariali del progetto di riforma traguardano la sostenibilità di lungo periodo. Ricordo che la Cassa di Previdenza dei Ragionieri è stata la prima fra tutte e 21, nel 2004, ad esercitare l’opzione per il calcolo contributivo della pensione. Un tanto però non è bastato a causa dei limitati ingressi da parte di nuovi iscritti attratti dalla Cassa dei dottori e la unificazione delle due casse è rimasta sulla carta anche per i sospetti di insostenibilità dei conti. Come si può vedere nelle slides esplicative della riforma, cliccabili nell’allegato, la Cassa dei Ragionieri ha aumentato l’aliquota del contributo soggettivo, ha aumentato il massimale di reddito sui cui applicare l’aliquota, ha previsto il pagamento del contributo soggettivo supplementare, ha ridotto il contributo integrativo minimo per portarlo allo stesso livello di Cassa Dottori che passa quindi da € 1.836,00 ad € 758,00, ha abolito nella sostanza la pensione di anzianità che è stata sostituita dalla pensione anticipata, ha applicato alle pensioni con decorrenza anteriore al 2013, per tre anni 2014, 2015, 2016 , un contributo di solidarietà in un range che va dallo 0 a 5 al fine di assicurare l’equilibrio finanziario e l’equità tra le generazioni. La novità. La vera grande novità sta nell’introduzione della riduzione di equilibrio della quota A della pensione, quella cioè maturata con il sistema retributivo ante passaggio al contributivo che è del 2004. L’importo che si sottrae alla quota A, calcolata con il generoso sistema retributivo, è una parte della differenza tra la pensione calcolata con il metodo retributivo e una pensione calcolata con il metodo contributivo al momento del pensionamento. Il 25% della differenza fra la quota A e la quota ricalcolata contributiva costituisce la «riduzione di equilibrio» che non potrà essere superiore al 20% della quota A. Un esempio Per capire immediatamente quota A calcolata con il sistema retributivo al 2004 = € 20.000,00 ricalcolo della quota con il sistema contributivo = € 16.000,00 differenza = € 4.000,00 riduzione di equilibrio 25% = € 1.000,00 che rappresenta appunto un quarto della differenza pari al 5%. Un tanto per superare le eccezioni di incostituzionalità di ogni incisione sui diritti quesiti. La riforma ha introdotto anche delle interessanti norme per una migliore pianificazione previdenziale. L’iscritto, infatti, può versare dei contributi volontari per raggiungere il diritto alla pensione e al momento della presentazione della domanda di pensione può chiedere di effettuare il versamento di un contributo soggettivo straordinario aggiuntivo, di importo a sua discrezione, destinato ad aumentare l’importo della pensione. Bravi ragionieri e un plauso sentito a Paolo Saltarelli che io posso testimoniare aver profuso energie pari allo entusiasmo previdenziale che non gli è mai venuto meno , nemmeno dopo la bocciatura del 2012. Cassa Forense dovrà ora correre per cercare di colmare il gap che si è così determinato confidando nella gara di ritorno che non è però lontana.

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