Equità previdenziale e lo spauracchio della cancellazione dall’Albo avvocati: il ‘bombardamento’ di ‘Mga’

Iniziativa promossa dalla ‘Mobilitazione generale degli avvocati’ per spingere il Consiglio Nazionale Forense ad esprimere un parere negativo sulla ipotesi del Regolamento sulla continuità della professione forense.

‘Partite Iva di tutt’Italia, unitevi!’. Ma il concetto può benissimo essere allargato a lavoratori autonomi e parasubordinati, e ai componenti del variegato mondo delle professionisti intellettuali Esemplare, in questo senso, la manifestazione promossa dall’associazione ‘Mga – mobilitazione generale degli avvocati’, tenutasi a Roma qualche giorno fa – nel contesto di piazza Cavour, dinanzi la Corte di Cassazione – e finalizzata a dar voce alla protesta con l’attuale sistema fiscal-previdenziale ebbene, a prendervi parte non solo gli avvocati, ma anche gli esponenti di differenti settori del mondo – dalla Sanità alla Giustizia, dal Turismo al Giornalismo –, tutti accomunati dalla necessità di barcamenarsi tra redditi sempre più variabili e oneri previdenziali e fiscali sempre più gravosi e rigidi. Questo, però, pare destinato a essere solo un punto di partenza Almeno è quanto ci hanno assicurato in piazza Cavour – durante lo svolgimento della manifestazione, concretizzatasi come ‘Speaker’s corner’ per dar voce a diversi rappresentanti del mondo del lavoro autonomo – i componenti del comitato direttivo di ‘Mga’, ossia Cosimo Damiano Matteucci, Valentina Restaino e Gerardo Romei, annunciando l’intenzione di mettere in campo altre iniziative. Ultima in ordine di tempo, sul ‘fronte avvocati’, la realizzazione di un ‘bombardamento’ virtuale – fatto di fax e di tweet – nei confronti del Consiglio Nazionale Forense per impedire l’approvazione del Regolamento sulla continuità della professione forense, che, ricordano i rappresentanti di ‘Mga’, «stabilisce che, se non sei in regola con i pagamenti alla ‘Cassa’, ti cancellano dall’Albo». Chiara l’intenzione «Più alta sarà la nostra pressione, maggiori saranno le possibilità che il ‘Consiglio’ dica forte e chiaro che un avvocato non si giudica in base al reddito». E questa, secondo ‘Mga’, è l’unica soluzione per evitare di mettere in crisi una fetta enorme di professionisti legali. Su questo punto, difatti, bisogna tener presente che «secondo i numeri di ‘Cassa’, il reddito medio annuo di un avvocato è di 45mila euro, ma in realtà il 50% degli avvocati guadagna appena 13mila euro lordi all’anno, e, comunque, è obbligato a versare 4mila euro alla ‘Cassa’», ricordano da ‘Mga’, e, ora, a rendere ancora più delicata la situazione, c’è anche la possibilità, ‘Regolamento’ alla mano, della «cancellazione dall’Albo» laddove non si sia in regola nei conti con ‘Cassa’. Senza dimenticare, poi, i problemi a livello fiscale, con la ‘rivoluzione’ – valutata in maniera negativa – del nuovo ‘regime dei minimi’, con «una tassazione passata dal 5% al 15%», ricordano da ‘Mga’. Tutto ciò viene collocato nella categoria ‘assurdità italiane’ – concetto, questo, ribadito anche in occasione della manifestazione a Roma –. E questo pensiero – condiviso da quasi 16mila persone, iscritte a ‘Mga’ – verrà riproposto anche nelle settimane a venire, con iniziative ad hoc , provando a conquistare anche l’attenzione dell’opinione pubblica