Abbiamo già detto e scritto che il regolamento ex articolo 21, commi 8 e 9, legge numero 247/2012, dal punto di vista previdenziale è divisivo e non inclusivo, perché destina 87.000 avvocati, in precarie condizioni economiche, alla pensione contributiva senza integrazione al trattamento minimo dopo aver incassato dagli stessi il contributivo integrativo del 4% sul volume d’affari che va proprio a sostenere l’integrazione al trattamento minimo della pensione retributiva dalla quale sono esclusi.
Gli ultimi dati forniti da Cassa Forense sono quelli leggibili nello allegato. In buona sostanza la leva previdenziale, così come tutti i regolamenti in gestazione presso il Consiglio Nazionale Forense, non possono essere utilizzati per sfoltire i ranghi dell’Avvocatura. 2 le soluzioni praticabili Dal punto di vista previdenziale io vedo solo due soluzioni praticabili a. opzione per tutti gli avvocati al sistema di calcolo contributivo della pensione con contestuale avvio di un piano cinquantennale di ammortamento del debito previdenziale già maturato con contribuzione proporzionale al beneficio ricevuto dal generoso sistema di calcolo retributivo, così aggirando le forche caudine degli istituti dei diritti quesiti del pro rata temporis b. integrale ristrutturazione del sistema previdenziale forense in due sezioni - quella obbligatoria di primo pilastro finanziata dal sistema a ripartizione con pensione minima uguale per tutti gli avvocati - quella volontaria di secondo pilastro finanziata dal sistema a capitalizzazione dove ciascuno possa costruirsi il proprio futuro previdenziale secondo le proprie disponibilità. Ritengo altresì che tutte le 21 Casse professionali dovrebbero consorziarsi per ragioni di economie di scala investendo le risorse disponibili nel paese Italia. È venuto il tempo delle scelte improntate a chiarezza e lungimiranza. Le proposte dell’Avvocatura per un nuovo sistema giudiziario “civile” sono quelle portate avanti dal Consiglio Nazionale Forense che prevedono nuovi sistemi alternativi al processo negoziazione assistita da un avvocato secondo lo schema già previsto in Francia camere arbitrali presso gli Ordini forensi per una soluzione celere e garantita dalle regole processuali delle controversie presenza obbligatoria degli avvocati nell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia e possibile partecipazione degli avvocati allo smaltimento dell’arretrato civile, attraverso la stesura di sentenze. La spinta riformatrice del Governo Renzi e dei nuovi Ministri della Giustizia e del Lavoro va assecondata per raggiungere i risultati sino a ieri insperati.
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