Stato di diritto assente nella caserma di Bolzaneto: un ibrido tra Alcatraz e Guantanamo

110 pagine di sentenza per confermare i risarcimenti per più di 150 manifestanti no-global, che, durante il G8 di Genova del 2001, furono picchiati e detenuti nella caserma di Bolzaneto, in spregio ad ogni norma di garanzia.

Completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto , questo, in estrema sintesi, è quanto afferma la Corte di Cassazione nella sentenza n. 37088/13, depositata il 10 settembre. Il caso. Dirigenti e agenti della polizia, dirigenti e agenti della polizia penitenziaria, medici, e carabinieri anche se in misura minore , tutti coinvolti nei 4 giorni di violenza che ha invaso Genova 12 anni fa, durante il G8. Tra prescrizione e indulto, quasi tutta la responsabilità penale dei 40 imputati è stata cancellata, ma è rimasto, anche dopo il giudizio di legittimità, il diritto ai risarcimenti per i giovani, costituitisi parti civili. Il comando ricopre una posizione di garanzia. Gli Ermellini hanno sottolineato che a Bolzaneto regnava un regime detentivo e – aggiungono - i momenti di violenza non si alternavano a periodi di tranquillità, ma l'esatto contrario . E poi, a rafforzare nei sottoposti la certezza dell’impunità, ha giocato un ruolo fondamentale la consapevole inerzia di chi aveva un ruolo gerarchico. Le violenze – si legge in sentenza – si consumavano già sul piazzale della caserma e le vittime martoriate e terrorizzate venivano fatte passare oltre, verso l'ufficio matricola e le celle, attraverso un clamore minaccioso e prodromico dei delitti che vi si commettevano . Vessazioni di ogni tipo botte, gas urticanti, umiliazioni e denudamenti. A Bolzaneto - afferma la Cassazione - la commissione di gravi reati non era occasionale, all'interno di un luogo nel quale i lamenti dei prigionieri vessati erano continui niente cibo, niente acqua e nessuna possibilità di andare in bagno. E nessuno degli imputati – affermano ancora i giudici - può dire di non essersi accorto di nulla. Si è trattato di un pretesto, un’occasione per dare sfogo all’impulso criminale . I carabinieri avevano comunque assistito. Un discorso a parte viene fatto per quanto riguarda l'operato dei carabinieri, la S.C., infatti, ricorda che sebbene in massima parte ma non nella totalità si fossero astenuti dal commettere gli stessi delitti ascrivibili agli altri agenti, avevano comunque assistito alla loro perpetrazione senza impedirli .

Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza 14 giugno – 10 settembre 2013, n. 37088 Presidente Zecca – Relatore Oldi