Giovani avvocati, commercialisti e notai insieme davanti alle sfide per le nuove generazioni di professionisti

È stato firmato al CNEL il Protocollo d’intesa tra giovani avvocati, commercialisti e notai. Cataldi, Carbonelli e Foglieni: «Un coordinamento stabile per affrontare, con una sola voce, le tematiche di interesse».

Francesco Cataldi , presidente Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UNGDCEC), Vincenzo Carbonelli , presidente Associazione Italiana Giovani Notai (ASIGN), e Carlo Foglieni , presidente Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA), hanno firmato al CNEL il “Protocollo Giovani Professionisti”, con cui le rappresentanze dei Giovani Avvocati, Dottori Commercialisti e Notai avviano un percorso condiviso. «Un coordinamento stabile per affrontare, con una sola voce, le tematiche di interesse comune dei professionisti . Un’unione di forze che mira a rafforzare le sinergie e portare avanti proposte che vadano incontro alle esigenze delle nuove generazioni, promuovendo un ruolo moderno della consulenza professionale, capace di sostenere l’innovazione nei mercati e di tutelare dignità, diritti e sostenibilità delle carriere». «L’obiettivo è mettere insieme le nostre competenze, un lavoro congiunto che si concentrerà su diversi ambiti: la Valutazione dell’Impatto Generazionale (VIG), quale approccio innovativo per misurare gli effetti delle riforme sulle nuove generazioni di professionisti. Inoltre, intendiamo dare continuità al presidio sull’equo compenso , monitorando le novità normative e le criticità applicative, specie nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e i grandi committenti privati. Riteniamo anche fondamentale un’integrazione responsabile dell’intelligenza artificiale nei processi professionali , cogliendone le opportunità e governandone i rischi attraverso una regolamentazione sostenibile. Focus anche sull’asse welfare-previdenza , che necessita di strumenti più efficaci di tutela lungo tutto l’arco della vita lavorativa, con particolare attenzione alle fasi di fragilità e discontinuità. Infine, la formazione continua: un fattore strategico per competenze, innovazione e adattamento alle trasformazioni normative e del mercato del lavoro».

Protocollo