La digital era ha determinato la riorganizzazione di una serie di istituti creati per la tassazione c.d. tradizionale. È il caso del c.d. scambio di informazioni tra Paesi membri dell’Unione Europea che, a far data dal primo gennaio 2026, avrà ad oggetto anche le c.d. criptovalute.
A tal proposito, l'8 ottobre il Governo ha approvato lo schema del decreto legislativo che recepisce la Direttiva UE 2226/2023 , meglio nota come Dac . La predetta Direttiva del 17 ottobre 2023 n. 2023/2226/UE recante modifica della direttiva 2011/16/UE, relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale si è posta come obiettivo principale quello di aumentare gli strumenti di lotta all'evasione fiscale e di armonizzare la disciplina fiscale in tutti i paesi membri dell'Unione Europea. Al punto numero 1 della Direttiva è disposto che «La frode, l'evasione e l'elusione fiscali rappresentano una sfida importante per l'Unione e a livello mondiale. Lo scambio di informazioni è fondamentale nella lotta contro tali pratiche». La scelta di ricomprendere nell'ambito dello scambio di informazioni anche le criptovalute risponde all'esigenza di “ attualizzare” il sistema impositivo europeo in ragione dell'ormai diffuso utilizzo di questi nuovi strumenti finanziari. Ne deriva che saranno oggetto di controllo da parte dell'Agenzia delle Entrate le informazioni attinenti alle criptovalute, le quali diventeranno tracciabili. Ciò comporta una serie di adempimenti a carico dei prestatori di servizi per le criptovalute i quali dovranno rendere noti annualmente all'Agenzia delle Entrate dati anagrafici, dati fiscali e natura delle operazioni. Per quanto concerne il profilo soggettivo, come espressamente previsto all'articolo 7 del decreto legislativo in esame, sono tenuti a dare comunicazione: prestatori di servizi per le cripto-attività autorizzati in Italia o in altri Stati UE ai sensi del Regolamento (UE) 2023/1114 e i gestori di cripto-attività che forniscono servizi di scambio per conto di utenti oggetto di comunicazione. Tuttavia, il primo adempimento, in ordine temporale, a cui sono tenuti i prestatori di servizi per criptoattività è quello di richiedere l' autorizzazione Micar , entro la fine del 2025. Ciò al fine di adeguare le piattaforme a inviare e ricevere i dati fiscali utili alla comunicazione. Oltre ad un'attività preventiva di controllo fiscale è prevista anche una disciplina cd. repressiva , in quanto se i prestatori di servizi non adempiranno correttamente agli obblighi subiranno delle sanzioni pecuniarie.