È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 26 settembre 2025, n. 144, recante «Delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva nonché di procedure di controllo e informazione». Il provvedimento, approvato definitivamente dal Senato il 23 settembre scorso, conclude il percorso legislativo iniziato nel 2023 riguardante il salario minimo e la regolamentazione dei rapporti di lavoro.
Tuttavia, non si tratta dell'introduzione immediata di un salario minimo legale : la legge approvata è una delega al Governo, che dovrà emanare entro sei mesi dall'entrata in vigore uno o più decreti legislativi per attuare i principi stabiliti dal Parlamento. La pubblicazione della legge n. 144/2025 segna l'inizio di un percorso di riforma organica del sistema retributivo e contrattuale italiano . Non ci sono effetti immediati sui rapporti di lavoro, ma vengono poste le basi per una disciplina più trasparente e ordinata della determinazione dei salari, valorizzando i contratti collettivi più rappresentativi e rafforzando il sistema di monitoraggio e controllo delle retribuzioni. La delega al Governo La legge delega il Governo a garantire il diritto dei lavoratori a una retribuzione proporzionata e sufficiente ( articolo 36 Costituzione ), rafforzando la contrattazione collettiva e definendo criteri per il riconoscimento dei minimi retributivi previsti nei contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi . Non viene fissato un salario minimo legale uguale per tutti, ma si valorizza il sistema dei contratti collettivi come punto di riferimento per i minimi retributivi. La delega riguarda due ambiti principali: determinazione e garanzia delle retribuzioni minime sulla base dei contratti collettivi di categoria; trasparenza, controllo e informazione sulla contrattazione e sull'applicazione delle retribuzioni minime. I decreti legislativi dovranno assicurare che i trattamenti economici minimi previsti dai CCNL più applicati nei vari settori siano effettivamente garantiti. Per “ contratti maggiormente applicati ” si intendono quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative a livello nazionale; i decreti dovranno anche chiarire i criteri di rappresentatività. Obiettivi della legge delega La legge mira a: estendere i trattamenti minimi anche ai lavoratori non coperti da contratti collettivi , facendo riferimento al contratto prevalente nel settore di appartenenza; prevedere misure per il rinnovo periodico dei contratti collettivi nazionali ; contrastare il fenomeno dei contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni prive di reale rappresentatività (“dumping contrattuale”). In assenza di un contratto collettivo valido o se questo è scaduto, il Governo potrà intervenire per individuare i minimi retributivi applicabili , sentite le parti sociali e tenendo conto delle peculiarità del settore. Il secondo ambito della delega riguarda la creazione di un sistema integrato di monitoraggio , informazione e controllo sull'applicazione dei contratti collettivi e delle retribuzioni minime. Il Governo dovrà introdurre modalità digitali e uniformi di comunicazione tra imprese e pubbliche amministrazioni per tracciare i contratti applicati e verificarne la corrispondenza con quelli più rappresentativi. I decreti legislativi dovranno: istituire o rafforzare banche dati pubbliche sui contratti e sulle retribuzioni ; integrare i dati provenienti da INPS, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Ministero del Lavoro e ISTAT; monitorare periodicamente fenomeni di irregolarità retributiva e la diffusione di contratti privi di rappresentatività; rafforzare le attività ispettive ; introdurre una rendicontazione pubblica semestrale sull'attuazione delle misure e sui risultati in termini di trasparenza retributiva. L'obiettivo è creare un sistema informativo stabile , aggiornato e accessibile sia alle istituzioni che alle parti sociali e ai cittadini. Tempistiche della riforma Il Governo dovrà adottare i decreti legislativi entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge , cioè entro aprile 2026. Eventuali modifiche o integrazioni potranno essere adottate entro dodici mesi dall'entrata in vigore dei decreti, sulla base dei risultati ottenuti. Il coordinamento tecnico sarà affidato al Ministero del Lavoro, in collaborazione con il Ministero dell'Economia.
Legge 26 settembre 2025, n. 144; in G.U. del 3 ottobre 2025, n. 230