AGCM e Meta: istruttoria per abuso di posizione dominante per Meta AI

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha recentemente deliberato l’avvio di un’istruttoria nei confronti di Meta Platforms Inc. e altre entità del gruppo, volta ad accertare una potenziale violazione dell’articolo 102 TFUE, per presunta condotta di “ tying ” (abbinamento) tra il servizio di messaggistica istantanea WhatsApp e il servizio di intelligenza artificiale, i.e. Meta AI.

La condotta contestata riguarda la decisione di Meta di abbinare , a partire da marzo 2025, l’offerta di WhatsApp con Meta AI in Italia e in altri Stati membri dell’UE . Sebbene Meta AI sia disponibile anche come servizio autonomo tramite il sito meta.ai e, in alcuni paesi, come app dedicata, la sua integrazione in WhatsApp è il fulcro del procedimento. L’integrazione di Meta AI in WhatsApp è stata realizzata in modo da garantirne una visibilità e accessibilità immediate per gli utenti , date le seguenti caratteristiche: pre-installazione e icona prominente : Meta ha installato un’icona circolare dai colori cangianti direttamente nell’app di WhatsApp, rendendola progressivamente disponibile a un numero crescente di utenti; accesso diretto dalla chat : cliccando sull’icona, gli utenti possono avviare una nuova chat dedicata per porre domande a Meta AI, una funzionalità pensata anche per l’utilizzo all’interno delle chat di gruppo; integrazione nella barra di ricerca : Meta AI è stato strategicamente posizionato anche nella barra di ricerca di WhatsApp, con la voce “Chiedi a Meta AI”, permettendo interazioni dirette con l’assistente virtuale senza la necessità di aprire una chat separata; irremovibilità : un aspetto cruciale è che, allo stato attuale, non è possibile eliminare l’icona di Meta AI né rimuoverlo dalla barra di ricerca dedicata. Ciò significa che, anche se un utente volesse interagire con servizi di intelligenza artificiale di altri operatori (come ChatGPT), questi dovrebbero essere aggiunti manualmente come contatti, mentre Meta AI rimane in una posizione preminente e pre-integrata.   L’AGCM ha altresì sollevato preoccupazioni significative riguardo all’utilizzo delle interazioni degli utenti di WhatsApp con Meta AI per l’addestramento del modello di intelligenza artificiale. Nonostante una dichiarazione iniziale di Meta, all’interno della prima chat di Meta AI su WhatsApp, che negherebbe l’uso di tali interazioni per il miglioramento del servizio, le “ Terms and Policies ” di Meta e altre comunicazioni pubbliche sembrano indicare il contrario. Viene offerta una possibilità di opposizione (“ object to your information being used for AI at Meta (Whatsapp )”), ma le policy generali suggeriscono che le interazioni utente-AI (domande e richieste) saranno utilizzate per addestrare e migliorare il modello AI, salvo eccezioni per i messaggi privati a meno che siano stati esplicitamente condivisi con l’AI o sia stata esercitata l’opzione di rinuncia. Inoltre, le privacy policy di Meta suggeriscono che il servizio sia personalizzato dall’utente sulla base delle informazioni progressivamente fornite , memorizzando le informazioni condivise nelle chat 1:1 su WhatsApp e Messenger per fornire risposte più utili e pertinenti. Questa personalizzazione, sebbene possa migliorare l’esperienza utente, potrebbe generare un effetto di “lock-in” o dipendenza funzionale , riducendo l’incentivo per gli utenti a esplorare e utilizzare altri provider di AI concorrenti in quanto il servizio di Meta AI memorizza le informazioni fornite  nel tempo e, dunque, le risposte diventano più utili e rilevanti al crescere dell’utilizzo di Meta AI. Il quadro giuridico rilevante L’articolo 102 TFUE vieta l’abuso di posizione dominante che possa compromettere il mercato. Tra le pratiche abusive rientra il “ tying ”, ovvero l’offerta congiunta di un prodotto/servizio principale da parte di un’impresa dominante con un prodotto/servizio abbinato.  L’abuso può estendersi anche a un mercato contiguo e distinto da quello in cui l’impresa detiene la posizione dominante . Ai fini dell’istruttoria, l’AGCM ha individuato due distinti mercati rilevanti del prodotto: il mercato dei servizi di comunicazione per i consumatori via app : questo include servizi come WhatsApp, Messenger, Signal, Telegram e Viber, che facilitano le comunicazioni in tempo reale tra utenti. Meta, con WhatsApp e Messenger, è leader indiscusso a livello globale, stimato in circa 2 miliardi di utenti nel 2025. In Italia, WhatsApp è utilizzata mensilmente da circa il 90% della popolazione, seguita da Messenger (47,7%) e Telegram (47,2%). L’Autorità ha ritenuto che Meta detenga una posizione dominante in questo mercato, sia a livello europeo che nazionale, superando ampiamente il 50% di quota; il mercato dei servizi di AI Chatbot o Assistenti AI : questo mercato emergente comprende sistemi di AI generativa come ChatGPT (OpenAI), Gemini (Google) e Meta AI, che rispondono a quesiti e interagiscono con gli utenti. Lo sviluppo di tali sistemi richiede ingenti risorse (potenza di calcolo, dati di qualità, specialisti), che costituiscono significative barriere all’entrata. Il servizio Meta AI costituisce un sistema AI di tipo generativo che attraverso i cd. Large Language Model e una fase di progressivo e intenso training sono in grado di imparare stili, modelli ( pattern ) e strutture, e di generare contenuti nuovi che vengono messi a disposizione. Nel mercato statunitense, Meta AI ha mostrato una crescita notevole, raggiungendo nel 2024 una quota utenti del 31%, pari a quella di ChatGPT. La definizione precisa di questo mercato è stata lasciata aperta per ulteriori analisi.   Presunta condotta restrittiva della concorrenza L’Autorità ritiene che la pre-installazione di Meta AI sull’app WhatsApp, con un accesso immediato e significativamente più agevole rispetto ai servizi concorrenti , sia in grado di conferire a Meta un vantaggio competitivo sleale nel nascente mercato dei servizi di AI Chatbot. Milioni di utenti di WhatsApp, grazie a questa integrazione, diventano potenziali utenti di Meta AI senza che ciò avvenga per merito competitivo, ma piuttosto tramite un “trascinamento” della vasta base utenti da un mercato dominante (messaggistica) a un altro emergente (AI). Inoltre, il possibile utilizzo dei dati e delle interazioni degli utenti di WhatsApp per addestrare il modello AI di Meta, combinato con il rischio di “lock-in” dovuto alla personalizzazione del servizio, è considerato idoneo a generare effetti escludenti che potrebbero seriamente pregiudicare la concorrenza nel mercato dei servizi di Chatbot o Assistenti AI. La condotta descritta appare idonea a restringere in maniera sensibile il commercio fra gli Stati membri, in violazione dell’articolo 102 del TFUE, in quanto interessa l’intero territorio nazionale italiano (considerato parte rilevante del mercato unionale), che è parte rilevante del mercato unionale, ostacolando l’attività dei concorrenti, l’innovazione e lo sviluppo di nuovi modelli di business. L’istruttoria avviata dall’AGCM si propone di accertare l’esistenza di tali violazioni. A Meta è stato concesso un termine di sessanta giorni dalla notifica del  provvedimento per esercitare il diritto di essere sentiti, presentando richiesta di audizione. Il procedimento dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2026 . Conclusioni Questa iniziativa dell’AGCM riflette una crescente attenzione delle autorità antitrust verso le strategie delle grandi piattaforme digitali e la loro espansione in nuovi mercati, in particolare quello dell’intelligenza artificiale. L’indagine evidenzia come la disponibilità di dati massiva e l’accesso diretto a un’ampia base utenti esistente possano creare significative barriere all’entrata e distorcere la concorrenza nonché la necessità di adottare una compliance integrata e multiforme per gli AI providers. L’esito di questa istruttoria avrà, senza dubbio, profonde implicazioni per il panorama competitivo e lo sviluppo dei servizi AI nell’Unione Europea.