L’Ufficio del Massimario e del Ruolo della Corte Suprema di Cassazione, con relazione n. 33/2025 del 23 giugno del 2025, analizza, articolo per articolo, le nuove disposizioni in materia penale (sostanziale e processuale), di ordinamento penitenziario e misure di prevenzione introdotte dal Decreto Sicurezza.
La Relazione affronta, anzitutto, i profili costituzionali di metodo, dando voce alle criticità tecnico-procedurali riscontrate da numerosi giuristi. Tra i punti salienti: nuove incriminazioni per la detenzione di materiale con finalità di terrorismo (articolo 270-quinquies.3 c.p.), con anticipazione della soglia di punibilità rispetto alle disposizioni vigenti; introduzione del reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui (articolo 634-bis c.p.), con rafforzamento della tutela penale del domicilio e della procedura di reintegrazione nel possesso. avvento di nuove aggravanti comuni e circostanze speciali, come la truffa aggravata ai danni di anziani (articolo 640 c.p.) e l’aggravamento delle pene per danneggiamenti durante manifestazioni (articolo 635 c.p.); modifiche ai regimi sanzionatori e alle condizioni di procedibilità per numerosi reati, tra cui violenza e minaccia a pubblico ufficiale, accattonaggio, blocco stradale e ferroviario, e reati relativi agli stupefacenti. La relazione mette in luce un marcato orientamento “panpenalista”, con inasprimento generalizzato delle pene e anticipazione della tutela penale, talvolta in contrasto con il principio di offensività e con il rischio di criminalizzazione di condotte marginali. Numerose sono le critiche sollevate da dottrina, associazioni di giuristi e organismi internazionali (OSCE, Alto Commissariato ONU), che sottolineano possibili violazioni dei principi di ragionevolezza, necessità, proporzionalità e rispetto delle libertà fondamentali, in particolare per l’uso estensivo della decretazione d’urgenza in ambito penale e per la sovrapposizione tra esigenze di sicurezza e tutela dei diritti inviolabili. Profili applicativi e ricadute su libertà personali, procedimenti di prevenzione e diritto penitenziario Il secondo focus della relazione riguarda l’impatto delle novelle sui diritti fondamentali e sui procedimenti di prevenzione e penitenziari. In particolare: viene rafforzato il regime delle interdittive antimafia, introducendo la possibilità per il prefetto di escludere alcuni effetti interdittivi in caso di rischio di privazione dei mezzi di sostentamento, graduando le misure in base alle esigenze di tutela e proporzionalità (articolo 94.1 cod. antimafia); vengono ampliate le garanzie funzionali e processuali per operatori dei servizi di informazione per la sicurezza, con estensione delle condotte scriminabili e della possibilità di deporre con identità di copertura; numerosi sono i riferimenti alle modifiche in materia di custodia cautelare, differimento e sospensione dell’esecuzione della pena per detenute madri, con meccanismi più rigorosi e restrittivi, oggetto di rilievi critici da parte di dottrina e ANM, per il rischio di violazione dei principi di umanità della pena e tutela della maternità e dell’infanzia (articolo 27 e 31 Cost.). viene aggiornata la disciplina della gestione dei beni confiscati, con maggiore attenzione agli aspetti tecnico-urbanistici e nuove opportunità di graduazione degli effetti interdittivi per le imprese individuali, in risposta a rilievi di costituzionalità (articolo 35, 36, 40, 45bis, 94.1 cod. antimafia); in materia di coltivazione della canapa, il testo introduce un divieto quasi totale sull’importazione, lavorazione e commercializzazione delle infiorescenze, con possibili profili di incompatibilità con il diritto dell’Unione Europea (articolo 34 e 36 TFUE, sentenza CGUE Kanavape), per la mancata proporzionalità e ragionevolezza del divieto rispetto alle prove di reale rischio per la salute pubblica. In conclusione, la Relazione del Massimario evidenzia numerose criticità interpretative e rischi di “arretramento” della tutela dei diritti fondamentali, sottolineando la necessità di un bilanciamento tra esigenze di sicurezza e rispetto delle garanzie costituzionali, con particolare attenzione alla giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte di giustizia UE. Per un maggiore approfondimento, si veda il testo della Relazione allegato.
Relazione n. 33/2025