Pubblicata in Gazzetta la conversione del Decreto acconti IRPEF 2025

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 21 giugno 2025, n. 142, la legge 19 giugno 2025, n. 86, di conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2025, n. 55, recante «Disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l'anno 2025», approvata in via definitiva dalla Camera lo scorso 19 giugno.

La conversione del decreto acconti IRPEF per il 2025 è intervenuta per correggere un errore presente nell'ultima Legge di Bilancio, che avrebbe penalizzato lavoratori e pensionati nel calcolo degli acconti IRPEF per il 2025. Il d.lgs. n. 216/2023, emanato per attuare la riforma fiscale prevista dalla legge n. 111/2023, aveva ridotto a tre le aliquote IRPEF per il solo 2024 e aumentato la soglia della no tax area per i lavoratori dipendenti. Tuttavia, il comma 4 dello stesso articolo stabiliva che, per il calcolo degli acconti IRPEF e delle relative addizionali per gli anni 2024 e 2025, non si dovesse tenere conto della riduzione delle aliquote, facendo invece riferimento ai parametri in vigore nel 2023. Successivamente, la riduzione delle aliquote è stata resa permanente dalla Legge di Bilancio 2025, creando così una divergenza normativa: gli acconti per il 2025 sarebbero stati calcolati ancora sulle vecchie aliquote, nonostante fossero ormai superate. Per superare questa incongruenza, il decreto ha stabilito che gli acconti IRPEF per il 2025 dovranno essere determinati in base alle nuove aliquote per scaglioni di reddito, come previsto dall'articolo 11 del TUIR: 23% fino a 28.000 euro; 35% oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro; 43% oltre 50.000 euro.   Sebbene il provvedimento risolva il problema relativo all'IRPEF, non interviene invece sull'altro aspetto critico derivante dal nuovo meccanismo di abbattimento del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, in luogo dell'esonero contributivo parziale sulla quota di contributi a carico dei lavoratori, con impatto negativo soprattutto sui redditi lordi tra 8.500 e 9.000 euro, che andrebbero a perdere circa 1.200 euro all'anno. Nuove modalità di calcolo dell'acconto 2025 e impatto sulle addizionali Secondo il comma 1 del dl n. 55/2025, l'acconto per il 2025 dovrà essere calcolato con il metodo storico, prendendo come riferimento il saldo 2024, che già tiene conto delle aliquote ridotte e della maggiore detrazione per lavoro dipendente. Questo consente ai contribuenti di beneficiare subito delle nuove agevolazioni. La precedente regola prevedeva l'applicazione delle aliquote 2023 per il calcolo dell'acconto 2025, ma ciò riguardava chi percepisce redditi diversi da lavoro dipendente e pensioni, mentre per la maggior parte dei lavoratori dipendenti e pensionati il sostituto d'imposta effettua già il corretto calcolo delle imposte. Sulla base dei dati relativi alle dichiarazioni 2023, solo circa 2,2 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati (su 37,8 milioni totali) sono tenuti al versamento dell'acconto. Per quanto riguarda le addizionali regionali e comunali all'IRPEF, non si registrano effetti finanziari significativi: l'addizionale regionale non prevede acconto e le modifiche alle aliquote IRPEF e alle detrazioni non hanno impatti diretti sulle addizionali locali. Solo nel caso in cui a seguito dell'applicazione delle nuove aliquote e della nuova detrazione l'imposta dovesse azzerarsi, verrebbe meno anche il gettito da addizionali locali.

Legge del 19 giugno 2025, n. 86; in G.U. del 21 giugno 2025, n. 142