Ricorsi record in Cassazione: arretrati in calo e traguardi PNRR già raggiunti

80mila ricorsi l’anno: è l’impressionante numero emerso dalla relazione della Prima Presidente della Cassazione, Margherita Cassano, presentata durante l’assemblea generale della Corte. Una cifra che non ha eguali nel contesto europeo, dove le Corti di ultima istanza gestiscono un flusso di gran lunga più contenuto.

Si è svolta il 19 giugno 2025 la relazione annuale dinnanzi all’Assemblea Generale della Corte di Cassazione, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e di altre alte cariche. L’evento, previsto dall’articolo 93 dell’Ordinamento giudiziario, mira a stimolare una riflessione condivisa sul ruolo della Cassazione come garante dell’unità del diritto e promotrice della legalità, soprattutto in un periodo di cambiamenti normativi, culturali e tecnologici che richiedono nuove responsabilità interpretative. La Prima Presidente, Margherita Cassano, ha descritto così l’attuale scenario: «la Corte di Cassazione si trova a gestire ogni anno oltre 80.000 ricorsi, un numero senza pari in Europa, affrontato con grande dedizione dai magistrati. In ambito penale, i procedimenti vengono definiti mediamente in 78 giorni dall’iscrizione, mentre nel settore civile, in poco più di due anni, le pendenze sono diminuite di oltre 30.000 casi e il tempo medio di definizione (“disposition time”) è stato ridotto a 901 giorni, superando l’obiettivo di 977 giorni fissato dal PNRR per il giugno 2026». La Presidente Cassano ha ribadito la consapevolezza delle responsabilità della Corte, «cui spetta coniugare, con sapienza e rigore metodologico nell’attività esegetica, l’adeguamento del dato normativo al caso concreto e al divenire sociale, la dialettica efficace tra diritto positivo e diritto vivente, la conformazione ai principi enunciati dalla Corte Costituzionale, dalla Corte Europea di Giustizia, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la sintesi coerente delle linee evolutive della propria elaborazione in vista della costruzione di un solido sistema di precedenti per singoli settori, temi o materie idoneo a svolgere un effettivo ruolo di guida nell’interpretazione uniforme del diritto in una proiezione dialettica con i giudici di merito e, più in generale, con la comunità dei giuristi». La Prima Presidente ha anche rivolto un appello alla politica, evidenziando la necessità di interventi strutturali per assicurare che il sistema giudiziario risponda efficacemente all’aumento delle cause e alla «continua proliferazione di nuovi reati». In assenza di parametri legislativi chiari sulla priorità nella trattazione degli affari, si rischia di «rendere il magistrato, dotato di una legittimazione esclusivamente tecnico-professionale, arbitro del bilanciamento dei diversi valori costituzionali in gioco che dovrebbero trovare il loro naturale componimento nella sede parlamentare quale luogo di sintesi delle diverse sensibilità». Nel suo intervento, il Procuratore generale Piero Gaeta ha evidenziato come i tempi per la decisione dei ricorsi si siano ulteriormente ridotti: oggi, in ambito penale, servono mediamente 83 giorni per la pronuncia dalla presentazione del ricorso. Ha poi sottolineato l’importanza dell’armonia all’interno della magistratura e nei rapporti con le altre componenti della giustizia e gli altri poteri dello Stato, inclusa l’Avvocatura. Infine, Gaeta ha concluso che «la giurisdizione di legittimità non ambisce certo ad essere circondata, né vuole essere sostenuta, da consensi episodici ed emotivi di effimeri laudatores temporis, quanto dalla fiducia e certezza, istituzionale e sociale, che il suo ruolo di giurisdizione, al di là del singolo esito decisorio, sia effettivamente svolto secondo indefettibili principi e canoni normativi di fondo».