Torna il check-in da remoto per affitti brevi e b&b: annullata la circolare del Viminale

Il TAR Lazio ha annullato la circolare del Ministero dell'Interno del 18 novembre 2024, che imponeva ai gestori delle strutture ricettive di effettuare l'identificazione degli ospiti faccia a faccia (de visu) anziché tramite procedure di check-in da remoto, ritenute pericolose per la sicurezza pubblica.

La circolare in questione bocciava l'identificazione degli ospiti tramite trasmissione informatica dei documenti e l'accesso agli alloggi con codici di apertura automatica o tramite key boxes all'ingresso: secondo il Ministero dell'Interno, questo tipo di check-in eluderebbe l'identificazione personale degli ospiti all'arrivo nella struttura e non assicurerebbe la corrispondenza del documento al suo portatore, violando così l'articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Per legge, infatti, tutte le strutture ricettive, i locatori e sublocatori di immobili con contratti inferiori a 30 giorni, possono ospitare solo persone con documenti d'identità, e con obbligo di comunicazione delle generalità degli ospiti alle questure per consentire il controllo delle persone sospette o ricercate che potrebbero nascondervisi. Il Ministero ha quindi dichiarato che l'uso automatizzato del check-in contraddice lo scopo della previsione del TULPS, in quanto non può escludersi che, successivamente all'invio dei documenti in via telematica, la struttura possa essere occupata da uno o più soggetti, le cui generalità restano ignote alla Questura. Di conseguenza, la circolare ha ribadito l'obbligo per i gestori di tutte le strutture ricettive di controllare l'identità degli ospiti, mediante verifica de visu della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti, con successiva comunicazione alla Questura. Il Tribunale Amministrativo ha motivato la sua decisione con tre argomentazioni. Innanzitutto, il controllo diretto degli ospiti comporterebbe una burocrazia eccessiva, contrariamente al principio di semplificazione amministrativa stabilito dal decreto-legge n. 201/2011, che ha semplificato la procedura di comunicazione alle questure prevista dall'articolo 109 del TULPS: in effetti, l'obbligo di controllare de visu l'ospite costringerebbe a tenere aperta la reception anche in orari notturni o all'alba. Inoltre, ha evidenziato che il controllo faccia a faccia non garantisce necessariamente una maggiore sicurezza, in quanto altre persone non identificate potrebbero comunque accedere alla struttura. Infine, la circolare non giustifica in modo adeguato l'imposizione di tali procedure burocratiche: non basta parlare genericamente di crisi internazionali o di eventi circoscritti a un solo territorio (per esempio il Giubileo a Roma). Per i giudici, dunque, il Ministero avrebbe dovuto considerare anche la possibilità di verifica dell'identità da remoto: non si tratta di attenuare l'accertamento dell'identità, ma di usare nuove tecnologie per consentirne la verifica a distanza. Per un maggior approfondimento, si veda anche la news: Affitti brevi: stop al check-in online .

Il testo integrale della pronuncia sarà disponibile a breve.