Il decreto immigrazione è legge

Via libera dal Senato alla conversione in legge del cd. “decreto Albania”. Il provvedimento, varato lo scorso 15 maggio dalla Camera, ha l’obiettivo di “blindare” i trasferimenti dei migranti dagli interventi dei giudici.

Di seguito le principali novità derivanti dalla conversione. La nuova stretta normativa estende la platea di stranieri che possono essere trasferiti in Albania alle persone già trattenute nei centri di permanenza per il rimpatrio presenti in Italia, destinatarie di un provvedimento di espulsione, includendo i destinatari di provvedimenti di trattenimento convalidato o prorogato. Il primo articolo del dl n. 37/2025, intervenendo sulla legge n. 14/2024 di ratifica del protocollo Roma-Tirana del 6 novembre 2023, ha di fatto riattivato l'operazione. In precedenza, per i migranti salvati nelle acque internazionali e provenienti dai cd. Paesi sicuri - unici ai quali le procedure accelerate di frontiera in Albania potevano essere applicate - i giudici avevano sempre sospeso la convalida dei trattenimenti in attesa di una sentenza della Corte di giustizia europea sulla legittimità dell'elenco nazionale dei Paesi sicuri. Lo straniero trasferito a Gjader può restarvi, come previsto dall'articolo 6, comma 3, d.lgs. n. 142/2015, solo se vi sono fondati motivi per ritenere che la domanda di asilo lì presentata abbia lo scopo di ritardare o impedire il respingimento o l'espulsione. Il nuovo comma 1 autorizza il governo a donare all'Albania due motovedette della classe 400 Cavalieri, in dotazione alla Guardia Costiera e non più in uso, con conseguente eliminazione delle imbarcazioni dai registri inventariali e dai ruoli del naviglio militare nazionale. Le modifiche apportate riguardano anche i poteri della Direzione Immigrazione del Viminale. Nello specifico, viene modificata la regolamentazione relativa al trattenimento dei migranti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr): i questori sono tenuti a disporlo nel centro più vicino, con approvazione entro 48 ore da parte del giudice di pace, richiedendo una specifica assegnazione alla Direzione Centrale Immigrazione del Ministero dell'Interno. Inoltre, la stessa Direzione Immigrazione è abilitata a disporre il trasferimento del migrante in un altro centro, senza specificare i motivi di tale decisione e senza prevedere una nuova convalida da parte del giudice di pace. Il comma 2-bis prevede che la mancata convalida del trattenimento per i richiedenti asilo nei Cpr non esclude la possibilità di adottare un provvedimento di trattenimento successivo, se vi sono valide ragioni per ritenere che la domanda di asilo sia stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l'espulsione. In questo caso, i migranti possono rimanere nel Cpr fino alla convalida del provvedimento, che deve avvenire immediatamente o comunque non oltre 48 ore dalla mancata convalida. Infine, il comma 2-ter estende i casi di applicazione della procedura accelerata (sette giorni) per l'esame delle richieste di asilo presentate dai migranti. Finora erano previsti solamente in due casi: i migranti che presentavano richiesta di asilo direttamente alla frontiera o nelle zone di transito, dopo essere stati fermati per aver eluso o tentato di eludere i controlli, e coloro che provenivano dai cd. Paesi sicuri, come previsto nel decreto Cutro. Ora, vengono introdotti tempi ridotti anche per chi, trasferito al Cpr di Gjader, presenta una richiesta di asilo con l'unico scopo di ritardare o impedire l'esecuzione del respingimento o dell'espulsione. È prevista l'applicazione di tempi accelerati anche quando la richiesta di asilo è identica a precedenti richieste, quando il richiedente è stato condannato o è coinvolto in procedimenti giudiziari per reati quali omicidio, devastazione, saccheggio, associazioni sovversive, furto, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, oppure se è detenuto in appositi spazi del Cpr per crimini contro la pace, l'umanità o costituisce una minaccia per l'ordine e la sicurezza pubblica.   Si veda anche la news: “Decreto immigrazione, via libera dalla Camera”.